20. Passato col futuro

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<<Chi mi ha chiamato?>> Entrò nella sala un alfa. Occhi marroni come i capelli e pelle leggermente abbronzata, era alto. Un metro e novanta o poco più, una quarantina d'anni.

<<Non muovetevi o potrei essere costretto a metterglielo in pancia o forse nel cuore. Dove preferite?>> Sia Caleb che Clayton deglutivano rumorosamente alla vista del pugnale che un alfa stava tenendo troppo vicino alla pelliccia del padre. Si ritrasformarono entrambi. Nudi, lo guardarono pregandolo. A guardarlo non sembrava tanto vecchio, forse qualche anno in più di Caleb. <<No, direi che non mi interessa>>

L'alfa appena entrato guardò Caleb <<Tu!>> E allora l'omega rispose con un sorriso strafottente <<io>> e Olcan <<lui?>> Tyson fece un verso confuso <<noi, voi ed essi. Stiamo facendo grammatica?>> Nessuno rise alla sua battuta. Neppure Adwin che solitamente era l'unico che lo faceva. <<Major>>
<<Caleb>> erano quasi dei ringhi e Tyson iniziava ad avere paura.
<<Mi spiegate che cazzo sta succedendo?>> Solo Olcan si girò verso di lui. Non rispose però alla sua domanda. <<Tyson, le parole>> disse invece Caleb senza neppure guardarlo.

<<Maj, posso sapere perché il padre del mio compagno è tanto arrabbiato con te?>> L'altro deglutì pesantemente scostando lo sguardo da quello dell'uomo. <<ci siamo incontrati diciannove anni in uno scontro non esattamente innocente>> fu Cal ad intervenire <<senza contare l'assedio e l'omicidio di massa giusto?>> Major lo guardò confuso per poi sussurrare un ahhh e rispondere <<quello è stato deciso da mio nonno. Io non c'entro niente>>
Erano tutti confusi, compreso Olcan. Gli unici che si capivano erano Major e Caleb.
<<Ehm scusateci, ma non stiamo capendo di cosa voi stiate parlando>> intervenne allora Erik.

<<Lui ha ucciso nostro padre>> intervenì Clayton. Nessuno l'aveva ancora sentito parlare <<ed il branco dei tuoi compagni, Tyson, ha distrutto quello mio e di tuo padre uccidendoci nostra madre. Sono gli sterminatori della nostra famiglia>> la voce era grave, piena di dolore. Erik strinse gli occhi abbassando lo sguardo, ma il fratello maggiore poté vedere una lacrima rigare il suo volto.

<<Ero un'idiota a quel tempo. Sono cambiato! Avevo solo vent'anni all'epoca, ero manovrabile. Sono stato manovrato da chi più avrebbe dovuto amarmi>> Olcan e Clayton cercarono di intervenire, ma Caleb fermò loro alzandosi. Si pose davanti all'alfa guardandolo inespressivo. <<Non sei uguale a prima dici?>> L'altro scosse la testa.

<<Glielo assicuro Caleb. Non sono come un tempo! E mi dispiace. La perdita che vi ho fatto subire, come tutte le altre che ho provocato, mi logora dentro, mi tortura giorno e notte. E sono dispiaciuto terribilmente dispiaciuto per ciò che io e mio nonno abbiamo creato in Germania. Non volevo io. Difatti, mio padre decise di trasferirsi qui, lontano da tutto il male che io e il nonno avevamo creato, ma questo non è bastato e mai basterà a togliermi dalla mente tutto il dolore che ho causato>>

Caleb lo guardò dolcemente "non ci provare! Non perdonarlo!" Sentì Olcan dirgli. <<Cosa ti fa pensare che ti perdonerò?>> Chiese l'omega fregandosene di ciò che gli aveva appena detto il marito. Major sorrise <<ho quasi quarant'anni. Non sono stupido. Sappiamo entrambi il perché lo farai>> Caleb alzò le sopracciglia.

Nella stanza si sentì uno schiocco potente e poi tutti spostarono lo sguardo su Major che dolorante, si teneva una mano sul segno rosso lasciato dallo schiaffo di Caleb che ora sorrideva felice. <<Adesso ti perdono, ma per mio figlio, credo che purtroppo dovrai discuterne con l'orso che ti vuole uccidere chiamato Olcan>> annuì come a confermare le sue stesse parole e sorrise. Major lo fece di riflesso.

<<No, calma! Che cazzo significa mio figlio? E soprattutto quale?>> L'omega sospirò scuotendo il capo. Si voltò verso il compagno per poi dire <<e tu saresti il padre dei miei figli? Dovresti vergognarti!>> Sottolineò il miei con potenza.

Olcan sbuffò <<Caleb, non spaccare. Li ho creati anche io infondo no? Vuoi una dimostr->>
<<NO!>> Esclamarono Erik, Vasya e Dexter. Scoppiarono tutti a ridere, negli anni, l'alfa, non aveva sicuramente riavuto il pudore perduto da giovane.

Entrò nella stanza Adwin <<ehi, qualcuno ha visto Shadow? Credo che ce l'ha con me e volevo farmi perdonare, ma ero con Sunny e non ho potuto>> tutti scossero il capo.
<<Adesso vedrai>> sussurrò Caleb a Olcan e Tyson, sentendo questo, capì immediatamente a cosa si riferisse il padre.

Sunny entrò nella stanza bloccandosi immediatamente sulla porta socchiuse gli occhi e arricciò il naso confuso. Si girò posando lo sguardo su ognuno di loro fino ad arrivare a quello già rosso di Major.
Olcan non se lo aspettava. Decisamente non se lo aspettava, considerando che si alzò e più veloce di come si fosse mai mosso, si mise davanti a Major impedendo al figlio di andarci.

<<Non provarci nemmeno Sunny, ti diseredo!>> Tyson ridacchiò. Caleb invece fece il suo solito sguardo. Quello che stava a significare che era lui a decidere e che l'opinione di Olcan, per lui, non contava un cazzo. Perfetto.

<<Amore mio, luce dei miei occhi e armonia del mio essere. Smettila di fare il prete e togliti dai coglioni del mio futuro genero>> Olcan fu percosso da un piccolo brivido, ma non si scostò. <<Olcan, giuro su Selene che se non ti sposti immediatamente ti lascio a secco per un mese intero!>> L'alfa si morse il labbro inferiore ma poi prese coraggio <<non ci riusciresti>> Caleb rifece di nuovo quello sguardo che fece passare un brivido a tutti presenti nella sala, poi, fece un sorrisetto malizioso.

<<Solo perché ci sono i nostri figli, ma non hai idea di come potrei passare il tempo. Saresti tu che mi pregheresti>>
Erik si era messo già da tempo le mani sulle orecchie. Non gli interessava particolarmente la vita sessuale fin troppo attiva dei suoi genitori!

<<Che palle!>> Disse infine Olcan per poi girarsi verso Major. <<Tu solo prova a fargli del male o a metterlo incinta prima dei suoi venti anni e sei morto. Ti è abbastanza chiara la cosa?>> L'odore di omega in calore si era ormai sparso per la stanza e lui stava perdendo il controllo, ma trovò la forza di annuire.

Olcan finalmente si spostò e i due poterono toccarsi e sparire dalla loro vista. <<Certo che però potevi anche non dirgliela quella cosa sui figli! Io con te non avrò mai dei nipoti prima di morire!>>
<<Caleb!>> Ringhiò divertito per poi aggiungere <<sei sfortunato che vivrai cinquecento e passa anni allora>>

La tana del lupo -l'accademia chiamata collegio-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora