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📍 Tokyo, Giappone

Mentre camminavo per le strade di Tokyo, mi guardavo intorno: non c'erano molte persone fuori, perché era tardi. Le luci brillanti illuminavano le strade e gli edifici colorati mi portavano un minimo di felicità.

L'aria fredda mi calmava.
Dopo la mia esibizione, ero corsa in camerino e mi ero cambiata velocemente. Di solito avrei visto l'esibizione di Harry, dopo, ma non potevo riuscirci.

Misi dei pantaloni della tuta e misi il telefono in silenzioso.
Volevo solo stare sola.
Volevo tempo per pensare.

Ultimamente mi ero sentita così soffocata e dovevo scappare.
Tutte le mie emozioni stavano raggiungendo il limite e non sapevo cosa fare.
Non c'era nessuno con cui potessi parlare.

Quando mi ero sentita stressata, prima, me ne occupavo e mi tenevo impegnata, così da non pensarci.
Probabilmente non era il modo migliore di comportarsi, ma funzionava.

Questo, però, era diverso. Non sapevo come gestire quel tipo di sensazione.
Quando mia madre era morta, non mi ero davvero presa del tempo per gestirlo propriamente, mi ero solo assicurata che mio padre stesse bene e non mi ero mai presa il tempo di sedermi a piangere. Kathrine aveva sempre provato ad incoraggiarmi a parlarle, ma non avrebbe aiutato.

Nel profondo, sapevo che provasse solo ad aiutarmi, ma non volevo darle così tante responsabilità. Non c'era modo in cui potesse aiutarmi. Aveva una madre ed un padre amorevoli ed anche un fratello più piccolo ed una sorella più grande; io avevo solo me e mio padre e, tanto per iniziare, non eravamo mai stati molto vicini.
Le persone dicono che le tragedie uniscano le famiglie; beh, si sbagliano.

Ogni volta che provavo ad aiutare mio padre, lui mi respingeva e beveva. Ero inutile.
Ora parlavamo a mala pena, a meno che non gli servissero dei soldi.
Faceva male sapere che il tuo unico genitore non volesse avere niente a che fare con te.

Il tipo di cuore spezzato che provavo per Harry era diverso, non avevo nessuno con cui potermi distrarre: Kathrine era dall'altra parte del mondo, mio padre non mi parlava, Curtis non aveva mai approvato la mia "relazione" con Harry. Eravamo solo io ed i miei sentimenti.

I miei sentimenti.

I sentimenti facevano paura.
Era la prima volta che provavo sentimenti così forti per qualcuno e non sapevo cosa farci, non sarebbero andati via, nonostante fosse tutto quello che volessi.
Volevo piangere fino a farli sparire ma, tristemente, non era così che funzionava.
Lo avrei voluto.

Tutto quello che volevo fare era dimenticare i sentimenti che provavo per Harry, ma non sarebbe successo in una notte.

Se solo potesse essere così semplice.

La brezza fredda mi spingeva i capelli davanti al viso, così li spinsi dietro l'orecchio e mi fermai a guardare dove mi trovassi.

Non ne ero sicura, mi ero persa a Tokyo.
Era una bellissima città, con tutti quei colori, edifici, insegue e persone
C'era tanto da vedere e da scoprire.

Mentre osservavo il vicolo in cui mi trovavo, guardai tutti gli edifici, alcuni sulle sfumature del marrone, altri di colori brillanti

Mi fermai ad un edificio giallo con un girasole dipinto sul lato. Lo guardai e sospirai pesantemente.

Girasoli.

Tutti i ricordi di me ed Harry nel campo di girasoli mi investirono e tutto quello che volevo fare era buttarmi a terra e piangere. La struttura brillante e gialla mi ricordava dell'edificio davanti al quale Harry mi aveva fotografata in Tailandia.
Sentii una singola lacrima cadermi sulla guancia e la spinsi velocemente via, girandomi e sedendomi davanti a quell'edificio.

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