27. Famiglia

1K 83 36
                                    

<<Dio, Tyson, ma è bellissimo!!!>> Esclamò Erik con entusiasmo. Kele lo guardava dubbioso mentre l'omega in questione aveva una smorfia a contornargli il volto.

Nessuno dei due confermò o negò ciò che disse il più piccolo e lui fece una faccia confusa. <<Mi volete spiegare che diavolo succede? Sembra che nessuno sia contento quanto me!>>

<<Papà>>
<<Olcan>>
I due si guardarono e ridacchiarono dandosi il cinque.

<<Non sapevo che nostro padre facesse così tanta paura!>> Commentò Erik. <<Tu non hai idea. Aveva appena dato la sua benedizione ai miei compagni, mica posso dirgli: ehi pa', il primo calore che ho passato con Jack e Owen ha dato i suoi frutti, sono incinta e probabilmente non è uno solo!>>

Tyson aveva quasi urlato e dopo essersene accorto, si voltò in cerca di persone che avessero potuto sentire e no, non c'era nessuno. Tirò un sospiro di sollievo.

<<E tu zio? Sentiamo, qual è il tuo problema con papi?>> Riprovò Erik. <<Senti, Rik, tu lo chiami papi e ne parli come se fosse l'alfa più dolce al mondo, ma ti assicuro che tuo padre è una belva. Senza contare che Olcan aveva chiesto a Caleb chi avesse dovuto discutere con Tyson per la questione calore e guarda caso, sono uscito io>> borbottò.

<<E sai perché?>> Gli chiese. L'altro negò con la testa. <<Perché sono io il padrino di questo idiota! Almeno vostro padre ce ne aveva messo due di calori per rimanere incinta!>>

<<Tecnicamente>> si intromise il ragazzo insultato <<questo è il mio secondo calore>> Kele alzò gli occhi al cielo come se tutte le ingiustizie capitassero a lui.

<<E sì che mi sembrava che avessi già avuto un calore! Devo davvero spiegarti cosa intendevo?>> L'altro lo guardò un attimo per poi capire finalmente ciò che intendeva e scuotere la testa velocemente. Non ci teneva particolarmente.

<<Ehi, io non ho capito!>> Kele lo guardò con un sopracciglio inarcato per poi fare il segno della penetrazione con le mani. <<Eddai zio, che schifo!>> Scosse il capo Erik per poi coprirsi gli occhi con le mani.

<<Chiedi a tuo fratello se fa tanto schifo!>> Disse ridendo e Tyson divenne rossissimo. Avrebbe ucciso Kele. Poco ma sicuro. <<Si può sapere perché ti comporti così??! Uffa>>

L'omega più anziano alzò le spalle. Si divertiva parecchio a dar fastidio ai due più piccoli. Li guardò con amore, erano i suoi nipoti, ma nel branco, erano tutti una grande famiglia e perciò li considerava suoi figli.

Vide Tyson portarsi una mano al ventre con un dolce sorriso sulle labbra. Erik, si sporse in avanti dandogli un bacio sulla guancia per poi appoggiare una sua mano sopra quella del fratello iniziando a raccontare, a quelli che lui già definiva bambini, quanto era crudele 'zio Dexter' quando non lo faceva giocare ai videogiochi con lui.

Tyson intanto ridacchiava per ciò che l'altro omega rivelava e, ogni tanto, gli tirava uno scappellotto quando il più piccolo diceva qualcosa che a lui non andava bene. Erano adorabili.

<<come vorresti chiamarli i tuoi cuccioli?>> Tyson si morse il labbro inferiore. <<Vorrei fossero una femmina ed un maschio. Al bambino il nome lo farei scegliere a Jackie e Wen>>

Kele annuì. Sapeva quanto era difficile la scelta del nome. L'aveva sperimentato sulla sua pelle e, fortunatamente, avendo avuto quattro figli, lui e Josh avevano fatto a turno. Due lui e due il beta.

<<E la bimba come la chiameresti?>> Chiese quindi. <<Sakura o Shakira. Ma mi piace di più Sakura>> l'altro fu d'accordo.

Erik nel frattempo era già entrato nella casa. <<Vado da Jack e Owen>> Kele sorrise <<ok, io vado da Duke e Nyx. Conoscendoli staranno litigando per quale gioco usare. Dovrebbero essersi svegliati da poco. Hanno una sveglia incorporata!>> Tyson annuì.

Conosceva i suoi cugini. Nyx, di ormai dieci anni, era molto permalosa e prepotente. Voleva sempre decidere lei e, quando il fratello più piccolo di tre anni, si ribellava alla beta, essendo un alfa, scoppiava una guerra ogni volta.

Tyson si chiese come mai i due fidanzati non fossero scesi a salutarlo. Solitamente lo sentivano dal suo profumo e andavano da lui.

Scrollò le spalle. Magari volevano che andasse lui da loro. Non avrebbe aspettato altro tempo.
Salì le scale delicatamente, cercando di fare meno rumore possibile, non voleva farsi scoprire. Arrivato alla camera di Owen, dove, sulla porta in legno era stato inciso 'Owen Caron' in bella calligrafia, prese un respiro profondo.

Non doveva fare capire nulla ai due compagni. Non gli piaceva mentire, ma prima voleva essere sicuro di essere incinto. Odiava dire delle cose che poi potevano rivelarsi false.

Aprì la porta dolcemente ed entrò nella stanza. All'inizio non comprese ciò che vide. Non lo elaborò. Rimase fermo, sull'entrata, senza sapere cosa fare. Vide il sangue. Tanto. Troppo. Il rosso gli annebbiò la vista e cadde rovinosamente a terra in un tonfo. Si sentiva male, scombussolato.

Era tutta la mattina che sentiva delle fitte al ventre, ma pensava fossero solo i dolori dei bambini inventati dal cervello, come quando noti una ferita che non sapevi di avere ed essa inizia a pulsare.

Non immaginava di certo che i suoi compagni stessero male. Non riusciva ad alzare lo sguardo. I capelli neri, oramai lunghi fino alle spalle, gli coprivano il volto e gli occhi.

Iniziò a piangere chiedendo aiuto.

Caleb, sentendo il figlio urlare, salì immediatamente a controllare cosa non andava e vedendo quello spettacolo rimase mezzo secondo bloccato, poi, iniziò a chiamare gli altri <<Olcan, cazzo, vieni ad aiutarmi! Chiamate i genitori di Jackson e Owen e avvisate l'ospedale che sta qui vicino che arrivano due casi gravi>>

Cercava di mantenere la calma per suo figlio. Tyson venne aiutato dai suoi fratelli e Kele gli si avvicinò <<Senti, Cal, abbiamo un piccolo problema>> non andò avanti a parlare.

Caleb spostò lo sguardo verso i due compagni del figlio. I paramedici erano finalmente arrivati. <<Allora Kel, vuoi parlare o no? Non ho tutto il giorno come vedi>>

L'altro si morse le labbra fino a far uscire il sangue e poi, finalmente, iniziò a parlare. <<bisogna far controllare anche Tyson e tenerlo sotto controllo. Non deve fare stupidaggini>>

Caleb lo guardò incuriosito <<come mai tutta questa improvvisa premura verso mio figlio?>> Kele lo guardò colpevole <<è incinto, Caleb. Tyson aspetta dei bambini>>

La tana del lupo -l'accademia chiamata collegio-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora