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Quella era una giornata stupenda. Le foglie sulla strada non c'erano più, le persone avevano lasciato i vestiti invernali nei loro armadi e ormai il sole risplendeva ogni giorno sempre di più. Era una mattinata soleggiata nonostante non fosse tanto caldo. Quella giornata sembrava migliorare sempre di più perché in quel momento, nonostante non fosse piovuto il giorno prima, dalla finestra della sua stanza, c'era un ragazzo già pronto per uscire che guardava l'arcobaleno.

Era bellissimo.

Tutti quei colori mescolati insieme, tutti diversi dagli altri, ma che uniti davano vita ad una meraviglia da osservare per sempre. L'arcobaleno solitamente spunta solo quando, dopo una lunga giornata di pioggia e di nebbia, ritorna il sole. Il giorno prima, quelli prima ancora e ancora prima, lui aveva vissuto la pioggia; era stato la pioggia e ora si beava di questo arcobaleno. Però perché lui non poteva essere così? Perché non poteva ritornare a sorridere come sempre faceva?

Ma a distrarlo da quei pensieri fu il suono di una chiamata proveniente dal suo telefono. Rispose a sua madre e ci parlò per mezz'ora. Poco dopo sentì squillare nuovamente e quasi non prese uno spavento; pensava che fosse sua madre, ma lei lo aveva già chiamato.

Non appena accettò la chiamata cadde quasi per terra da quanto forte fu detto il suo nome. Capì subito chi fosse, nessuno ha una voce così. Lo aveva chiamato per sapere come andava visto che il figlio non le diceva nulla; parlarono qualche minuto e poi riattaccarono. Tempo di attaccare che qualcuno bussò alla porta.

«Ma cosa vogliono tutti oggi?!»

Si alzò svogliatamente dal letto, andò ad aprire la porta e si trovò davanti Midnight, accompagnata dal preside Nezu. Uscirono dalla stanza e si diressero verso la UA, nella sua classe. Nel corridoio, varie persone lo guardavano, parlavano e lo guardavano di nuovo.

Non c'era un corridoio in cui le persone non lo fissassero, per poi annuire e sorridere; forse la notizia del suo coma era arrivato a tutti ormai. Probabilmente. Per tutto il tempo il ragazzo chiese più volte a se stesso cosa avessero da guardare le persone, ma poi lasciava stare. Stava per fare la domanda quando si rese conto di essere arrivato vicino alla sua classe.

«Bene ragazzo, siamo arrivati! Come ti senti? Sei pronto?» chiese il preside.

«Sto molto meglio ora preside! E sono pronto, molto più di prima!»

«Questo è lo spirito ragazzo!» disse lei dandogli una pacca sulla schiena.
«Forza!»

Bussava o no? Provava sia ansia che felicità. Il ragazzo si decise e bussò più forte. Dopo aver sentito dire ad Aizawa qualcosa aprì la porta ed entrò.

Quella stessa mattina
«Tu che cosa hai fatto?!»

«Che cazzo urli?! Non c'è bisogno di dirtelo di nuovo, hai capito stronzo.»

«Bakugou ma ti rendi conto di ciò che hai fatto?! Perché gli hai detto quelle cose quando sai benissimo che tu lo fai solo per non-»

«Cuci quella fogna che ti ritrovi o giuro che non uscirai da questa stanza vivo.»

«Amico calmati.» disse il rosso. «Aspetta, fammi capire meglio... tu gli hai detto che lo vuoi, ma anche di starti lontano?»

Il biondo annuì, per poi girare lo sguardo verso qualche altra parte.

«Ah ok.» disse calmo il rosso. «MA TI RENDI CONTO DI CIÒ CHE HAI FATTO?!»

«CAPELLI DI MERDA NON MI URLARE CHIARO?!»

Fece un bel respiro e parlò. «Cavolo, sei senza speranza amico. Ora puoi stare certo che Midoriya ti starà lontano.»

«No non lo farà. L'ho visto parlare con il bastardo a metà e gli ha detto che non potrebbe mai farlo. Nerd.»

My Healing || bakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora