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Mentre le luci del palco mi illuminavano, chiusi gli occhi ed iniziai ad ondeggiare. Quando il ritornello si stava avvicinando, tolsi il microfono dall'asta ed iniziai a camminare verso la parte sinistra del palco. Ero così tanto nel mio elemento da non aver nemmeno notato la folla che si stava iniziando a formare.

"Feel like I'm always apologising for feeling

Like I'm out of my mind when I'm doing just fine

And my exes all say that I'm hard to deal with

And I admit it, yeah."

Mentre la canzone si avvicinava alla fine, sentii degli applausi dal pubblico, aprii gli occhi e vidi che, ad applaudire, erano Harry e Jeff. Sentii le guance riscaldarsi, quindi mi girai velocemente e passai il microfono ad un membro dello staff che mi rivolse un piccolo sorriso, prima di correre giù dal palco.

Presi la mia acqua e gli spartiti e scesi anch'io dal palco. Stavo ancora facendo del mio meglio per ignorare Harry: ero imbarazzata per l'incidente a Glasgow.
Ovviamente, tra tutte le persone, dovevo pensare che Harry fosse venuto a letto con me! Cioè, ricordavo che fossimo stati più che ubriachi, ma probabilmente non sarebbe mai voluto venire a letto con me.

Avevo finalmente ammesso di avere una minima cotta per lui, ma era tutto ciò che poteva essere. Non solo era tecnicamente il mio capo ed avrebbe potuto cacciarmi dal tour quando volesse, ma il tour non era poi così lungo e, molto probabilmente, non l'avrei mai più rivisto.

Il modo migliore per gestire quella minuscola cotta che avevo per lui era stargli lontana. Gli avrei parlato solo quando necessario.
Non avrebbe dovuto essere troppo difficile, giusto?

Per l'amor del cielo, ero in tour con quel ragazzo! Probabilmente, il modo migliore di gestirla sarebbe stato non bere mai quando lui era nei dintorni. Sì, alla fine avevo ricordato tutto quello che era successo quella notte: dalle risate, ai balli, ai canti e volevo solo sparire in un buco.

"Hey, Sydney." Cazzo, ok, stai calma.

Mi girai velocemente, per vedere Harry sorridermi ampiamente. Sentii le guance arrossarsi immediatamente ed abbassai lo sguardo; odiavo l'effetto che aveva su di me.

Alla fine Alzai lo sguardo e parlai silenziosamente.
"Hey." Lui ridacchiò alla mia risposta timida e continuò.

"Sei stata bravissima lì sopra. Hai davvero una voce fantastica."

Ridacchiai leggermente prima di rispondere al suo complimento.
"Grazie, significa tanto detto da te." Mi rivolse un sorriso timido e si schiarì la voce, si portò il pugno alla bocca e tossì piano prima di rivolgermi un ghigno.

"Mi chiedevo se, forse, volessi uscire stasera?" Sentii la mascella aprirsi leggermente e gli occhi spalancarsi. Ero sicura di sembrare una stupida, ma non mi aspettavo che quelle parole gli uscissero dalla bocca. L'ultima volta in cui avevamo parlato, mi ero resa completamente ridicola.

Senza nemmeno capirlo, annuii lentamente. Beh, merda.
Era come se la mia mente dicesse una cosa ed il mio corpo facesse l'esatto contrario.

Harry mi rivolse un sorriso e rispose.
"Fantastico, ti verrò a prendere alle otto, ci vediamo nell'ingresso, va bene?" Gli rivolsi un sorriso ed annuii.

Si girò leggermente verso le quinte dove stavano preparando la sua attrezzatura e lo guardai andare via.
Dannazione, aveva un bel sedere.

Oh, per l'amor del cielo, stai zitta, Sydney!

******

"Poi sono caduto di faccia sul palco." La mia risata riempì il ristorante in cui eravamo. Alcune persone mi fissavano stranite, ma non mi importava, mi stavo divertendo come un matta con Harry.
"Oh Dio, sembra così imbarazzante." Lui annuì e mi rivolse un ampio sorriso.

Quando Harry mi aveva chiesto di uscire a cena, avevo avuto un piccolo attacco di panico, ma avevo chiamato Kathrine che mi aveva aiutata a superarlo. Avevo finito con il passare il resto della giornata su FaceTime con lei che continuava a parlarmi di come questo fosse un appuntamento quando, invece, sapevo che non lo fosse.
Forse Harry si era divertito e voleva che fossimo amici? Non ero il suo tipo.

Odiavo avere degli stereotipi, ma non ero una scema.
Lui frequentava modelle magre e bellissime. Per l'amor del cielo, Camille era assolutamente bellissima ed ero piuttosto certa che avesse frequentato Kendall Jenner. Io non pensavo di essere brutta, ma non arrivavo ai suoi standard. Gli facevo solo da opening act ed arrossivo per ogni cosa che dicesse o facesse.
Già, dovevo davvero smetterla di farlo.

Harry ai schiarì la voce è parlò.
"Cosa ti ha portata a cantare?" Mi schiarii la voce ed iniziai a parlargli della mia famiglia e di come a mia madre fosse sempre piaciuto il canto. Era così che le nostre conversazioni stavano andando avanti, quella sera: parlavamo semplicemente dei nostri interessi e ci stavamo conoscendo. Mi ero sempre sentita libera quando ero con lui, come quella sera al bar: potevo essermi resa ridicola, ma ricordo di essermi lasciata andare e di aver passato una bellissima serata. Non ero tesa e stressata come al solito ed era una bella sensazione che mi era mancata, qualcosa che ero fiera Harry avesse riportato in me.

"Perché lo hai detto al passato? Non le piace più?" Smisi di parlare all'istante ed abbassai lo sguardo sul pavimento.
"Uh, lei è morta l'anno scorso." Gli occhi di Harry si spalancarono, poi mi prese la mano sopra il tavolo e sussurrò.
"Mi dispiace, non volevo impicciarmi." Gli stinsi la mano e scossi la testa.
"No, va bene, non importa. Era una donna meravigliosa e merita che se ne parli bene."

L'espressione di Harry divenne felice come la mia, poi pensò al suo cibo ed il resto della serata fu pieno di risate e conversazioni fantastiche. Ero davvero felice quando stavo con lui: mi faceva sentire come se, al mondo, ci fossimo solo noi ed era anche un gentiluomo: quando arrivò il conto si rifiutò di farmi pagare. Era rinfrescante stare attorno a qualcuno che fosse così carino e premuroso.

Quando mi riaccompagnò nella mia stanza in hotel, mi baciò la guancia e mi disse che ci saremmo visti per lo show del giorno dopo. Sentii la guancia bruciare, quando le sue labbra la toccarono e non mi sarei sorpresa se quel colorito fosse rimasto lì in modo permanente. Mi sentivo tutta su di giri e contenta, quando se ne andò.
Cosa diavolo avevo di sbagliato? Non mi ero mai sentita così, prima.

Sapevo, nel profondo, di essere nei guai con quel ragazzo.
Mi stavo innamorando e non c'era niente che potessi fare per fermarlo.

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