Katsuki era appena entrato nell'ospedale e Kirishima continuava a seguirlo, finché non arrivarono nel reparto dov'è ricoverato Izuku. Il biondino fu subito fermato da un medico. «Senti ragazzo, non puoi entrare con quella.»
«È solo una cazzo di bottiglia!»
«Ti faccio già questo favore, per favore buttala.» Katsuki non l'ascoltò e di diresse nella camera del verde. «Scusami, ma tu che ci fai qua?»
Kirishima si guardò in giro e poi capì. «Ehm.. io sono un amico del ragazzo che è appena entrato.»
«Lo sa che il suo amico è ubriaco vero? Non si possono portare alcolici e lui ha una birra in mano.»
«Si, lo so. Ma lui che ci fa qua?»
Il medico annuì. «È una storia lunga.»
«Ho tutto il tempo del mondo.» rispose.
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Katsuki entrò nella stanza di Izuku, ma in quel momento fu fermato di nuovo da quel medico. Cercò più e più volte di mandarlo via, ma niente.
«Senti ragazzo. Se vuoi restare fino a domattina, ti conviene buttarla. Non si portano alcolici qua.»
«Ma è vuota cazzo! Vuota!» disse guardando Izuku. «Già, vuota...» disse lasciando la bottiglia e avvicinandosi al verde. «Scusami Izuku, scusami... davvero. Mi dispiace, non doveva finire così. Dovrei starci io qua, non ti meriti tutto questo male. Non è giusto cazzo, non è giusto!»
«Ra-Ragazzo la prego, si calmi...»
Da fuori, dietro la porta, Kirishima triste e in lacrime. Sia per Katsuki sia per Izuku. Non sapeva veramente più che fare. Il giorno dopo avrebbe sicuramente parlato al biondino. O forse sarebbe stato tardi?
Kirishima rimase lì tutta la notte proprio come Katsuki. «Bakubro... ecco cosa fai ogni notte. Stai qua in ospedale con lui.» disse a se stesso.
La mattina arrivò e Katsuki si riprese. Quando uscì dalla stanza la scena che vide gli fece raggelare il sangue. «Che cazzo ci fai tu qua?!» disse scuotendo il rosso.
Kirishima si vegliò e decisero insieme che sarebbe stato meglio parlarne al dormitorio. Così una volta arrivati, parlarono.
«Capelli di merda tu mi hai seguito vero?»
«Più che altro tu cosa ci facevi li.»
«Non si risponde ad una domanda con una domanda.»
«Si, ti ho seguito. E mi sono stupito nel vederti davanti all'ospedale, a quell'ora poi. Così ti ho seguito dentro e ho capito.»
Il biondo ringhiò. «Sei un idiota.»
«E tu?» chiese al biondo. «È quello che fai ogni notte? Andare in ospedale a mezzanotte e ritornare al dormitorio alle 6 del mattino?»
«Non sono affari tuoi.»
«Bakubro... ti puoi fidare di me, lo sai ormai. Ti prometto che non lo dirò a nessuno. Ma aspetta, tu perché non vai a visitarlo al pomeriggio?»
Katsuki guardò il vuoto. «È perché me lo impediscono. Il bastardo a metà, quattrocchi e faccia tonda. Mi impediscono di entrare in stanza. Non lo fa zia Inko, non vedo perché debbano farlo loro cazzo. Perché più di una madre preoccupata non c'è nessun altro.»
«Tu non ci vai solo perché te lo impediscono loro?! Bakubro non hai mai reagito così, che hai?!»
«Non ho niente. Lo faccio e basta. Mi lascio dire queste cose, mi lascio dire che è colpa mia se lui è lì, me ne frego e vengo alla notte quando non c'è nessuno e le visite sono finite. Meglio di così.»
«Bakubro non stai bene, per niente. Il te di qualche settimana fa non si sarebbe mai lasciato dire queste cose da nessuno.» disse scuotendogli le spalle. «Cosa è successo al vecchio Bakugou? Quello che non si faceva mettere i piedi in testa, quello che urlava a tutti, quello che insultava tutti, quello che usava il suo quirk per qualsiasi così. Dove è finito il vero Bakugou, quello che non si arrendeva mai e che voleva migliorarsi sempre. Dove è?!»
Katsuki abbassò lo sguardo. «È sparito quando ha scoperto che lui stesse per morire.»
Kirishima lo guardò tristemente. «Bakugou... sei preoccupato per Midoriya e va bene. Hai paura che non possa svegliarsi e che non possa perdonarti vero?»
«Cazzo si sono preoccupato!» disse spostando l'amico e alzandosi. «È solo mia la colpa. Se non fossi stato così stupido, non avrei accettato quella scommessa e non l'avrei lasciato andare ad aiutare gli altri! Dovevo capire che quella fosse una trappola.»
«Bakubro, non è colpa tua e poi dovevamo capirlo tutti che quella era una trappola. Non sei l'unico che ha sbagliato...»
«Loro volevano lui e io che ho fatto? L'ho incitato ad andare. Non l'ho nemmeno obbligato e l'ultima cosa che gli ho detto è stata un mio solito insulto cazzo! Mai una parola buona nei suoi confronti, mai. Lui è sempre stato gentile con me, sempre e io per ringraziarlo che gli facevo? Male. Ecco che gli facevo. E continuo a fargliene, anche non volendo. Forse ha ragione quando mi ha detto che più mi sta vicino, più soffre. So fare solo quello, farlo soffrire e illudere. Che persona di merda.»
«Bakugou... io non...»
«Io l'ho distrutto, l'ho illuso per divertimento e poi gli ho distrutto il cuore. Si era fidato e l'ho fregato un'altra volta cazzo. Non volevo questo, non volevo. Perché... perché si sta una merda? Perché sto una merda quando lo ricordo?! Non so che fare e l'unica cosa che vorrei è solo il suo risveglio. Ma chissà quando accadrà e se accadrà. Come accadrà. Sarebbe meglio che non si ricordasse più di me quando aprirà gli occhi, così almeno non si ricorderà più il male che gli ho fatto.»
«Non sapevo che ti sentissi così amico. Ma so per certo che Midoriya non vuole starti lontano. Se lui continua a volerti stare accanto, a parlarti e a guardarti come se fossi un qualcosa di irraggiungibile nonostante il tuo carattere e le cazzate che hai fatto, non devi minimamente pensare che lui ti odi. Perché se fa questo, deve amarti Bakugou. E non poco.»
«Ma come potrebbe...»
«Dimmi un po' una cosa, perché non gli hai detto che ti piace?»
Katsuki sbuffò. «Che cazzo blateri...»
«La verità bro. Quindi?»
«È complicato.»
«Perché, c'è qualcosa di non complicato nel vostro rapporto?»
«Hahh?!?! Ridillo idiota!»
«Calmo calmo ahahah! Io vado nella mia stanza. Ah, non preoccuparti non lo dirò a nessuno bro! Tranquillo!» disse aprendo la porta.
«Grazie Kirishima.» disse a voce bassa.
Kirishima lo guardò a bocca aperta per poi sorridere e parlare. «Di niente bro, di niente.»
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My Healing || bakudeku
Fanfiction➥ | 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘁𝗮. Stava correndo verso l'uscita, ansimava e si lamentava per il dolore che provava. Ma non gliene importava perché quel dolore non era niente in confronto a quello di un amore perso. Correva sempre di più finché non vide la sua...