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📍 Rio de Janeiro, Brasile

"Non credo ancora che sia una buona idea." Ruotai gli occhi verso Curtis che mi stava facendo un discorso da genitore.
"Curtis, ho ventidue anni, starò bene." Curtis mi rivolse uno sguardo apprensivo e sospirò pesantemente.
"Non è di te che mi preoccupo." Riconobbi velocemente il problema al quale Curtis si stava riferendo e guardai dietro di me, osservando Harry che mi aspettava vicino alla porta per l'uscita.

Mi girai velocemente quando Harry percepì il mio sguardo ed abbracciai Curtis per poi sussurrargli sul collo.
"Ti prometto che non succederà nulla, siamo solo amici." Quando ci staccammo, vidi lo sguardo scettico di Curtis.

Lo salutai velocemente e raggiunsi Harry che mi sorrise e prese la mia borsa per poi parlarmi.
"Hai bisogno di aiuto?" Lo ringraziai velocemente e gli passai una borsa con dei vestiti.

Harry aprì la porta ed aspettò che passassi per prima, mi guardai intorno e vidi che Curtis ci stava ancora guardando con il suo sguardo scettico. Per quanto Curtis potesse essere fastidioso, a volte, gli volevo bene e c'era sempre stato per me quando era morta mia madre. Era davvero l'unico che avessi che, in qualche modo, capiva il dolore che stavo affrontando; lui e mamma erano vicini, quindi lui aveva perso un'amica ed era stata dura per lui.

Gli sorrisi e camminai, guardando dietro di me per vedere che Harry mi stava seguendo.
"La mia auto è lì." Guardai il punto che stava indicando e camminai in quella direzione.

Quando raggiungemmo la sua auto, mise le borse nel bagagliaio e corse al posto del guidatore. Accese il motore e la radio ed una canzone degli anni '80 iniziò a suonare.

La macchina fu investita dal silenzio ed ebbi modo di pensare. Io ed Harry avevamo convinto la crew a restare un giorno in più a Rio; era stata una battaglia dura ma, alla fine, eravamo riusciti ad arrivare ad una decisione comune di avere un bodyguard che ci accompagnasse mentre visitavamo la città. Eravamo eccitati dal visitare insieme le città in cui viaggiavamo, era diventata una nostra piccola tradizione.

Mentre pensavo alle attività che avevamo pianificato, iniziai a diventare più nervosa.
L'ultima volta che avevamo visitato un posto insieme era stato quando, praticamente, Harry mi aveva trovata per strada a piangere per lui. A ripensarci, vorrei aver reagito in maniera più forte.

Beh, era troppo tardi per cambiarlo e quella era una nuova possibilità per me ed Harry. Dopo aver acconsentito ad essere solo amica con Harry, pensavo che sarebbe stato difficile invece, fortunatamente, non lo era stato. L'unica differenza era che non potevo più baciarlo, coccolarlo e tenergli la mano. A volte era dura, specialmente quando si comportava come un cucciolo, ma era la cosa migliore per me ed il mio cuore. Dovevo proteggermi ed era il modo migliore per farlo.

"A cosa stai pensando?" Girai il viso verso Harry che, però, era concentrato sulla strada davanti ed alzai leggermente le spalle prima di parlare.
"Pensavo." Harry annuì alla mia risposta ed alzò un po' il volume della radio.
"Rilassati ed ascolta un po' di musica." Sorrisi ad Harry e mi concentrai sulla musica che riempiva l'auto.

"There's nobody in the future

So baby let me hand you my love

Oh, there's no step for you to dance on

So slip your hand inside of my glove

Hold me, hold me, hold me

Hold me, hold me, hold me."

Mentre il testo di Hold Me di Fleetwood Mac suonava, mi sentii priva di ogni preoccupazione e tutti i pensieri mi lasciarono la mente. Girai il viso per osservare di nuovo Harry e lo trovai a canticchiare la canzone. Doveva aver percepito il mio sguardo, perché portò una mano sulla mia che avevo posato sul ginocchio. La strinse leggermente e mi sorrise. Ricambiai il sorriso, chiusi gli occhi e lasciai che la musica allontanasse tutto lo stress.

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