34. Cambiamenti

1K 79 9
                                    

Solo quando non vuoi nessuno attorno ti accorgi davvero di quante persone hai vicino. L'essere numerosi in famiglia, non gli aveva mai dato problemi, ma in quel momento, dopo il ventesimo abbraccio di conforto dalla ventesima persona diversa, voleva solo andarsene.

Voleva solo rintanarsi nella sua camera con Owen, essere abbracciato e coccolato solo da Owen, venir baciato da Owen, sentire parole di conforto solo da Owen.  Voleva il suo alfa che, in quel momento, come lui, veniva ricoperto da abbracci da persone care ma che, in quel momento, non potevano fare granché.

Al ventottesimo abbraccio si stancò. <<Ora basta, per favore>> sussurrò appena. Non vide neanche la persona che aveva appena rifiutato, andò dal compagno e lo tirò per un braccio. Non guardò neanche lui. Camminò, camminò e basta.

Rallentò solo arrivato al bagno. Si spinse in un cubicolo con l'altro e bloccò a chiave la porta. Chiuse gli occhi e fece un piccolo respiro tremante. Finalmente c'era la calma. Quando ebbe fatto abbastanza respiri per calmarsi, si voltò verso Owen che sorrideva appena guardandolo. 

<<Grazie>> gli rispose con solo un sorriso. Significava troppe cose. Significava prego, grazie a te, scusami, abbracciami, mi mancavi, baciami. Senza che se ne rendesse conto, i suoi occhi furono pieni di lacrime. Lacrime che aveva trattenuto davanti agli altri ma che in quel momento, poteva mostrare.

Owen lo strinse a se facendolo aderire al suo petto e Tyson si beò del suo profumo fragrante. Si rimpicciolì tra quelle braccia e si calmò pian piano. Avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre. Alzò il volto e incontrò lo sguardo caldo del compagno. <<Ti amiamo>> l'alfa non poté fare a meno di sorridere. 

<<Vi amo anche io>> rispose in un sussurro. L'omega sospirò, voleva Jack, Dio, gli mancava così tanto. <<Manca anche a me>>  Tyson sorrise e si alzò sulle punte fino a far combaciare le loro labbra. Chiuse gli occhi dimenticandosi del resto del mondo. Sfiorò la lingua di Owen e il suo cuore riempì le orecchie del minore. Era calmo, rassicurante, rilassante.

Il suono del cellulare di Tyson riempì l'abitacolo. Con uno sbuffo si staccò dal mate e prese il telefono dalla tasca dei pantaloni guardò lo schermo prima di rispondere.  <<Adwin>> pronunciò. Owen fece una faccia confusa e l'omega gli fece cenno di aspettare un attimo. 

<<Ehi, Tyson. Dovevo dirti una cosa importante, ma sei stato assalito dagli altri e poi sei sparito. Dovrei parlare con te e Owen. Manca anche lui, quindi penso sia con te>>

<<Sì, è con me ti metto in vivavoce, dì pure>>

<<Ciao Adwin come va?>> chiese con gentilezza Owen. Capiva il fatto che il compagno fosse agitato, ma l'essere scostanti con il proprio fratello non aiutava.

<<Abbastanza bene, grazie. Adesso che mi fai pensare, ho due cose da dirvi>>

<<Adwin, parla>> Tyson ringhiò e il mate lo guardò male ma non gliene importò.

<<Il cuore di Jack ha ripreso a battere! I dottori hanno detto che è stato uno degli arresti cardiaci più lunghi che abbiano mai visto, dodici minuti. Aveva perso il venti per cento delle possibilità di sopravvivere, ma ce l'ha fatta. Jackson è forte>>

<<Grazie alla luna!>> Tyson tirò un sospiro di sollievo e tutti i suoi muscoli si rilassarono. <<Grazie Adwin. Sei stato molto gentile a dircelo>>

Owen guardò il suo compagno che era tornato in sé. Finalmente lo riconosceva, era il ragazzo che amava ora.

<<Di nulla fratellone, era un dovere! Piuttosto, ho un altra notizia da darvi>>

L'omega fece una smorfia. <<Bella o brutta?>>

<<Dipende dai punti di vista. Finalmente ho avuto la visione. L'ho avuta esattamente quando Jack è entrato in arresto, quindi, non so se centri qualcosa, comunque, so dove sono>>

I due compagni si guardarono. <<Arriviamo>>

Si erano tutti dati appuntamento alla sala delle riunioni per discutere di ciò che aveva visto Adwin. Erano tutti a coppie che si rassicuravano a vicenda. La situazione di Jack aveva creato un allarme interno, ognuno di loro era il più vicino possibile ai suoi cari, la paura di perderlo era immensa.

<<So che molti di voi preferirebbero essere da un'altra parte, ma ho degli scorci di dove possono nascondersi i due bastardi, quindi...>>
<<Quindi non è un problema trovarci qui. Parla pure Adwin, noi ti ascoltiamo>> fu Major a parlare e metà sala si voltò verso di lui. Da quando era così gentile?

Sunny si voltò verso il compagno sorridendo. <<Grazie>> Major ricambiò lo sguardo con affetto <<ti amo>> l'omega lo baciò con dolcezza. Dolcezza che venne spazzata via dalla irruenza del mate. <<Ti amo anche io>>

<<Dicevo. Vi ho convocato tutti, perché ognuno di voi può sapere dove si trova quel luogo e possono essere utili, vorrei quindi che mi ascoltaste tutti>> molte teste annuirono e i restanti si misero in ascolto.

Il beta chiuse gli occhi cercando di trasportarsi nuovamente nella sua visione cercando di averla il più vivida possibile. Prese un grande respiro prima di iniziare a parlare.
<<C'è tanto verde...>> La sua voce appariva distante, un sussurro lontano <<alberi, arbusti di grandi dimensioni>>

<<Può parlare della foresta di Humboldt>> intervenne Enea. Alcuni furono d'accordo con lui, altri, gli dissero di lasciar continuare Adwin.

<<Un piccolo spiazzo e tante persone. Sono armati>> spezzò la frase a metà e strinse gli occhi <<ci sono tante grotte. Tanti prigionieri>>

<<Ad, non ci siamo. In quella foresta ci sono tanti spiazzi così. Dammi un indizio, dimmi di che colore sono le rocce delle grotte>> fu Shadow ad intervenire.

<<Mhhh... Rocce, sono bianche, no, sono blu e gialle. Forse verdi, sono verdi. Si mimetizzano>>
<<Ma che si è fumato?>> Chiese in un sussurro Ruana. Olcan le tirò uno scappellotto sulla nuca. <<È mio figlio, porta rispetto!>>

<<Adwin, stai andando bene. Ascoltami un attimo ancora. Quante grotte ci sono?>> Shadow gli fu vicino. Molto vicino. Gli prese le mani tra le proprie guardandolo speranzoso.

L'altro arricciò il naso. <<È difficile. Sono nascoste tra gli alberi>>

<<Ti prego Ad, provaci. È importante, per favore>> la voce lo stava implorando e Adwin dovette rispondere. Aguzzò la vista. Passarono dei minuti, ma poi rispose in modo sicuro <<Quindici. Sono quindici.>>

I miei cambi di scena insensati sono favolosi ahahaha.

Abbiamo dei punti che sono improponibili:

1. Il povero Jack, dopo un arresto, non ha più visto nessuno. Tyson e Owen spariti proprio, ma ok
2. Dove cavolo le vedi le rocce verdi? Lo spacciatore dove l'hai trovato?
3. A che te serve il numero. So' rocce verdi, dove le trovi?

Mi stupisco sempre di più delle cavolate che scrivo, ma voi amatemi ugualmente ahahaha ❤️

La tana del lupo -l'accademia chiamata collegio-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora