25. Renderti felice

1.2K 84 3
                                    

Era interessante quanto strano come, dopo poco meno di cinque secondi dalla fine della frase di Eika, si sentirono sei spari.

Uscirono nel giardino correndo. Tyson abbassò gli occhi verso l'erba scura. Il sole era calato e al suo posto, c'era la luna. Una bianca e splendente sfera. Jack gli si avvicinò lentamente cercando di non spaventarlo, lo prese per la vita e lo girò facendogli poggiare il petto sul proprio busto.

In poco tempo la maglia si bagnò. L'omega non si era neanche accorto di stare piangendo. Nessun suono usciva dalla sua bocca. Nessun mugugno, nessun singhiozzo, nulla. Solo le calde lacrime che gli rigavano il volto fino a cadere sul tessuto della maglia del fidanzato. 

Owen li raggiunse in poco tempo e l'omega si voltò verso di lui per lasciargli un bacio a fior di labbra al gusto di sale. <<Quanti?>> chiese chiudendo gli occhi il più piccolo mentre la paura iniziava a farsi sempre più feroce dentro di sé <<quattro>>

Caleb guardava la scena che gli si proiettava davanti. Quattro cadaveri di cui tre uomini. Alpha, come sempre. Una sola donna, l'unica fino a quel momento. Era stata l'unica trattata decentemente, se così si poteva dire per un cadavere. Era stata poggiata a supina, le mani intrecciate sul petto, l'unico proiettile era in fronte. <<L'unica che non ha sofferto>> 

L'omega si voltò per poter guardare il marito negli occhi. Quegli occhi verdi che tanto amava. <<Come sono ridotti gli altri?>> Gli chiese con voce roca. Non gli piacevano quegli scenari. Non ne era più abituato. Erano decisamente troppi anni che non partecipava a qualche battaglia.

<<E stai pure tranquillo che non ci parteciperai più!>> Esclamò il compagno prendendogli una mano per poi stringerla tra le proprie. <<A volte mi dimentico del fatto che siamo così legati sai?>> Olcan gli sorrise per poi baciargli la testa. <<A volte mi dimentico di quanto sei basso>>

Caleb gli tirò un pugno sul petto per poi mugugnare un poco definito 'stronzo'. Olcan ridacchiò stringendolo ancora. Dio, quanto amava quell'omega scorbutico! Gli alzò il volto per far combaciare i loro sguardi. <<Ti amo>> il minore sorrise per poi baciarlo con lentezza.

<<Posso sapere che diavolo hai?>> Adwin si era stancato di quella situazione. Shadow lo ignorava continuamente e quando erano insieme quasi non gli rivolgeva la parola. O deviava il discorso. 

<<Non so di cosa tu stia parlando. Comunque, chiunque sia, ci è andato pesante! Il primo uomo due colpi, genitali e torace. Preferisco non sapere qual è stato il primo e po->>

Il più piccolo alzò gli occhi al cielo. <<Lo vedi?>> L'altro lo guardò, finalmente. I loro occhi si scontrarono e Ad poté giurare di vedere della furia ceca all'interno di quelli del maggiore.

<<Cosa dovrei vedere?>> Chiese a voce bassa e il minore rabbrividì, ma non si fece scoraggiare. Era un Lyall ed i Lyall non hanno paura di nulla, figurarsi del proprio compagno. 

<<Sei freddo e distante ed è come de mi ignorassi continuamente. Non ti  interesso più? Non mi ami più? Vuoi andartene? Pensavo fossimo felici!>>

Shadow si morse il labbro puntando gli occhi più scuri del solito verso il mate. <<Girati Adwin, guardati intorno>> non aspettò che lo facesse <<Vedi tuo fratello con Jackson e Owen? Loro sono felici. Voltati di poco. Guarda. I tuoi genitori, i tuoi zii, le tue zie. Byron e sua moglie, Edith e Akira. I tuoi cugini Xylia e Zephir che sono a passare l'heat e il rut con le loro compagne. Loro sono felici. Loro si amano. Poi ci siamo noi e Major con tuo fratello. Le uniche coppie che sono confuse e mi chiedo se sia un problema di famiglia, l'indecisione>>

Sorrise, un sorriso falso. <<Ma, Sunny posso capirlo. Davvero posso. Major non è facile e ha il doppio della sua età. Ma noi? Io cosa ti ho fatto? Ti sto vicino. Mi occupo di te e ti aiuto durante le tue crisi. Ti ho detto che ti amo e tu mi hai chiesto tempo. Sono passati mesi e inizio a chiedermi quanto dovrò aspettarti. Io ti amo, ma questo per me, non è un rapporto. Questa è un relazione a senso unico>>  portò una mano al viso del compagno per poi accarezzarlo <<io ti amo Adwin, ma non so quanto ancora posso aspettarti.>>

<<Major?>> lo chiamò dolcemente. Erano finalmente a letto, nella camera dell'uomo, ognuno nella propria metà di letto e l'omega si sentiva solo. <<Mh?>> fu la risposta dell'alfa, ma se la fece bastare. Si avvicinò alla sua schiena scoperta facendola aderire al suo petto. Poggiò le labbra sul suo collo e l'alfa si scostò al suo tocco facendolo rimanere male. Si sentiva inadeguato affianco a Major.

<<Perché non possiamo essere una coppia normale?>> La risposta fu semplice. <<Perché noi non siamo una coppia normale. Ora dormi Sunny>>

L'omega mise il broncio e inizio a spostare le mani sul petto del compagno che gli fermò la mano poco prima di arrivare al suo membro. Mai visto un alfa che rifiutava il sesso.

<<Perché non mi vuoi?>> l'altro sbuffò, ma finalmente si voltò verso di lui. <<Fai troppe domande ragazzino e comunque non è vero. Io ti voglio>> l'altro si indignò.

<<Ho quindici anni!>> l'alfa alzò gli occhi al cielo come avessero avuto quella conversazione un miliardo di volte. <<Appunto. Sei un bambino>>

Sunny spalancò gli occhi come colpito da una rivelazione. <<Per questo non vuoi stare con me! Non mi tocchi e non mi parli, praticamente neppure mi guardi. Non mi vuoi perché sono troppo piccolo per te>> il più piccolo iniziava a sentire gli occhi farsi lucidi e maledì la propria classe sociale. Gli omega erano troppo sensibili.

Evidentemente anche Major si era accorto del suo stato pietoso perché si era avvicinato a lui prendendogli una mano tra le proprie.
<<Non hai capito nulla>> l'altro lo guardò sbarrando gli occhi. <<Io non capisco nulla, ma in tanto il ragazzino qui presente non ti fa nessun effetto. Come dovrei tradurlo?>>

L'alfa, stanco di quei lamenti inutili appoggiò la mano del più piccolo sopra il suo membro rigonfio. Inarcò un sopracciglio <<lo senti?>> L'altro annuì piano <<questo si chiama eccitarsi. Non "non ti faccio nessun effetto">>

L'omega si leccò le labbra divenute secche <<allora perché non mi vuoi?>>

<<Non è che non ti voglio piccolo, io ti voglio fin troppo>> La faccia confusa dell'altro lo fece continuare. <<Sei il mio cucciolo amore. Sei piccolo e non posso esagerare. Ho paura, una paura fottuta che se mi lascio andare finisco per farti male.>>

L'omega sorrise felice. <<Fidati che non mi farai male qualunque cosa farai>> diede un piccolo bacio sul naso di Major <<quindi, prepara il tuo amico che adesso ha tanto lavoro da fare per potermi soddisfare a dovere!>>

E nulla, capitolo di passaggio e un miliardo e mezzo di punti di vista!

La tana del lupo -l'accademia chiamata collegio-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora