36. Il nostro passato

9 0 0
                                    

➳𝕽𝖆𝖖𝖚𝖊𝖑
18 Novembre, 4.15 am.
Un botto, improvviso e fortissimo mentre dormivo. Poi urla e porte che sbattono.
Sento Kevin afferrarmi per mano e trascinarmi fuori dal letto. Spalanco gli occhi nonostante sia ancora assonnata, lui prende le divise e mi porge la mia, guardandomi serio con gli occhi preoccupati, ma decisi.
-    Indossala e andiamo via. E' la nostra occasione. –
Annuisco e corro in bagno per vestirmi alla velocità della luce.
Non ci faremo scappare questa opportunità. Vado verso la scrivania e prendo il libro del bambino e l'albero.
Usciamo fuori dalla stanza tenendoci per mano, io stringo il libro al petto. Corriamo evitando i nostri compagni ed entriamo nella nostra palestra. Kevin prende dei coltelli da lancio e dei pugnali. Mi avvicino e prendo una pistola, mettendola nella cintura delle armi.
Iniziamo a correre verso l'uscita, un portone sorvegliato da tre omoni. Kevin lancia i coltelli, che si conficcano nei corpi degli uomini.
Dobbiamo sporcarci le mani, è inevitabile.
Sfodero la pistola e carico, poi sparo all'ultima guardia rimasta. Non abbiamo puntato sui punti vitali, però non so se sopravviveranno.
Non sento niente.
Questa è una scuola per assassini e mi hanno insegnato a non provare niente.
Kevin mi prende e corriamo fuori sentendo le urla di altre guardie.
Appena vedo il muro con il filo spinato, sento la terra sotto i piedi sparire.
Mi volto, la scuola è in fiamme.
E' già successo tutto questo.
Ma ora possiamo usare la magia perché siamo fuori dall'istituto. Dentro la struttura non si poteva, solo nella foresta artificiale, perché non aveva difese. Smaterializzo nella mia camera di Hogwarts il libro, poi inizio a scalare il muro con Kevin. Dei proiettili ci sfiorano, così mio fratello erge uno scudo magico su entrambi, ma concentra la magia più su di me. Io faccio sparire il filo spinato e saltiamo dall'altra parte. C'è una piccola prateria, poi una scogliera. Delle guardie continuano ad inseguirci. Io e Kevin corriamo verso il precipizio, e sento lo sblocco nella mente.
•   
Io e mio fratello stiamo correndo fuori dalla scuola, che sta andando a fuoco. Ricordo, eravamo andati nelle cucine dopo aver trovato della benzina nella cantina. Io e mio fratello ci eravamo fatti torturare per procurarcela. Avevamo dato fuoco a tutto. Scaliamo il muro e saliamo in cima. Il filo spinato ci strappa i vestiti e ci ferisce, ma non ci importa. Saltiamo giù e poi corriamo verso la scogliera. Alcune guardie ci seguono, e iniziano a spararci a vista, così Kevin mi protegge con il suo corpo, ma non ci prendono per fortuna. Arriviamo davanti al precipizio e facciamo per saltare, ma sento qualcosa colpirmi. Non un proiettile. Volto la testa, il preside impugna una bacchetta e sta ghignando. Ricordo tutto su di lui. È stato colpito anche Kevin. Riesco ad udire l'incantesimo, è un incanto per eliminare i ricordi. La piccola me stessa guarda Kevin, e lui ricambia lo sguardo prima di precipitare in mare.
Adesso mi ricordo cosa gli dissi prima di cadere.
"Non mi dimenticherò mai di te."
•   
Sento la rabbia salire dentro di me, e mi volto. Sparo con precisione a tutte le guardie che ci seguono, con le lacrime agli occhi.
Non perdonerò mai questa scuola.
Non perdonerò mai il preside.
Edward Servantez.
Mio nonno.

➳𝒥𝒶𝒸𝑒
18 Novembre, 04.10 am.
William e James si stanno dando da fare con gli incantesimi, sento delle grida e riesci a sfruttare il momento per creare un foro nel muro, per poi entrare. La struttura è più grande di quel che mi immaginavo, ci sono ragazzi e ragazze che corrono in ogni direzione, le guardie con loro. Vedo una delle divise e trasfiguro i miei vestiti in quella, magari passerò più inosservato. E ora cosa faccio? Dove cerco?
Passo per dei corridoi ormai vuoti, sono tutti dall'altra parte dell'edificio. Dov'è Raquel?
All'improvviso, davanti a me c'è un uomo brizzolato, gli occhi dello stesso colore dei miei, ma nascosti dietro un paio di occhiali. E questo chi è? Ghigna, punta la bacchetta verso me.
-Bene bene, chi abbiamo qui?-
Rimango per un attimo bloccato, poi inizio a correre il più possibile nella direzione opposta. Ho solo una scala davanti a me. Salgo i gradini più veloce che posso, vorrei evocare Sebastian, ma la situazione è troppo rischiosa. Sento i suoi passi lenti, calmi, come ha fatto a raggiungermi in così poco? Salgo ancora, finché non mi ritrovo sul terrazzo e non ho più vie di scampo, sotto me solo la scogliera.
-In trappola finalmente- sento l'uomo arrivare dietro me.
-Chi sei?- mi volto verso lui, per niente spaventato. C'è qualcosa di familiare, ma non capisco cosa.
-Sono il direttore di questo posto.- ghigna -Ho addestrato io insieme alle reclute quei ragazzi. E tu mi ricordi qualcuno.-
-Sei in combutta con Voldemort.-
Ride, una risata per niente allegra, che mette i brividi.
-Certo che lo sono! -
Cosa ha in mente? Sto per prendere di nuovo la bacchetta quando vengo sbattuto a terra da un incantesimo non verbale, forse un crucio. Quasi mi manca il fiato, stringo i denti, non riuscendo comunque a soffocare alcuni gemiti di dolore. Rimango rannicchiato cercando di non gridare. Sento scariche e ferite in tutto il corpo, non riesco a rialzarmi nonostante ce la stia mettendo tutta per sopportare la tortura.
-Un animo forte, non c'è che dire.- lo vedo usare un incanto Amplificatore, basta puntare la bacchetta verso la propria gola. -Raquel Servantez, ho una persona a te cara qui a tenermi compagnia. Se entro dieci minuti non ti vedo qui sulla terrazza, lo sentirai morire piano, agonizzante.-
Bastardo. Un vero e proprio bastardo.
Raquel, non venire, rimani al sicuro.
Mi va bene morire se è per te.

The queen burned by the flame of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora