15. Discussioni

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Il tempo andava troppo velocemente per i gusti di Tyson. Erano già passati due mesi e mezzo e non aveva detto nulla ai compagni né loro avevano parlato molto con lui.
Erano sempre impegnati. Gli orari delle lezioni si erano fatti più intensi, lo studio era aumentato. A malapena riusciva a chiamare una volta a settimana la sua famiglia. Adwin non c'era mai, o era nelle aule di lezione o in camera di Shadow. Altra cosa che gli mancava: il sesso.
Un paio di settimane dopo, secondo, i suoi calcoli, avrebbe dovuto riavere il calore e allo stesso tempo ci sarebbero state le vacanze di Natale. E lui no, non ce l'avrebbe fatta a passare un'altro calore come il primo. Non era assolutamente contemplato.
Doveva parlare con i due. E l'avrebbe fatto subito.
Si alzò dal letto su cui era sdraiato e si guardò affianco. Adwin dormiva ancora. Bene.
Uscì dalla porta per poi chiuderla in modo leggero. Oltrepassò stanze e corridoi, in modo sicuro. Quel percorso l'aveva fatto ormai un miliardo di volte. Quando fu davanti alla porta degli alfa si maledì per la scelta. Forse non era pronto per parlare.

Suo fratello non aveva approvato la scelta di avere ognuno la propria camera e per non lasciarlo solo era rimasto con lui. Gli dispiaceva, ma per il momento era la scelta migliore.
Sospirò pesantemente per poi mordersi a sangue il labbro inferiore. Non voleva bussare. Non voleva varcare quella soglia. Non voleva sentirsi dire che era uno stupido. Un idiota. Uno schifo.
Cercò di recuperare nel profondo di sé un coraggio che non possedeva.
Picchiò dei piccoli pugni sulla porta. Delicatamente. Erano comunque le quattro del mattino e non aveva intenzione di svegliare tutti quelli che dormivano nelle camere affianco.
<<Ma chi cazzo è a quest'ora?>> Sussurrò dopo un po' Owen. Sorrise perché era proprio da lui fare quelle domande a cui, ovviamente, Jack aveva già la risposta <<potrebbe passare un tram e non lo riconosceresti. È Tyson. Aprigli. Ci manca solo che se ne va. Sai che cosa ci diceva tuo padre sulle donne, sono isteriche!>> L'omega ridacchiò. Non si sentiva offeso. Sapeva che Jack diceva tutto per scherzare e poi, aveva ragione. Quando si irritava diventava isterico come Vasya e che dire, non era esattamente un bello spettacolo.

La porta cigolò un poco e intravide i capelli castani dell'alfa. <<Ciao>> gli sorrise <<Ciao Owen>> passavano i minuti e l'alfa non accennava a muoversi. <<Posso entrare?>> Chiese con un sopracciglio inarcato. L'altro annuì ancora e si spostò di poco permettendogli di entrare.
Mise a fuoco la stanza buia sentendo i suoi occhi brillare. Era poco più grande della sua, le pareti erano bianche ed il letto era sfatto. Ne avevano uno matrimoniale. Due mobili erano accanto alla grande portafinestra e sulla sinistra una porta che probabilmente accedeva al bagno. Sul letto, dalla parte destra, c'era Jack seduto che si stroppicciava gli occhi. <<Ore piccole?>> Chiese in un sussurro divertito <<no, no>> rispose sbadigliando <<sono sempre così appena svegliato>> l'omega annuì. Non riuscì a trattenersi <<come diavolo fate ad avere un letto matrimoniale?!>> Owen scoppiò a ridere mettendo una mano davanti al viso cercando di farlo silenziosamente mentre anche Jack cercava di nascondere un sorriso.
<<Perché ridete??!>> Chiese confuso Tyson.
Il maggiore tra i tre gli fece segno di lasciare perdere mentre il compagno, rispondeva <<tutti quelli che vengono qui ce lo fanno notare!>> Rise ancora.

La faccia dell'omega si modificò immediatamente <<e sono molti quelli che vengono a farvi visita?>> I due si bloccarono capendo di aver detto una cazzata. Il più piccolo aveva le braccia incrociate al petto e le labbra messe in una smorfia, gli occhi lanciavano lampi d'accusa.
Jack strizzò gli occhi cercando di non guardarlo e Owen si morse il labbro inferiore con forza <<abbastanza>> decise di dire sinceramente.
<<E a quanti di questi lo infilate nel culo?>> I due tossirono a delle parole così dirette, ma gli sguardi di scusa che gli lanciarono dissero tutto.
<<Sentì, Ty, ci dis>> lo bloccò <<non dovete scusarvi. Per due motivi: prima di tutto so che gli alfa lo fanno regolarmente e poi, c'è una cosa che non vi ho detto per cui non posso arrabbiarmi. Sarei dalla parte del torto e non è corretto>> gli sguardi dei due si fecero preoccupati e allora si decise ad avanzare. Fece capire ai due di sedersi e lo fecero, sul grande letto che gli urlava di andare anche lui, ma non poteva. Dopo il discorso che stava per fare doveva avere il tempo di scappare e non poteva farlo se era seduto in mezzo a loro.
Lo volle fare in fretta, velocemente. Non era il tipo per girarci in torno. Guardò i due alfa negli occhi. Erano belli. Troppo belli per lui.

<<Non sono vergine>> la faccia di Owen si mise in una smorfia di "e quindi?" Si vedeva che non capiva le regole degli omega. Non ne aveva mai visti molti, mentre Jack, cambiò totalmente <<chi ti ha stuprato?>>
<<Nessuno, io->>
<<Chi ti ha obbligato?>> Continuò
<<Nessuno, t->>
<<Smettila di proteggerlo, chi è stato!?>> Owen intanto spostava gli occhi da uno all'altro in cerca di risposte. Vedendo quanto l'omega fosse spaventato, decise di poggiare una mano sulla spalla di Jack. Doveva calmarsi. <<Jack>> non si voltò <<Jack, mi vuoi spiegare perché stai facendo tutti questi problemi?>>
Finalmente il biondo si voltò. <<Mi chiedi anche perché? È una delle regole più importanti degli omega. Rimanere puri>> Owen allora si alzò dal letto. Lo sguardo confuso lasciava intravedere rabbia. Il petto dai muscoli delineati, si abbassava e alzava più lentamente del normale, come se stesse cercando di trattenersi. Andò velocemente da Tyson e gli prese la mano dolcemente. L'omega non se lo aspettava, anzi, pensava che sarebbe stato colpito.

<<Jackson>> partì allora Owen fissando l'altro alfa negli occhi. <<Come puoi dire una cosa del genere?>> Non lo fece neanche parlare. Strinse l'omega a sé e gli diede un bacio casto sulle labbra che fece tornare un piccolo sorriso sulle labbra dell'omega.
<<Questa è una discriminazione inutile. Sei geloso? Fattene una ragione! Gli omega lo sono il triplo di noi eppure Tyson non ha fatto una piega quando ha capito che siamo stati con fin troppe persone!>> Prese un piccolo respiro stringendo l'omega da dietro <<è il nostro compagno e non mi interessa cosa è successo nel suo passato. Voglio conoscere ciò che è e ciò che sarà. Il frutto del suo passato è il nostro compagno. Non ci ha neppure tradito! Non stavamo insieme! Quindi vedi di fartela passare!>> Poi si abbassò un'attimo per essere alla stessa altezza di Tyson <<mi racconterai tutto quando vorrai va bene?>> L'altro annuì con le lacrime agli occhi. Owen lo prese in braccio e aprì la porta della camera. <<Vedi di non farti vedere finché non metti il cervello a posto>> disse infine prima di andarsene con un Tyson dispiaciuto tra le braccia.
I suoi alfa avevano litigato ed era tutta colpa sua.

La tana del lupo -l'accademia chiamata collegio-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora