43. Una spada e un cigno

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➳𝓓𝓮𝓷𝓮𝓫
Sono ad Hogwarts, davanti all'aula di Incantesimi. Iris dovrebbe finire a momenti la lezione e voglio farle una sorpresa portandola a bere una burrobirra. Finalmente vedo gli alunni uscire e mi sistemo il maglione color panna che ho indosso e sorrido appena la vedo. Con la divisa dei Grifondoro sta davvero benissimo.
-Ciao piccola.- si, soprannomi a tutti! -Ti porto fuori oggi.-
Penso di non doverglielo dire due volte, in poco ha trasfigurato gli abiti in vesti più adatte al freddo. Bene, non perdiamo tempo, operazione conoscitiva iniziataaaaa!
Arriviamo ai Tre Manici di Scopa dopo una passeggiata tra la neve fresca e chiacchere sulla lezione che stava seguendo. Le apro gentilmente la porta ed entriamo, sedendoci subito è ordinando due burrobirre.
-Con questo freddo bisognerebbe prendere una cioccolata- ammetto con un sorriso -ma non si dice di no alla specialità di Madama Rosmerta.-
La vedo guardarmi curiosa, anzi, mi fissa proprio. Ho qualcosa sul naso? O in faccia? Cavolo, vi immaginate che figura? Ecco, ora inizio ad arrossire un poco per l'imbarazzo!
-Ho...ho qualcosa che non va?-
-Oh, no no, assolutamente.- scuote la testa divertita -È solo che cerco di capire. Sei il figlio di quel temibile professore? Davvero?-
-Non è così terribile, almeno con noi.-
Due burrobirre appaiono di fronte a noi e ne bevo un goccio mentre lei continua a guardarmi con gli occhi blu interessati.
-E' che credere che siate suoi figli, specie tu che sei biondo... è un po' difficile. E poi sei dolce.-
Aspetta un attimo, cosa? Ha detto dolce? Arrossisco ancora di più, ma è il camino di fianco a noi. Si, assolutamente! Deneb Piton, non fare l'idiota!
-Ho preso molto da mia madre in effetti. Tu invece?-
-Io?- sembra quasi sussultare -Diciamo da mia madre. Le somiglio molto.-
Ahi, è schiva, domanda che non va. Cambio argomento e mi lancio a capofitto nelle lezioni che segue, se si trova bene, se ha tanti amici...le solite chiacchere senza un vero perché, giusto per conoscerci meglio. E per sentire la sua voce.
-E nel tempo libero quindi ti alleni con la spada.-
-Si, ma...non dirlo troppo in giro. Mi vedono diversa per questo. Mi chiamano la Serpeverde mancata.-
I suoi occhi blu si abbassano sul bicchiere ormai vuoto e non ci penso due volte per alzarle il volto con una mano.
-Usare armi non vuol dire essere violenti.-
Mi fissa per un po', poi si lascia andare a un piccolo sorriso.
-Grazie. Grazie Deneb.-
-Ma di cosa piccola? Ora vado a pagare e poi ti porto in un bel posto.- le faccio l'occhiolino prima di alzarmi e andare verso il bancone. Che Merlino mi aiuti, non mi faccia sembrare idiota!
Entrambi mettiamo la giacca e usciamo. Poco lontano c'è un mercatino di Natale, ho sentito Raquel parlarne a Jace e perché no? Operazione troviamole un regalo iniziata!

➳ℐ𝓇𝒾𝓈
Appena vedo tutte quelle luci, la musica e le bancarelle mi nasce un sorriso spontaneo sul viso. Rido e prendo per mano Deneb, trascinandolo verso la folla. Lui mi segue sorridendo, ed io inizio ad interessarmi soprattutto agli stand con il cibo. Il biondino mi compera un sacchetto di liquirizia, ed io sorrido contenta mangiandola dopo averlo ringraziato.
Mi sento così felice.
Lui è veramente dolce, non smette di sorridermi e ad indicare qualcosa nelle bancarelle. Spalanco gli occhi appena ne vedo una che attira la mia attenzione, e corro verso essa. Ci sono foderi di spade particolari, in cuoio e con ricami. Si può anche scriverci qualcosa sopra. Vorrei avere un fodero così bello per la mia spada, per la mia compagna, ma non me lo posso permettere.
- Vorrei averne uno per favore. – dice Deneb, che è apparso vicino a me, ed io alzo lo sguardo stupita. Il mercante chiede al ragazzo come farla, allora il biondino posa gli occhi cristallini su di me, senza smettere di sorridere.
- Come chiameresti la tua spada? –
- Ma io non ne ho una... - sussurro abbassando lo sguardo. Sento una carezza sulla guancia, poi una mano che mi alza con delicatezza e gentilezza il volto. Fisso il sorriso solare di Deneb, e rimango abbagliata.
- Non importa. Un giorno ne avrai una, perché una guerriera la deve avere. –
Guardo il suo sorriso pieno di gioia.
So come chiamerei la mia spada.
- Gioiosa. – dico sorridendo anche io – la chiamerei Gioiosa. –
Lui annuisce e lo comunica al signore, che inizia subito a farla. Non so formulare un ringraziamento abbastanza caloroso per lui, così mi allungo e gli do un bacio sulla guancia.
- Ti ringrazio. –
Lui borbotta arrossendo, ed io ridacchio. Deneb paga e prendo il fodero: è bellissimo, decorato con edere e al centro c'è un iris. Lo stringo al petto felice, ed io e il ragazzo continuiamo a camminare. Lui mi comunica che deve andare al bagno, così si allontana. Io decido.
Voglio regalargli qualcosa.
Mi avvicino ad una bancarella, con collane portafortuna. Deneb, è la stella che fa parte della costellazione del cigno. Decido. Chiedo di farmi una collana con un cigno, delle stelle e una fenice. Prima mi ha detto che gli piacciono molto. La signora me la mette in un sacchetto, ed io pago con tutto quello che mi è rimasto.
Bene, completamente al verde!
Ma è per una buona causa.
Nascondo il sacchetto nella tasca del cappotto giusto in tempo, perché vedo Deneb tornare. Gli vado incontro sorridendo, e decidiamo di tornare.
Arriviamo ad Hogwarts che è abbastanza tardi, ha voluto accompagnarmi anche se abita in un appartamento. Ci fermiamo davanti all'ingresso della sala comune Grifondoro, ed io abbasso lo sguardo.
Che imbarazzo!
- Eh... Io... Avrei una cosa per te – borbotto arrossendo.
- Beh... Anche io – sussurra lui tirando fuori un sacchetto.
Aspetta, cosa!?
Prendo anche io il pacchettino e lo porgo. Ce li scambiamo, e rimango senza fiato: Una bellissima collana con una spada d'argento. Su un piatto della lama c'è scritto il mio nome, in quello opposto quello della mia spada. Faccio per ringraziarlo, ma rimango stupita appena lo vedo fissare con gli occhi lucidi la collana. Sorrido dolcemente e gli poso una mano sul capo.
Aspetta...
COSA STO FACENDOOOOO?
Lui alza lo sguardo stupito e ricambia il sorriso.
- E' la prima volta che qualcuno mi fa un regalo. Potresti metterla? –
Annuisco e lo aiuto ad indossarla, lui fa la stessa cosa. Ci mettiamo l'uno di fronte all'altra e diciamo all'unisono:
- Prometto che non la tolgo più. –
Ridiamo sottovoce per il tardo orario, poi lo saluto con la mano.
- Ci becchiamo in giro allora. –
Lui si allontana sorridendomi.
- Certo. Buonanotte piccola. –
- Buonanotte biondino. – sussurro con dolcezza prima di entrare nella sala comune.
Cavolo, non va bene.
Perché il mio cuore batte così veloce?
Entro in camera e mi butto sul letto dopo aver poggiato il fodero contro il muro.
Seppellisco il viso sul cuscino mentre stringo il ciondolo a forma di spada, appeso al mio collo.
Non lo toglierò mai.
Perché mi porta coraggio e gioia.

The queen burned by the flame of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora