35. Vivo

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<<Preparate tutte le persone che possono combattere disponibili. Non voglio obbligare nessuno a venire, ma cerca di reclutare il più possibile, dai venti ai quarantacinque. Non di più e non di meno. Vai Shadow, li voglio tutti qui tra meno di venti minuti. Solo beta e alfa, sia chiaro.>>

Tyson vide il compagno spartire ordini a destra e a manca. Era dannatamente eccitante. Si diede dell'adolescente ormonato. Cosa che era, ma non poteva di certo perdere l'ultimo briciolo di dignità rimasta. Era la gravidanza, era solo e soltanto la gravidanza. Non di certo quei muscoli che si flettevano ad ogni movimento e quella voce roca e che a lui sembrava tanto maliziosa. No, non era assolutamente quello.

L'ultima parte della frase però, catturò la sua attenzione. <<E gli omega scusa? Chi ha voglia non ha diritto di partecipare?>> Era ammaliato dal compagno, ma non si sarebbe fatto sottomettere così facilmente. <<Non voglio che facciano sforzi più pesanti di loro. Beta e alfa dovrebbero bastare>> Gli rispose.

<<Dovrei concepire il fatto che pensi che siamo deboli?>> l'altro guardò Olcan che gli fece capire con lo sguardo di aver sbagliato -e di molto- le parole. <<No amore, ecco, semplicemente penso che fareste meglio a rimanere a casa. Anche tu visto che sei incinto>>

In che guaio si stava andando a cacciare? Proprio non lo capiva di essere stupido e di star finendo molto male... <<Mi stai dicendo che per il semplice fatto di aspettare dei bambini io sia divenuto disabile?>> l'altro si morse le labbra in evidente difficoltà. <<No, non lo penserei mai, semplicemente, penso sia più sicuro rimanere qui per te>>

Lo sfidò con lo sguardo <<Sai che non riuscirai a tenermi qui?>> Owen deglutì a quei lampi che gli lanciavano gli occhi verdi di Tyson. <<Ti legherei ad una sedia>> il biasimo si lesse perfettamente sul volto dell'omega. <<Teen Wolf insegna molte cose, come ad esempio il fatto che se mi ribaltassi, spaccherei la sedia e mi libererei>>

<<Che diavolo è Teen Wolf?>> Vasya che stava passando in quel momento si voltò <<Ma hai avuto un'infanzia? Stiles è la vita!>> Continuò a camminare scuotendo la testa basita. Il fratello ridacchiava <<Che hai da ridere?>> Gli chiese brusco l'alfa <<Non sono io che sono stato ripreso da una tredicenne>> Rise ancora ed il compagno fece una smorfia.

<<Tornando al discorso di prima>> si fece nuovamente serio il più piccolo <<se mi lasciassi qui, sappi che riuscirei a venirvi dietro, secondo te cosa mi ha insegnato Caleb oltre a rubare ai miei zii e a fare il broncio dammi-tutto a Olcan? Solo...>>

<<Solo?>> Sbuffò contrariato Owen <<solo, dovrei non farmi vedere da te e allo stesso tempo stare attento ai nemici, potrebbe risultare difficile fare tutto assieme... Potrei venire preso>> l'altro ringhiò <<e va bene!>> Esclamò esasperato. <<Ma tu stai perennemente di fianco a me, è abbastanza chiaro?>> L'omega annuì contento.

<<Lo prometto>> si alzò sulle punte per poi dare un bacio sulle labbra al più alto e correre via. Owen rimase imbambolato con un piccolo sorriso sulle labbra <<Tyson è riuscito ad incantare anche te?>> Caleb lo fece girare <<già>> annuì <<Be', gli ho insegnato bene. Tienilo d'occhio>> Glielo giurò con gli occhi <<tu non vieni?>>

Scosse la testa <<Devo badare ai miei figli. E a Kele. Sono padre, non riesco a lasciarli da soli. Succederà anche a Tyson, ma è ancora un ragazzo, poco responsabile come lo ero io un tempo. Non vuole abbandonarti. Non farlo neanche tu con lui, per favore>> Annuì. Annuì e basta.

La prima cosa che vide Jack quando si svegliò, fu il bianco. Bianco sulle pareti, il letto, le coperte, le macchine, il pavimento. Tutto era troppo bianco. Tutto troppo illuminato. Tutto... Troppo. Il primo pensiero fu: Owen! Poi, riguardando la stanza con estrema cura, si accorse di essere in una delle stanze dell'ospedale del suo branco.

Cercò di alzarsi dal letto, ma gli cedettero le gambe e si dovette aggrappare al letto per non cadere. <<Signorino, non dovrebbe alzarsi, si è appena svegliato da un coma abbastanza lungo. Si metta a sedere avanti>> una ragazza che non avrà avuto più di trent'anni era entrata nella stanza, anche lei vestita di quel colore che disprezzava. Già non le stava simpatica.

<<Chi sarebbe lei?>> Chiese guardandola di traverso. La ragazza arrossì sotto il suo sguardo accusatorio e lui alzò gli occhi al cielo. <<Sono l'infermiera Kone>> Fece una smorfia <<Bene, signorina Kone, sono Jack Olten, compagno dell'alfa Owen Caron e di Tyson Lyall, dopo le presentazioni ufficiali, che ne dice di fare il suo lavoro al posto di fissarmi come fossi una bistecca al sangue?>>

L'altra, se possibile, arrossì ancora di più. Si avvicinò e lo aiutò a sedersi sul suo letto bianco. <<Allora non sono l'unico, odi anche tu quel colore eh?>> Sorrise al suono di quella voce. <<Tyson>> L'omega si avvicinò con le lacrime agli occhi. <<Come stai? So che hai già fatto uscire in lacrime una povera ragazza>>

Sbuffò. <<Ci provava con me>> il minore arcuò un sopracciglio <<ah, allora hai fatto benissimo>> l'alfa ridacchiò a quella risposta e anche il compagno lo seguì. Si sentiva così bene... <<Quindi? Come stai?>> Sorrise all'angoscia mal velata del compagno. <<Abbastanza bene. Per quanto sono stato in coma?>>

Tyson si sedette affianco a lui, sul letto a una piazza. <<Circa quattro mesi. Per l'esattezza, centoundici giorni. Dio, Jack, ci hai fatto spaventare così tanto! Avevo paura che non ti svegliassi più!>> Jackson sorrise tristemente e lo avvicinò ancora prendendolo per la vita portandolo a sdraiarsi su di lui.

<<Sono qui amore, sono vivo. Ci sono per te e Owen. Sono qui, ci sono>> Tyson lo abbracciò il più forte che poté respirando il suo odore famigliare quanto estraneo. Alzò il volto e lo guardò dolcemente, <<Grazie. Ti amo>> Jack fece combaciare le loro bocche e mosse le sue labbra con sentimento in un bacio casto ma sentito. <<Ti amo anche io piccolo>>

Ma, sono tre sere che aggiorno di fila, che diavolo sta succedendo? Da quanto non succedeva? 

Millenni forse. Comunque, amatemi! 

O anche no, come volete ahahahah

E ho pure aggiornato in un orario decente (senza ricontrollare, ma in un orario decente!)

La tana del lupo -l'accademia chiamata collegio-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora