15. Prima prova

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➳Ɯιℓℓ
5 Novembre, Sala Fitness, 18:30 pm.
Ragazzi. Vi giuro, è un sogno.
Quante pupe.
Bionde, more, rosse, chi più ne ha più ne metta: Tutte con fisico da urlo, belle, e-
Ovviamente faccio la mia figura da ebete scivolando giù dal tapis-roulan e cado a terra dopo essere rotolato. Ero troppo concentrato a guardare una bambola bere l'acqua.
Mi metto seduto posando una mano sulla testa.
-    Hey mio bel pezzo di manzo, stai bene? –
OH SI.
UNA PUPA MI HA NOTATO!
RAGAZZI, IMPARATE:
Lezione numero uno, come rimorchiare, by William Jade.
Mi giro, sorrido a trentadue denti e faccio muovere il mio ciuffo formidabile. Mostro i miei addominali, visibili dalla maglia.
-    Ma certo pupa, sono William Jade, se vuoi il mio numero di telefono basta chiedere. –
La ragazza mi guarda, un po' confusa.
Oh no. No, no, no.
Cosa ho combinato adesso?
-    Come? Io non ti conosco, sto parlando con il mio fidanzato, dietro di te. –
Ti pareva.
Ma una che mi va giusta?
Sento un ringhio, minaccioso.
Mi volto lentamente, un palestrato alto più della Tour Eiffel si erge in tutta la sua magnificenza davanti a me.
Divento gay a questo punto.
Non ho possibilità.
Sorrido angelico.
-    Ooooops, mi scusi –
Lezione numero due:
Figura di EHM? Bene, c'è solo una possibilità.
Scappare!

➳𝕽𝖆𝖖𝖚𝖊𝖑
6 Novembre, la mia stanza, 01:50.
Vedo il buio. Non riesco a svegliarmi. Poi inizio a vedere cose confuse, inizio a sentirmi persa e a disagio.
Voglio svegliarmi.
Qualcuno mi svegli.
Cerco di aggrapparmi a qualcosa, a trovare pace, ma niente, continuo a vedere cose che non capisco.
Non sento più aria.
Mi sembra di sprofondare in un oceano senza fondo, dove l'acqua è densa e putrida.
Non c'è via d'uscita.
Ho paura.
Provo ad urlare aiuto, ma dalla mia bocca non esce alcun suono.
Sento il cuore battere all'impazzata.
Qualcuno mi salvi.
Sento finalmente qualcuno che mi scuote e il mio nome.
"Raquel, Raquel, svegliati! Ci sono io, stai calma."
Spalanco gli occhi, e vedo il viso di Jace. Sembra preoccupato, mi sta sopra, le mani poggiate sul materasso, ai lati della mia testa.
Sento il viso bagnato.
Ho pianto?
Lui mi abbraccia, ed io sento l'aria fresca entrare nei polmoni. Ricambio la stretta, ho paura di chiudere gli occhi.
Ho paura di me stessa.
-    Ti prego – sussurro con voce flebile – stai con me finché non mi riaddormento. -
Annuisce e si mette sotto le coperte, abbracciandomi nuovamente. Il prof Piton l'aveva vietato, ma io ne ho un disperato bisogno.
Ho bisogno di lui.
Mi stringe con gentilezza, mi carezza i capelli con dolcezza mentre mi sussurra parole confortanti e dolci. Ormai mi sono tranquillizzata. Piano piano sento il sonno tornare, e riesco ad addormentarmi. L'ultima cosa che sento da Jace è:
-    Sono qui. Non avere paura. Non sei più sola. –
Sorrido.

➳𝒥𝒶𝒸𝑒
6 Novembre, Hotel Caraval, 6:30 am.
Ieri sera William è rientrato in camera velocemente e abbastanza presto. Saranno state tutte come nonna se è davvero finita così. Non ho praticamente chiuso occhio da quando Raquel si è riaddormentata, ma va bene così. Voglio esserci sempre per lei. Appena apre gli occhi, la bacio dolcemente e sento di essere subito ricambiato dalle sue labbra.
-Buongiorno- sussurro vicino al suo volto.
-Buongiorno- risponde con un debole sorriso.
Mi alzo dal letto e la aiuto a fare lo stesso, stringendola a me.
-Spero tu stia meglio.-
-Oh, si, solo...solo un brutto sogno.-
Si allontana da me ed entra in bagno, forse per evitare l'argomento. Spero solo riprenda subito a sorridere.
Ci cambiamo prima di scendere e William è più guardingo del solito. Nuova fiamma già incavolata? Non me ne stupirei. Ci sediamo tutti e quattro a fare colazione e ridiamo un po' della patetica avventura di mio cugino, ora che la mia ragazza sorride sono più sollevato. Già, mia.
Le bacio ancora una volta le labbra, voglio lo sappia.
Non me ne vado.
Ci apparteniamo.

6 Novembre, Pantheon, 8:00 am.
Arriviamo dopo una bella passeggiata alla nostra meta, il Pantheon. Cavoli se è bello! Ho sempre amato storia dell'arte e confesso di saperne abbastanza da dire che è perfetto per la nostra prima sfida: la cupola cassettonata presenta sulla sommità un oculus, ovvero un'apertura, di ben nove metri, ideale per arieggiare l'imponente edificio dai fumi delle pozioni. È solo entrando però che si capiscono le sue vere dimensioni, infatti ci sono dieci banconi da lavoro con tutto il necessario per lavorare a chissà quale distillato.
Ok, ho sempre adorato storia dell'arte, non è vero che è solo per babbani sfigati. Chiaro? E poi che male c'è a informarsi su una città in cui alloggeremo? E si, dico a voi, se non lo fate non siete normali!
Oltre a noi tre ci sono altri ragazzi che stanno chiaccherando tra loro, ma solo uno spicca lì in mezzo, uno studente che non parla con nessuno. Un solitario come me.
-Bene bene, se ora volete prendere posto, possiamo cominciare- una voce squillante proveniente da un vecchietto arzillo ci fa zittire e, come richiesto, metterci uno per tavolo.
-Il mio nome è Nathan Courcy, sono uno dei Maestri Pozionisti, insieme al qui presente Severus Piton.- fa zittire i mormorii con un gesto -Siamo tre giurati, due non sono presenti per ovvie ragioni.-
Ci spiega le regole, ovvero che ognuno lavora per se stesso, nessuno sbaglio e che solo quattro di noi verranno scelti per la sfida successiva, così da avere due finalisti per la terza prova e un solo vincitore. Sottolinea molto il fatto che i suoi colleghi non sono presenti, ma questa cosa sinceramente è logica, non avranno preferenze e non sapranno chi ha fatto quale pozione. Noto però che anche mio padre e mia nonna non sono del tutto convinti e la cosa non mi piace.
Davanti a noi appare un foglio, l'Amortentia, ma senza ricetta, solo l'elenco degli ingredienti, tutti già sul tavolo.
Bene, che la sfida abbia inizio!

➳𝔍𝔞𝔪𝔢𝔰
Avevo ripassato questa pozione mentre Will era nella sala fitness. Sono stato fortunato. Inizio ad aggiungere gli ingredienti e a mescolare.
Ricordo questa pozione, i miei genitori me ne avevano parlato. Mi avevano raccontato che, per provare che erano entrambi innamorati, l'avevano preparata e poi sentito l'odore. Se profumava dell'odore dell'altro, si sarebbero fidanzati e sposati.
E così è stato.
E sono andati via insieme.
Per colpa mia.
Continuo a mescolare guardando il liquido, mi fa male prepararla, ma devo. Per Will, per la mia casata, per me stesso... E per mia madre.
Lei amava questa pozione veramente tanto.
Aggiungo un altro ingrediente, tra un pensiero e l'altro sono passati venti minuti. Alzo un po' lo sguardo, Will sta vicino alla prof Mcgranitt e mi sorride rassicurante.
Deve aver capito che sto soffrendo come un cane.
Anche Jace sembra tranquillo, e Raquel è molto determinata.
Davanti a me c'è un ragazzo silenzioso, ma è molto veloce e abile. Mi concentro di nuovo sulla mia pozione, nonostante io senta un dolore atroce, un nodo in gola.
Da piccolo sono stato rapito, perché i miei genitori erano maghi del ministero, e più volte hanno arrestato criminali che spacciavano ingredienti troppo rari.
Mi ricordo ancora il sole cocente, mi trovavo in giardino e avevo dieci anni. Raccoglievo delle verdure dall'orto per mia madre, ma anche dei fiori da regalarle. Un bambino si avvicinò a me, oltre il recinto.
Ricordo ancora la sua proposta:
-    Vieni a giocare con me? –
In quel tempo ero molto solo, quindi ero felice della richiesta. Promisi a me stesso che sarei tornato subito...
Ma non ho mantenuto la promessa.
Il bambino era un uomo, che aveva celato il suo reale aspetto con la magia, e mi catturò dopo avermi portato in un boschetto lì vicino.
Sono stato uno stupido, un imprudente.
Più avanti ho scoperto che era il figlio di un criminale che i miei avevano incarcerato. Voleva fargliela pagare.
Mi picchiava, mandava i ricatti ai miei genitori, e alla fine...
Mi lanciò una maledizione.
Devo diventare freddo come il ghiaccio, devo uccidere e congelare tutto ciò che tocco.
Non avrei mai dato il calore di una persona viva, il calore dell'amore.
Sarò per sempre freddo come un morto.
I miei genitori, furiosi, vennero a salvarmi, ma l'uomo aveva messo una bomba nell'edificio. Voleva farci saltare tutti in aria.
Però mia madre e mio padre, insieme, hanno eretto una barriera intorno a me, poco prima dell'esplosione.
Poi sono rimasto da solo.
Mi rimaneva solo il violino di mio padre, e questa pozione che mia madre amava tanto.
Per un anno mi prese mio nonno, che mi regalò questi guanti bianchi magici, che bloccano la mia maledizione.
Purtroppo dopo l'anno anche mio nonno morì, ed era un amico della prof Mcgranitt. Infatti lei mi prese e mi portò ad Hogwarts.
Credo che io senza Will non sarei ciò che sono adesso. Siamo l'esatto contrario: io il ghiaccio, lui il fuoco.
Lui può sciogliere il mio ghiaccio.
Lui può annullare la mia maledizione.
Lui mi rende felice.

➳𝕽𝖆𝖖𝖚𝖊𝖑
Aggiungo i petali di rosa come ultimo ingrediente, e mescolo con decisione e leggerezza. Manca poco alla fine. Guardo Jace con la coda dell'occhio, anche lui sta allo stesso punto.
Ma c'è qualcosa che non va dall'inizio della gara.
Quel ragazzo silenzioso, poco lontano.
Non riesco a spiegare, sento smuovermi dentro appena lo guardo. Sento una fitta al petto e un nodo in gola.
Però non lo conosco.
Ha i capelli corvini spettinati, e due occhi smeraldo grandi, ma impassibili. Ha le mani molto sicure e abili con gli ingredienti, e i suoi movimenti con il mestolo sono fluidi.
Chissà dove ha imparato a fare questa pozione.
Finisco e smetto di girare: ha un bell'aspetto. Ha una luminosità madreperlacea, ed esce del vapore a spirale.
Bene, deve essere così.
Sento anche una fragranza particolare, mai sentita, ma distinguo bene i vari odori.
Il tempo scade, e il giudice inizia a passare per i banchi. Controlla quella di James, di due ragazzi, quella di Jace, del corvino e infine la mia. Guarda la mia amortentia con occhi scrupolosi, poi si allontana. Scrive qualcosa su un foglio e si volta.
-    Bene, ho i nomi dei quattro semifinalisti. – Siamo io, Jace, James e quel ragazzo solitario. Lo guardo allontanarsi, prendendo il pass per domani.
Rimango a fissarlo, mentre sento Jace darmi un bacio sulla guancia.
-    Brava! Siamo passati tutti e tre! – mi sorride.
Io ricambio il sorriso e vedo Will catapultarsi da James, il prof Piton e la prof Mcgranitt ci fanno i complimenti.
Io però non riesco a scordare quel miscuglio di odori che mi dava alla testa.
L'odore del mare, del sangue e...
Il profumo di Jace.

The queen burned by the flame of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora