57. Fuoco dentro di me

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Severus
-Cordardo!-
Urla a pieno polmoni mentre lancia l'ennesima Bombarda Maxima contro il muro lì affianco e penso sia meglio rimanere più invisibile possibile alla sua furia. Le torture di prima sono bastate, si sono riaperti i morsi, ma ha subito bloccato il flusso di sangue per potermi uccidere dopo, questo lo so. Ho passato quasi venti anni al suo servizio e conosco le sue mosse, non abbastanza da poter fuggire. Avevo promesso a Eileen che sarei tornato da lei e ora il dubbio di non poter mantenere la promessa mi assale.
Almeno Raquel è viva. Un altro colpo mi risveglia dai pensieri, è davvero su tutte le furie. Arriverò a domani?
-Doveva seguirmi, stare al suo posto! Non resuscitare una ragazzina!- sibila.
Tengo lo sguardo basso, ma riesco a vedere che si volta verso me. Subirò io la sua ira, è certo.
-Peggio di quando doveva portarmi William Jade! Doveva portarmi un bambino prima che Gino intervenisse!-
I suoi occhi sono iniettati di sangue e non solo per il colore nauseabondo. Ricordo quando, dopo l'attacco a Jace, sono invece andati da William e dai suoi genitori. Quel bambino si è salvato solo grazie all'intervento di suo zio, che però continua a darsi la colpa per non essere arrivato in tempo per salvare la sorella e il cognato. Tutto quel sangue per un potere troppo appetibile, così come è successo a mio figlio. Spero non sappia cosa è in grado di fare Eileen, non deve provare a toccare la mia principessa. Vedo la sua mano muoversi insieme alla sua bacchetta e coltelli bollenti trafiggono il mio corpo, costringendomi a stringere i denti e inginocchiarmi.
-Nemmeno te dai soddisfazioni! A cosa serve torturare se stai in silenzio?- la sua attenzione si sposta ancora contro il muro. -Dovevano portarmi Potter e hanno fallito! Dovevano consegnarmi Clayre e hanno fallito! Dovevano portarmi Jace e William e hanno fallito ancora!-
Vedo con la coda dell'occhio qualcosa strisciare di fianco a lui e non oso muovermi. Il serpente sibila contro lui e, anche se so che non è la vera Nagini, i brividi corrono sulla mia schiena.
-Si, dovremo punirli... Severus, puoi aiutarci in questo.- sussurra affabile. -Ci vendicheremo in una volta sola.-
-Non farai male ai mio nipote e ai miei figli!-
-Oh, no, loro saranno solo il pubblico.-
Un ghigno sfiora il suo volto pieno di odio e stavolta la mia maschera cade, io che per anni sono riuscito a tenerla su. Spero, prego anche Godric che io abbia capito male, devo aver inteso per forza sbagliato!
I miei occhi vacillano.
Non lei.

Will
Appena arriviamo ad Hogwarts, tutto il gruppo si avvia verso l'appartamento dei Piton per una riunione generale. Abbiamo deciso di appostarci là tutti insieme questa notte, per Deneb è rischioso tornare a casa ora, ed è meglio rimanere uniti ora. Raquel sembra stare un po' meglio, ma suppongo ci vorrà tempo per riprendersi del tutto dallo shock.
Tutto quel sangue che ho visto mi ha fatto ritornare in mente cose poco piacevoli, e il ritorno di Voldemort non mi piace per niente.
Entriamo nel salone e ci sediamo tutti sul divano, tranne Jace e Raquel, che si mettono sopra la poltrona. Raquel si è accoccolata su mio cugino ed è crollata subito mentre il ragazzo la stringe. Sorrido con dolcezza sedendomi vicino al mio migliore amico. Poso lo sguardo sul pavimento, viaggiando con la mente. Probabilmente la morte di Raqui fungeva da avvertimento. No, che dico.
Lui uccide per divertirsi.
Mi mordo il labbro inferiore, e sento la mano di Jem posarsi sulla mia schiena.
-    Will, che hai? – alzo lo sguardo, Iris è in piedi di fronte a me, fissandomi preoccupata. Sorrido debolmente e scuoto la testa.
-    Niente, sono un po' inquieto stasera. –
Un silenzio cade nella stanza, ed io abbasso di nuovo lo sguardo.
-    William, stai pensando a quella sera e a Voldemort, vero? – dice Jace fissandomi.
-    Jace. – dice subito James – Non mi sembra il caso...-
-    Jem, sto bene. – dico senza guardarlo.
-    Di cosa state parlando? – dice Deneb incrociando le braccia al petto -Non sto capendo... -
-    Vi siete mai chiesti dove si trova la mia famiglia oltre a zio Gino? – interrompo il biondino con voce tremante.
Sento James vicino a me sussultare, già, tu mi capisci.
Il silenzio mi incita a continuare.
-    La stessa notte in cui Jace fu marchiato, alcuni mangiamorte sono venuti a casa mia per prendermi. I miei poteri del fuoco li ho ereditati dalla parte di mio zio, infatti anche lui ha questa magia. Voldemort voleva... Usarmi. I miei genitori si sono opposti ovviamente, e... - non riesco a finire, perché sento il mio viso bagnarsi per le lacrime. Prendo un respiro e riesco ad andare avanti grazie alla presenza di Jem. -Zio Gino non è arrivato in tempo per i miei genitori, ma per me sì. Non gli faccio una colpa, ha ucciso tutti i mangiamorte e mi ha nascosto sulle montagne del Galles, casa mia. Veramente, sto bene. E' che vedere tutto quel sangue mi ha scosso. Per un po' sono riuscito a nascondervi il dolore che ho adesso, ma sono crollato. Perdonatemi... - riesco a finire prima di singhiozzare, poi sento qualcuno abbracciarmi.
Jem.
Ricambio l'abbraccio bagnandogli il maglione. Maledizione amico, ci sei sempre per me e non so neanche come ringraziarti. Poi sento una mano carezzarmi la testa. Sollevo gli occhi e vedo Iris sorridermi, anche se le brillano gli occhi.
-    Non devi scusarti. Perdonami tu, Will. Sei forte, sai? Sorridi tutti i santissimi giorni, nonostante tu abbia un vuoto simile. Sei fantastico William Jade, grazie per divertirci tutti i giorni. –
Sono stupito dalle sue parole, poi Deneb mi scompiglia i capelli teneramente. Sorrido asciugandomi le lacrime, James si allontana e mi sorride rassicurante.
-    L'importante è che Raquel sia qui. – dico guardandola dormire su mio cugino. -Adesso dobbiamo solo proteggerci. –
-    E' meglio dormire, però facciamo dei turni di guardia. – dice Jace alzandosi e prendendo in braccio la sua ragazza. – Iris, tu non ti preoccupare. –
-    Certo che mi preoccupo. – dice lei testarda, ed io ridacchio. Noi Grifondoro! – Farò anche io il turno! –
-    Ma no, vai a dormire tesoro – dice Deneb dandole un bacio sulla guancia.
SHIPPO ANCHE LORO, AHHHHH.
Mi alzo e sorrido.
-    Inizio io IL TURNOOOOOO! –
-    Se proprio vuoi. – dice Jace ridendo sottovoce.
-    Allora io rimango con te. – dice Jem alzandosi.
Sorrido di più e annuisco.
Andrà tutto bene.
"Sorridi sempre."
Sono queste le ultime parole che mia madre mi ha rivolto.

The queen burned by the flame of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora