28. Scoperte

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<<Papà, basta, ti prego. Non ci vuole molto a capire la frase 'sono incinto' e credo tu sappia perfettamente come ci sono rimasto, su questo siamo a posto>> Tyson non ne poteva più. Erano fuori dalla sala operatoria di Jack. Anche Owen stava venendo operato, ma era meno grave di Jackson e perciò, non era in pericolo di vita.

<<Quindi papà, non capisco se stai urlando per farci sentire da tutto il Nevada o solo da papà!>>

Caleb prese un respiro profondo chiudendo gli occhi. Non doveva agitarsi. Non doveva agitarsi. Non doveva agitar- <<minchia Tyson, dovevi stare attento santo cielo! Il preservativo l'hanno creato apposta e se dovevi avere i marchi, la pillola l'hanno creata!>>

Il figlio lo guardò male <<senti pa', io non ho fatto del male a nessuno. Dovresti essere felice di avere dei nipoti e invece di appoggiarmi e consolarmi, sei qui a criticarmi. Già ci sarà Olcan ad uccidere me, Jack e Owen che, devo ricordarti, stanno venendo operati>>

Prese un respiro profondo <<quindi, se ora non ti dispiace, io vado dai genitori dei miei compagni che, magari, faranno i padri e le madri comprensive. Senza contare che, ribadisco, essendo incinto, dovrei rimanere a riposo, non litigare con mio padre. Non ti sembra?>>

Non aspettò che il padre rispondesse, si girò e andò dalle famiglie dei compagni. Enea, il fratello di Owen, lo circondò con le braccia sorridendogli teneramente.

<<Che è successo? Ti sento frustrato. Hai litigato con Tyson?>> L'omega si girò verso il marito. Si guardarono negli occhi e Olcan sembrò capire immediatamente dove era il problema. <<Dio, Cal, sei un coglione!>> Caleb annuì e si lasciò abbracciare stringendosi al petto dell'alfa con forza.


<<Come stai?>> Tyson si girò verso Olcan. Erano passate ormai quattro ore, Owen era nella sua camera e stava ancora dormendo con l'anestesia mentre Jack era in sala operatoria. <<Insomma. Papi te l'ha detto vero?>> L'alfa annuì <<Non sei arrabbiato?>> Olcan sorrise un po' per poi scuotere il capo.

Diede un bacio sulla fronte al figlio per poi guardarlo con tenerezza e amore <<Tyson, ascoltami: sono tuo padre e tutto quello che faccio o dico, cerco di farlo per il tuo bene. Sono felice che tu aspetti i miei nipoti, solo se lo sei anche tu. Tu sei felice?>> L'altro annuì <<allora a me va bene>>

Gli passò una mano sulla guancia <<io e te abbiamo sempre avuto i nostri segreti. Io tenevo i tuoi e tu i miei. Ti ricordi quando a cinque anni, mi hai beccato in cucina e ti ho minacciato di non dire a Caleb che avevo mangiato tutto il suo cioccolato?>> Tyson sorrise <<sì, lo ricordo. Quello è stato il nostro primo segreto>>

<<Esattamente. E ce ne sono stati a migliaia. Come quella volta che hai rubato le cuffiette a Sunny e ti ho coperto. È sempre stato così tra di noi, fino a quando, a quindici anni, ti sei allontanato da noi. Io però ho continuato a proteggerti da lontano. Ti controllavo quando uscivi con il tuo nuovo gruppo di amicizie, a mio parere, sbagliate e ti facevo osservare quando entravate nei bar>>

L'omega lo guardò impaurito. Suo padre non poteva saperlo... <<So anche come hai perso la tua verginità>> contraddisse i suoi pensieri Olcan. <<So quanto te ne vergognavi e non ho detto nulla. Neppure Caleb lo sa o ti immagini che casini?>> Ridacchiò <<Non ho mai criticato le tue scelte. Ti aiutavo e ti proteggevo quando potevo, ma la vita è tua>>

Lo guardò con sentimenti contrastanti <<la libertà è tua e le scelte, devono essere tue. Non posso vivere ciò che vorrei su di te. Capisci cosa intendo?>> Tyson lo capiva. Lo capiva benissimo ed era anche per quello che amava suo padre <<L'unico motivo per cui ucciderei i tuoi compagni, è se ti facessero del male, fisico o mentale che sia, non certo perché ti hanno messo incinta. No di certo! Questa è una cosa da festeggiare>>

L'omega ormai stava quasi piangendo. Aveva gli occhi lucidi e la mente tra le nuvole. Era felice che suo padre lo accettasse. <<Sai quanti sono?>> Gli chiese <<non ho fatto la visita ancora e non credo si vedranno, è ancora presto, ma ho una sensazione>>

<<Sentiamo, qual è questa sensazione?>> Ty sorrise felice all'interesse di Olcan <<Penso siano tre>> L'alfa fece una faccia sorpresa <<tre nipoti... Mi piace!>> Tyson lo abbracciò ancora.

La prima cosa che Owen vide aprendo gli occhi, fu Tyson. Era come una forza divina che, tutte le volte, lo attirava verso il compagno. Lo vide addormentato sulla sedia di fianco al lettino d'ospedale. Una sua mano tra quelle più piccole dell'omega. La sua bocca era aperta e da essa uscivano dei sospiri. Era adorabile, come sempre.

Mosse la mano ma il movimento non scaturì nulla al minore. <<Tyson>> lo chiamò più volte e, alla quarta, l'omega rispose con un mugolio. Tempo altri pochi secondi e scattò seduto con gli occhi spalancati, come si fosse appena ricordato dove si trovava.

<<Mio Dio Owen!>> Si alzò in piedi scattando verso di lui. <<Mi hai fatto preoccupare da morire>> disse prima di far scontrare le loro labbra in un bacio pieno di amore. Tyson leccò il suo labbro inferiore facendogli socchiudere le la bocca, le loro lingue si toccarono prima timidamente e poi in modo sempre più focoso.

La bocca di Tyson era calda, paziente. Sapeva di dolcezza e amore in contrasto con l'eroticità e la passione del suo corpo. Le mani di Owen finirono sulla sua schiena per poi passare ai fianchi che accarezzò. Con il fiato che ormai mancava, si staccarono di poco per potersi guardare negli occhi. Quelli del più piccolo erano liquidi di lacrime.

<<Ehi, amore, che succede?>> il compagno fece una smorfia <<Non ti ricordi nulla?>> Fu il turno di Olcan di fare una faccia confusa. Guardò la stanza bianca con le macchine ed il lettino. Era nell'ospedale del branco. <<Oh cazzo. Dov'è Jack? Sta bene? Le sue ferite? Sono state curate? A te? Ti hanno fatto del male? Sei stato ferito? Li avete visti? Presi?>>

Tyson fece una faccia sconvolta <<hai decisamente fatto troppe domande. Jack è in sala operatoria ancora, sono oramai tredici ore. Sta bene ma ha avuto molta perdita di sangue e alcune emorragie interne mentre ricucivano le ferite. A me non hanno fatto niente, non li abbiamo visti e neanche presi. Tu invece stai meglio?>>

Owen annuì. <<Ora che ci sei tu sì. Ma per guarire completamente mi serve Jack>> Tyson non poteva essere più d'accordo <<anche io lo rivoglio>> si sfiorò il ventre. Anche noi lo rivogliamo.

La tana del lupo -l'accademia chiamata collegio-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora