Epilogo

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Tyson controllò velocemente che non ci fosse nessuno per il corridoio ed entrò nella camera che condivideva con i suoi compagni. Scivolò verso il bagno e dalla tasca anteriore dei suoi pantaloni, tirò fuori un piccolo sacchetto.

Controllò nuovamente la camera dopo aver appurato che non ci fossero Jack e Owen, per la seconda volta, tirò fuori una delle pastiglie e la osservò per qualche secondo.

Guardò bene, millimetro per millimetro, quel piccolo oggetto che probabilmente gli stava portando via anni della sua vita. Guardò quella pastiglia che ormai sarà stata la trentesima o poco meno. Tutte uguali erano.

Tutte di un colore violetto. Tutte con un odore orribile e un sapore tremendo. Lo facevano stare meglio. Per quanto? Due? Tre ore massimo. E poi ritornava alla solita agonia. Posò gli occhi sul suo riflesso. Chi era quel ragazzo che lo osservava? Non si riconosceva.

I suoi capelli neri erano in disordine. Un groviglio di capelli medio-lunghi. I suoi meravigliosi occhi verdi erano appannati, forse lacrime, forse il dolore. Era magro, troppo magro. Lo nascondeva bene. Felpe larghe di Jackson o maglie giganti di Owen.

Era davvero bravo a mentire.

Nessuno pensava a ciò che stava facendo davvero. I compagni gli lasciavano il suo spazio, gli amici il suo tempo. Non parlava da ore, non mangiava da giorni. Solo quelle pillole gli facevano compagnia. Da tre mesi. Tre mesi in cui soffriva per la perdita dei suoi piccoli.

Tre mesi in cui odiava Clyde. Gli aveva parlato e gli aveva riversato contro il suo dolore. L'unica cosa che l'alfa aveva fatto era guardarlo con un ghigno e le uniche parole che aveva detto, erano state solo un fardello per l'omega. "Sono morti. Tu volevi questo. Non sei andato forse lì per morire? Sapevi sarebbe finita male".

Forse davvero ci aveva provato. In quel momento però lo stava facendo davvero. Lo strozza lupo era l'arma più letale, forse l'unica.
<<Cosa- cosa stai facendo?>> Fece un salto a quella voce improvvisa e la pillola gli volò di mano. Automaticamente nascose il sacchetto dietro la schiena.

<<Tyson. Che cosa stavi facendo? Rispondi, ora>> se Owen sembrava paralizzato, Jack era furioso. <<Cosa stracazzo stavi facendo?! Ti droghi ora? Da quando?!>> Jackson avanzava velocemente e Tyson deglutì indietreggiando spaventato e fu allora che Owen intervenì.

Prese il compagno alfa per un braccio e lo portò indietro <<non toccarlo>> ringhiò. Era anche lui scioccato. Deluso pure, ma non si faceva del male al suo piccolo omega. Non lo doveva toccare neppure Jack se faceva così.

Sì posizionò davanti all'omega nascondendolo alla vista dell'alfa dagli occhi rubino. Mostrò i suoi corallo e lo fece indietreggiare scuotendo la testa. <<Lo difendi anche Owen? Davvero?>> Non ricevette risposta e si voltò sbattendo la porta del bagno ed uscendo dalla camera.

Owen si voltò accarezzando il volto a Tyson. Poi si distanziò. <<Ti ho difeso solo perché è una testa calda. Dovremo fargliela passare e potrebbe metterci mesi. Non ha un bel rapporto con la droga. Ma sono furioso anche io. Quanto lui. Ti è abbastanza chiaro?>> Tyson annuì.

<<Bene. Ho tre domande e poi potremo procedere ad aiutarti perché così non andiamo avanti. Ok?>> Annuì. <<Sai che è sbagliato?>> scosse ancora la testa. <<Vuoi smettere?>> Lo fece di nuovo. <<Ci ami?>> Chiese dunque con gli occhi lucidi. Tyson assentì nuovamente. <<A voce piccolo, per favore>>

Sospirò. <<Sì, vi amo da impazzire. Entrambi>> disse guardando la porta chiusa <<non pensare mai che sia stata colpa tua, o vostra. È colpa mia. È solo colpa mia.>> Venne racchiuso da due braccia forti e poté finalmente piangere protetto.

*****

<<Come va?>> Gli chiese Adwin tenendolo sotto braccio. <<Fisicamente bene>> sospirò. Aveva recuperato il rapporto col fratello in quei mesi di lontananza forzata. Si era allontanato da tutti, branco e famiglia, per poter liberarsi della droga, pulirsi. L'aveva promesso ad Owen e l'aveva fatto, ma, non andava tutto bene.

<<Cosa ti preoccupa?>> gli chiese il biondo e l'omega si bloccò guardandolo con tristezza. <<Come avete fatto tu e Shadow a non perdervi quando gli hai detto di non volere figli? Mi sembra di essere in un buco di incertezze, non li vedo da sette mesi e con Jack non mi sono lasciato nel migliore dei modi. Ho paura, so di averli delusi, non sono stato un bravo omega e ho paura di aver rovinato tutto capisci?>> 

Il beta annuì, capiva perfettamente ciò che diceva il fratello. Non sapeva neanche come aiutarlo, aveva avuto gli stessi dubbi e l'unica persona che era riuscito a colmarli era stato proprio Shadow. <<Io non ho fatto nulla a parte nascondermi da lui, è stato lui a bloccarmi e ad avermi capito. Senza Shadow sarai perso ora, non so come aiutarti>> 

Tyson lo abbracciò con forza e lasciò scivolare sulle guance solo una lacrima, poi respirò profondamente e si attaccò sul volto un sorriso di circostanza, riprese per mano la sua valigia e si incamminarono entrambi verso la casa branco, venendo accolti da Shadow e la sua famiglia. Tyson li vide, Jack ed Owen, dietro i loro genitori, ma appena provarono ad avvicinarsi, scappò al piano superiore dicendo di aver bisogno di riposare.

Fece così anche per i cinque giorni successivi. Li ignorò e scappò da loro, più che poté. Lo fece con tutte le sue forze. Mangiava prima o dopo gli altri, oppure rimaneva direttamente a digiuno, se doveva andare in bagno, considerando che la sua camera singola non ne possedeva uno, mandava Adwin a controllare che il luogo fosse vuoto e poi andava. Se voleva uscire, stessa cosa, per il resto, rimaneva barricato nella sua camera e non faceva entrare nessuno, a meno che non fosse Ad. 

Jackson e Owen, a loro volta, si stavano stancando del comportamento del compagno. Il primo aveva un bisogno incessante di chiedere scusa ed il secondo di abbracciare e rassicurare il piccolo omega. Lo rivolevano con loro. Il legame iniziava a bruciare, come sentisse che c'era un allontanamento tra i tre e c'era. Sia fisico che emotivo e i due alfa non ne potevano più.

Owen gli picchiettò sulla spalla, avevano appena finito di mangiare e si stavano dirigendo verso la loro stanza <<Cosa c'è?>> gli chiese girandosi. Il compagno gli indicò con un dito la parete opposta e girandosi lo vide anche lui. Tyson che usciva dalla sua camera.

Jack non ce la fece più, si mise dietro la sua schiena e lo bloccò alla porta che stava chiudendo a chiave. <<Ti conviene aprire, piccolo>> sentì Tyson rabbrividire e sorrise, nel vedere che aveva sempre lo stesso effetto sul minore. <<O io ed Owen dovremo prenderti qui dopo aver chiarito. E noi vogliamo chiarire in un luogo tranquillo, e soprattutto senza dover poi uccidere qualcuno per averti visto nudo. Sei d'accordo vero?>> l'omega annuì.

Tyson non sapeva cosa gli stava succedendo, Jack non stava usando la sua voce da alpha, eppure il suo corpo era succube del compagno, come se dovesse compiacerlo il più possibile. Aprì la stanza e venne spinto dentro per poi essere bloccato al muro, di nuovo. 

<<Ci ami?>> Fu Owen a parlare. Assentì. <<Bene, ti amiamo anche noi, questo è l'importante, del resto, ne parleremo dopo>> gli rispose Jack per poi baciarlo rudemente, corrispose con più calma, seguendo però il suo ritmo. Si girò poi verso Owen e fece toccare le loro labbra più e più volte, delicatamente. <<Non allontanarti mai più. Ti è chiaro?>> Sorrise solo. Tutto ciò che era successo sembrava non importare più. C'erano loro. Loro e basta.

Allora, questo libro è finito definitivamente, ma mi farebbe davvero piacere se leggeste la parte successiva. A parte i ringraziamenti, è per scusarmi e poi parlarvi del sequel che scriverò in modo diverso da ciò che è successo con questo libro. Grazie per aver letto fin qui!

La tana del lupo -l'accademia chiamata collegio-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora