40. Uno schiaffo al cuore

9 1 0
                                    

➳Ɯιℓℓ
C'è un venticello fresco questa sera, però
qui in cortile si sta bene. Sono seduto su una panchina, sotto l'agrifoglio, con James vicino. Guardo Raquel e Kevin poco lontani, per fortuna la ragazza si è calmata, mi dispiaceva vederla così e non poterle dire il perché del comportamento di Jace. Avevo avvisato tutti con urgenza, solo Iris non è potuta venire per le lezioni serali con la prof Mcgranitt per il recupero. Guardo il cielo, come la prenderà Raquel?
Sussulto appena vedo Jace entrare in cortile, una manica del maglione... Oscilla. Non... Ha più un braccio. Mi alzo subito e corro verso di lui.
- Jace, il tuo braccio- -
Lui sorride debolmente, per rassicurarmi. Volto lo sguardo, Raquel è sbiancata e anche Kevin.
- Vorrei farvi conoscere una persona. Mio fratello. Vieni, Deneb. –
Nel cortile entra un ragazzo, alto, i capelli biondi e gli occhi azzurri. Allora avevo ragione, è lui il fessacchiotto. Sorrido e vado verso di lui per abbracciarlo.
- Cuginoneeee! Stai bene nel tuo nuovo corpo? –
- Oh... Beh... Sì sto bene Will – dice un po' incerto. Mi allontano, e Jace presenta a Raquel, Kevin e James il ragazzo.
Raquel ha uno sguardo impassibile, la pelle pallida.
Come reagirà?
Ma soprattutto, come dovrebbe reagire a tutto ciò?
- Non c'è bisogno che vi presenti, lui vi ha visti per tutto il tempo tramite i miei occhi. – dice Jace – E' mio fratello gemello, e la sua anima è rimasta con la mia dopo la sua morte. –
- Scusate – dice il biondino guardandosi intorno – dov'è la ragazza... Iris. –
Ridacchio e gli dò delle pacche sulla spalla
- Mi spiace amico, è a lezione. –
Lui sembra deluso, ma sussulto appena Raquel va verso Jace.
Cosa...
Rimango senza fiato appena lei gli tira un ceffone.
MA SIAMO SERI?
COSA STA SUCCEDENDO?

➳𝕽𝖆𝖖𝖚𝖊𝖑
Appena ho visto il braccio di Jace mancante ho sentito un vuoto dentro di me, poi rabbia. Sinceramente non riesco neanche a muovermi, non so come pensare, ma posso solo provare rabbia nei suoi confronti. E' solo un egoista, sta facendo tutto da solo, non mi spiega niente, non mi racconta niente. Ed ora se ne esce con un fratello gemello resuscitato. Finalmente ho capito del perché fissava Iris in continuazione, ma tutto questo è troppo. Mi sento terribilmente triste e arrabbiata. Mi avvicino a Jace e gli tiro uno schiaffo, lui inclina la testa da un lato, senza reagire.
No, non piangerò.
- Non è colpa tua, Deneb. Sono felice di conoscerti. – dico senza guardare il ragazzo. Non voglio si senta in colpa come ho fatto sentire in colpa Iris. – Ma sono molto arrabbiata con quest'idiota di tuo fratello. – sussurro ricacciando indietro le lacrime.
Non piango.
- Perché... Nah, ma perché parlo con te? Non mi dici niente. Jace, io non sono dentro di te. Perché ti sei amputato così il braccio, senza neanche farne parola con noi? Bastava che ne parlassi con me, con tutto il gruppo, e avremmo cercato tutti insieme una soluzione per tuo fratello. Invece hai buttato così una parte di te stesso molto importante. Non ti importa proprio? Se vuoi stare con me... - non riesco a finire. Lui neanche mi guarda negli occhi. E' dispiaciuto, si vede, non si è neanche opposto al mio schiaffo, ma vorrei che lui condividesse tutto.
Non piangerò di nuovo.
- Scusatemi. – sussurro prima di uscire di corsa dal cortile.
Mi sento così confusa e distrutta dentro che non riesco a respirare.
Vorrei non essere così arrabbiata.
Vorrei essere migliore di così.

➳𝒥𝒶𝒸𝑒
La guancia fa meno male del cuore. Anche quando Sebastian mi ha rotto il braccio ho sentito meno dolore.
L'ho delusa.
Ma come avrebbe fatto a capire? Nemmeno io ci ero riuscito del tutto, nemmeno quando ho detto tutta questa faccenda a Sebastian mentre aspettavamo Deneb si svegliasse. Probabilmente, quando Voldemort voleva farmi nascere, in realtà ha tolto solo una parte di me, cioè Deneb. Lui dovrebbe controllare la Magia Bianca, io la Magia Nera.
Nemesi uno dell'altro.
Eppure gemelli.
-Mi spiace non avervi detto nulla. Sarebbe servito un corpo e...non volevo uccidere.-
-Perchè non hai chiesto a noi?- questa volta è Kevin a parlare -Ti avremmo aiutato.-
-Sono stato incosciente, lo so, ma dove trovare un corpo? Ho preferito usare me.-
Stringo i denti, il dolore è ancora forte nonostante la morfina. Mi volto verso Deneb, decisamente più bello di me. Siamo identici, eppure non sembra avere i tratti spigolosi di papà, forse è merito degli occhi azzurri di mamma. Somiglia più a Eileen in effetti. E quei capelli biondi chissà da chi li ha presi.
Mio fratello mi guarda, dispiaciuto, forse non sa nemmeno lui cosa dire davvero.
-Jace, se posso fare qualcosa...-
-Le parlerò.- cerco di convincere più me che lui -Per ora stai con loro.-
-Fratellino. Grazie.-
Gli sorrido e basta prima di rientrare nel castello, mentre le nuvole piangono lacrime ghiacciate.
Mi sfioro la guancia mentre vado in un posto dove gli alunni non possono accedere se non accompagnati: la Torre di Astronomia è uno dei posti più bello di Hogwarts, ti fa ammirare la sua vastità e, oltre il Lago Nero, l'orizzonte sembra così vicino. Sembra di essere fermo nel tempo mentre sei lì, che guardi ogni cosa che circonda la scuola come fossi sopra ogni cosa. Come se non ti sentissi parte di quel che vedi. Ha sempre fatto uno strano effetto questo luogo su di me ed è qui che mi fermo sempre a pensare, dove Will non possa prendermi in giro perché somiglio troppo al professor Piton con la mia espressione assorta.
Evoco il mio patronus, una bellissima Fenice Nera che si posa sul parapetto, di fianco a me, e canta con voce dolce, ma anche triste.
Nevica, fa freddo.
Ho freddo anche io.
Spero solo Raquel capirà.

The queen burned by the flame of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora