4. Bipolarismo e ormoni

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<<Quello non mi piace>> è così che entrò nella loro stanza Tyson. Adwin non lo sentì. Era a guardare fuori dalla finestra con la musica nelle orecchie. La leggera brezza gli sfiorava il volto spostandogli i capelli dagli occhi e facendolo sorridere. Aveva le guance rosee segno che era rimasto col volto all'aria per un bel po' di tempo e le labbra erano rosse e secche. Il panorama non era orrendo ma nemmeno quello che si sarebbe potuto vedere su una cartolina. Ad Adwin ricordava molto il castello di Hogwarts in Harry Potter.
L'accademia non era un castello, ma ci assomigliava. Se la guardavi, subito dava quell'aria di potenza. Sicurezza quasi. All'esterno delle mura dell'edificio, un campo. Erba piatta, ben tagliata. Curata. Dopo un bosco e da lì non si riusciva a scorgere più nulla. Solo fronde su fronde.
Si chiese come sarebbe stato lo spettacolo in autunno. Aveva controllato, erano tutte querce.
Si chiese anche se in inverno avrebbe potuto vedere l'orizzonte.
Gli venne tolta una cuffia <<Ehi Ad, mi ascolti?!>> non seppe bene cosa avesse fatto. Sapeva solo che si trovava ad un metro e mezzo dalla finestra tremante con Tyson piegato in due che rideva. <<Dio Ad, hai fatto un salto!>> lo guardò irritato. <<Porca puttana Tyson, mi hai fatto prendere un infarto stronzo. Vaffanculo!>> Il maggiore ridacchiò ancora e lui si sedette sul suo letto appoggiando i gomiti alle cosce e la testa ai palmi delle mani. Si sentiva il cuore andare a mille. Tyson l'aveva davvero spaventato e neppure se ne rendeva conto. Iniziò a lacrimare e non sapeva neanche perché lo faceva. Frustrazione? Rabbia? Paura? Non ne aveva la più pallida idea. Sapeva solo che stava avendo una crisi isterica. Il suo corpo iniziò a muoversi a ritmo dei suoi singulti e a tremare incessantemente. Più piangeva e più gli faceva male ma non riusciva a smettere. Era più forte di lui. <<Adwin! Perché stai piangendo? È colpa mia?>> Lui scosse la testa continuando a piangere. <<Non lo so!>> Disse con voce roca e graffiante. Davvero, non ne aveva la più pallida idea. Gli pulsava tutto. La testa, il collo, le mani. <<Mi sento uno schifo>> disse quando iniziò a calmarsi. Era ancora scosso dai singulti, ma almeno non piangeva più. Tyson gli andò incontro stringendolo tra le sue braccia. <<Ehi Addy, stai tranquillo, va tutto bene>>
Dopo un po' si staccò quasi schifato dal corpo del fratello. <<Certo che però potevi risparmiartelo stronzo!>> Scoppiò a ridere e l'omega lo seguì poco dopo.
Bipolarismo al massimo. Ottimo!

<<Cos'è che mi stavi dicendo quando sei entrato?>> L'altro fece una faccia confusa <<quando hai detto che non ti stavo ascoltando>> l'omega aprì la bocca sussurrando un 'ahhh' per poi continuare <<stavo dicendo che Shadow non mi convince>> Adwin si sentì pervadere da del dolore inspiegabile, quasi come lo trapassassero un centinaio di lance. L'altro non se ne accorse continuando tranquillamente il suo discorso <<stamattina al bar mi ha guardato come se sapesse qualcosa. Non so. Credo fosse solo una mia impressione in realtà. Ho il terrore che qualcuno lo venga a sapere e mi immagino le cose>> vedendo il fratello tenersi il petto aggiunse <<Adwin, cosa succede?>> L'altro prese dei respiro profondi e sempre tenendosi la parte sinistra del busto alzò lo sguardo in contemporanea al sopracciglio destro. <<A parte il fatto che hai detto che non ti convince il mio mate, nulla. Assolutamente nulla>> Tyson sgranò gli occhi. <<Ma..? Come? Non vi siete saltati addosso! Non avete fatto- sì ok hai capito!>> l'altro annuì tranquillamente riprendendosi dal dolore ormai passato. Era abbastanza normale. Non si preoccupava della cosa come stava facendo il maggiore. <<Fratellino mio>> fece un sorriso scomposto <<cosa sai che non mi hai detto?>> Adwin alzò il volto di scatto e scosse la testa. Lui? Nulla!
<<Aspetta, aspetta, aspetta!>> Continuò l'omega imperterrito <<Easy!>> Adwin lo guardò incerto. <<Easy ti ha fermato prima che partissimo pretendendo di parlarti in privato! Oh fottutissimo gemello! Che cosa ti ha detto?>> L'altro non disse nulla continuando a deglutire pesantemente <<non negare Adwin! Ho capito che ti ha detto qualcosa!>> Lui si morse il labbro inferiore per poi parlare <<io non nego nulla, ma mi ha detto che non potevo dirtelo e poi ha aggiunto che serviva ad uno 'scopo superiore'>> l'omega fece una faccia confusa e si indicò. <<Fammi ben capire: ti ha detto che non puoi dirlo a me?>> L'altro annuì.
<<Ah. Ok. Va bene credo>> ancora con una faccia confusa si voltò e prese un paio di boxer e una maglia di suo fratello Dexter. Incredibile il fatto che lui avesse quattro anni in meno e fosse più grande fisicamente di lui. Ma che dire, era un'alfa dopotutto.
Senza rivolgere neanche uno sguardo al beta andò in bagno. Chiuse la porta alle sue spalle e appoggiò i vestiti al lavandino per poi guardarsi allo specchio. Aveva i capelli neri. Caleb diceva che li aveva ereditati da suo nonno. Gli occhi verdi erano più scuri del solito e la pelle lattea era più bianca del solito. Non poteva essere più diverso da Adwin.
Prese a spogliarsi. Le sue curve erano fini, la vita stretta, i fianchi un po' più larghi che continuavano in una linea fluida con le cosce. Sorrise al suo riflesso per poi entrare nella doccia rettangolare. Aprì il getto dell'acqua calda. Al massimo. Dal soffitto, uscì dell'acqua gelata che lo fece rabbrividire. Passarono pochi secondi e poi, finalmente, l'acqua divenne calda, poi bollente. Si sentiva quasi bruciare, ma era una sensazione piacevole. I muscoli si rilassavano e si sentiva rinvigorire secondo dopo secondo. La conversazione col fratello gli rimbombava nelle orecchie. Sapeva che se era una cosa imposta dai gemelli non poteva opporsi eppure, si sentiva come tradito. Non gli piaceva la sensazione. Lo faceva arrabbiare e gli scuoteva di adrenalina il corpo. Le mani si strinsero automaticamente in due pugni e le dita dei piedi si arricciarono. Spense l'acqua e del vapore si sparse attorno a lui. Prese del sapone e se se lo cosparse sulle mani per poi iniziare a spargersi il corpo.
Se non glielo avrebbe detto Adwin, l'avrebbe scoperto lui.

Non so se ho dato l'idea della crisi isterica che ha avuto Adwin. A me è capitato solo due volte. Quando ero arrabbiata per un nonnulla con mia madre ma un sacco di emozioni sono andate a mischiarsi e ho iniziato a piangere in modo nevrotico.
Adesso, dovete considerare che io piango pochissimo. Due o tre volte all'anno solitamente e mi capita sempre per motivi banali, come se rinchiudessi tutte le lacrime e ad un certo punto scoppiassi. È successo così, solo che era stato più potente e davvero, sembravo isterica.

La tana del lupo -l'accademia chiamata collegio-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora