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Quel giorno per Izuku rappresentava la fine della prima settimana passata in casa dopo le dimissioni; si era svegliato di colpo a causa di un sogno fatto e con un dolore al fianco, proprio dove era partita l'emorragia. Si diresse lentamente verso il bagno per prendere la medicina che gli aveva dato il dottore; non aveva avuto dolori quella settimana, ma a quanto pare quel dolore si era rivelato.

Ansimava, respirava difficilmente, gli doleva molto quella ferita, nonostante fosse stata curata. Si tenne al muro, per non cadere e si avvicinò sempre di più al bagno. Continuava ad ansimare, respirava e inspirava, eppure non migliorava. Si sentiva un vuoto dentro, quasi paragonabile ad una mancanza. Una volta arrivatoci, prese la medicina e ritornò nella sua stanza.

Skip time
Avevano appena finito di pranzare, erano le 13 del pomeriggio, quando Izuku chiese una cosa a sua madre.

«Mamma, ti posso chiedere un favore?»

«Dimmi pure tesoro.» disse sorseggiando il caffè.

«Ehm... posso provare a, fare una corsa da solo nei dintorni?»

«C-cosa?!» Inko quasi non si strozzò. «Non credo sia ancora il momento Izuku..»

«Perché no mamma! Sono migliorato e poi non ho problemi alle gambe.»

«Izuku, no. È meglio che tu rimanga a casa, puoi esercitarti qua se vuoi.»

«Mamma per favore...» disse facendo una faccia tenera. «Posso?»

«Va bene... ma portati con te telefono e se hai bisogno ti vengo a prendere. E non sforzarti chiaro?!»

«Grazie mamma!» disse abbracciandola. «Io vado allora.» e le baciò la guancia.

«A dopo tesoro!»

Uscito di casa prese il suo telefono e scelse la sua canzone preferita. La fece partire, mise il telefono in tasca e cominciò a correre.

Little do you know
I'm still haunted by the memories
Little do you know
I'm trying to pick myself
up piece by piece
Little do you know
I need a little more time

I've been holding back
For the fear that you might
change your mind
I'm ready to forgive you,
but forgetting is a harder fight
Little do you know
I need a little more time

Katsuki era alla UA e stava ascoltando Aizawa spiegare la lezione. Non aveva voglia di ascoltarlo, era noioso; infatti passò qualche minuti guardando fuori dalla finestra. La primavera era finita e l'estate stava arrivando.

Era soleggiato fuori e riusciva benissimo a intravedere la sua figura sulla vetrata affianco a lui, quando il suo sguardo perso puntò i suoi occhi sul riflesso del banco vuoto di Izuku. Appena lo vide tirò un sospiro, chiuse gli occhi e li aprì quasi subito per poi alzarsi visto la fine della lezione.

«Bakugou... possiamo par-»

«No.»

«Bakugou! Te lo stiamo chiedendo gentilmente! Almeno rispondici in modo adeguato!» disse Iida.

«Come preferisci.»

«Bakugou, per favore...»

Si fermò e lo guardò. «Che palle.» sospirò. «Cazzo volete?»

Parlò Uraraka. «Noi... volevamo chiederti scusa per-»

«Risparmiatele.»

«Ma Bakugou noi-»

«Non ho bisogno di sentire scusa, per di più da voi. Va bene così.» e se ne andò.

«Gli va bene così? » chiese confusa Uraraka. «Lui ha appena..»

«Si. A quanto pare ha appena lasciato passare la situazione.»

«Non sta bene.» si intromise il rosso.

«Affatto.» e se ne andarono.

Ormai era arrivato il fine settimana e Katsuki, dopo mesi, aveva deciso di tornare a casa due giorni. Uscito dalla UA anche lui si mise le cuffie e si diresse verso casa sua.

I'll wait, I'll wait
I love you like you've never felt the pain
I'll wait

I promise, you don't have to be afrai
I'll wait

Little do you know
I know you're hurt
while I'm sound asleep
Little do you know
All my mistakes are
slowly drowning me
Little do you know
I'm trying to make it
better piece by piece
Little do you know I
I love you 'til the sun dies

Inconsciamente entrambi stavano ascoltando quella canzone, entrambi si stavano muovendo verso la stessa direzione, uno a destra l'altro a sinistra.

Izuku aveva appena finito di correre e si era stancato: dopo mesi di terapia e di mancato allenato, quello era un grande passo avanti. Fece respiri profondi e quando si alzò, smise quasi di respirare.

«Tu?» dissero all'unisono.

Quando i loro sguardi si incontrarono, per entrambi non esistette nulla di meglio. Profondi e intensi del biondo, dolci e stupiti del verde. Era il loro momento, uno e uno solo. Due occhi persi in quello dell'altro, un'anima persa in quella davanti, due ragazzi che provavano sia malinconia che felicità. Tutti sentimenti utili a rendere eterni vari secondi.

In un silenzio profondo, il verde fu il primo a parlare. «Che ci fai qua...»

Non devo dire cazzate, pensò Katsuki.

«Che ci fai tu qua. Non sono io quello che è stato ferito.»

Come non detto.

«Già. Hai ragione. Stronzo eri, stronzo rimani.»

Il biondo sospirò. «Tsk. Spostati e non parlarmi più. Stammi lontano.» e lo sorpassò.

«Kacchan...» alzò lo sguardo. «Perché deve essere così complicato?»

«Sia tu che io lo sappiamo. Non fare domande alle quali sai rispondere Deku.»

Lo aveva sentito. «T-Tu hai...»

«Credo che il non sentire la tua voce irritante, me l'abbia solo fatta mancare. La sento ovunque cazzo...» disse senza pensarci due volte.

Izuku arrossì a quelle parole. «C-Che cosa vai a dire Ka-»

«Non farci caso nerd.»

«A-Aspetta!» disse prendendogli il braccio. «Kacchan io...»

«Lasciami!» disse innervosito. «Deku smettila, lasciami in pace! Non ho niente a che fare con te, non più. Sei sveglio ora, va bene così, ma basta. Io per la mia strada, tu per la tua. E ora lasciami.» e se ne andò.

«Perché... perché ti ostini a non vederlo Kacchan?» Izuku tirò un sospiro, finì la canzone e riprese a correre per andare a casa.

My Healing || bakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora