21 - «Resta con me.»

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Capitolo 21

Jungkook

-Devo vedere Taehyung, devo vederlo adesso. Come sta? Dov'è? Che gli stanno facendo? Non voglio rimanere qui, devo correre da lui. Portami da lui, Hobi, ti prego.- mi lamentavo fastidiosamente e a voce un po' troppo alta mentre stritolavo il braccio del mio amico con forza. Ero così agitato che avevo disfatto tutto il letto dell'ospedale, non avevo smesso di piangere dal primo momento che mi avevano portato lì e dubitavo gli altri pazienti non si fossero ancora lamentati del chiasso.

-Jungkook, devi calmarti. Hai ancora alcuni controlli da fare, non puoi andare via. Taehyung è in sala operatoria, l'altro è già uscito.- rispose Hoseok in un modo fin troppo rigido per trattarsi di lui. Era sconvolto e non mi aveva ancora perdonato per lo spavento che gli avevo fatto prendere, non potevo biasimarlo. Accortosi della mia scomparsa, aveva seguito il suo istinto di ascoltare il messaggio in segreteria e aveva capito subito dove mi fossi diretto. Non aveva esitato nemmeno un attimo per chiamare la polizia ed era solo grazie a lui se le volanti erano arrivate giusto in tempo localizzando il mio telefono.

Disteso sul secondo letto della stanza, Jimin alzò il busto e spalancò le palpebre, smettendo finalmente di rimanersene in silenzio a torturarsi le unghie per il nervosismo. -Cosa? Yoongi ha finito?- chiese in un fremito.

-Sì, me l'ha detto il chirurgo stesso, è anche già sveglio. Un colpo di pistola alla gamba non è mortale, rischiava il dissanguamento ma sono intervenuti loro.-

-Hai parlato coi medici... hai parlato coi medici!- mi allungai per stringere le dita attorno alla sua felpa blu, lo attirai a me per supplicarlo con gli occhi fissi nei suoi. -Che hanno detto di Taehyung? Dimmelo, Hoseok, che hanno detto?!- nemmeno io riuscivo a riconoscermi per quanto ero afflitto.

Il maggiore deglutì e dalla sua espressione non lessi ottime notizie. -Su di lui non mi hanno rivelato troppo, so solo che è ancora in sala ed è più grave. Stanno facendo il possibile.- mi annunciò aggiungendo un pizzico di adeguata delicatezza.

Crollai all'indietro sul materasso, portai le mani sul viso e diedi il via ad un pianto forte tanto quanto gli altri, come se al mio interno avessi ancora una riserva infinita di lacrime da tirare fuori nonostante ne avessi già sprecate abbondantemente. Non riuscivo neanche ad accettare ci fosse una minima possibilità non riuscissero a salvarlo, mi veniva da gridare al solo pensiero.

-Jungkook.- mi chiamò la voce del suo compagno. -Puoi spiegarmi cos'è successo con Taehyung? Lui ti ha detto tutto? Perché sei spuntato dal nulla?- sapevo perché mi stesse chiedendo quelle cose, aveva poche informazioni dato che era stato rapito e di certo non poteva intuirle da solo.

Sentii un macigno nel petto mentre ricordavo quel pomeriggio in cui avevo trovato il più grande nella stanza di mio fratello; era stata una pura casualità che avessi dimenticato il cellulare prima di uscire, se non fossi tornato indietro probabilmente in quel momento la situazione sarebbe stata diversa. Gli parlai del modo in cui mi aveva fatto sentire, dell'audio che poche ore prima aveva scombinato tutto, delle mie preghiere al taxi di andare quanto più veloce possibile per lottare contro i minuti con cui, alla fine, avevo vinto.

-Cioè... tu hai scoperto la verità così e sei lo stesso corso da lui?-

Chinai la testa e annuii, avevo smesso di piangere ma sentivo ancora le iridi punzecchiare. -Non ci ho visto più niente all'idea rischiasse grosso, del resto rimane la persona di cui sono innamorato.-

Trascorsero dei secondi di silenzio, gli occhi scuri dell'altro si riempirono di dolcezza e le sue labbra carnose si piegarono verso l'alto. -Jungkook, fidati di me, lui non ha mai mentito riguardo quello che c'è tra voi due.-

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