54. L'indovinello della tempesta

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Deneb
Sento la testa esplodere. Abbiamo dovuto far addormentare a forza Jace e Kevin, era troppo per loro da sopportare e non avrebbero retto a lungo. Ho portato la mia sorellina da nonna, alla quale ho spiegato la situazione e chiesto di non dirle nulla, di non lasciarle capire che papà probabilmente non tornerà. Raquel non può essere morta, che fine ha fatto poi il suo corpo? Che fosse stato solo un molliccio o qualcosa del genere? No, era lei. Ma ne siamo poi così sicuri? Abbiamo detto a mamma quel che è successo e la sua reazione è stata la più silenziosa, ma preoccupante: si è semplicemente seduta sulla poltrona di papà, lo sguardo vuoto perso tra le fiamme del camino ed è rimasta lì, le lacrime che rigavano le guance. L'uomo che ama è scomparso e i segni sulla ragazza erano riconducibili a una magia che solo lui conosce, questo la fa crollare. Si alza di scatto, gli occhi lucidi guardano me, Iris e William, che mi hanno accompagnato da lei.
-Severus non è un assassino!-
-Zia, nessuno sta dicendo questo.- dice mio cugino con un piccolo sorriso. -Ma devi ammettere che è strano. E poi Raquel...-
-Non lui, non lo farebbe nemmeno sotto tortura!-
-Sotto imperio si.-
Odio dover dire così di mio padre, odio dover fare soffrire mia madre e apparire freddo, distaccato, ma qualcuno deve pur esserlo e mamma non è in grado di pensare razionalmente.
-Sa resistere alla Maledizione Imperio e al Veritaserum.- sussurra con un filo di voce. -Però... Con le torture potrebbe essere più difficile...-
In effetti non so chi non crollerebbe dopo dei Crucio lanciati con l'odio del Signore Oscuro. Sento mamma gemere mentre si prende la testa tra le mani, improvvisamente. Mi avvicino a lei e cerco di alzarle il volto, ma una sua mano alla gola mi fa spalancare gli occhi e mi sento alzare da terra.
Il sigillo al polso si è spezzato.
Due occhi rossi guardano fisso nei miei, la sua presa si fa più salda sul mio collo e il ghigno è di quel bastardo. La pelle non è più rosea, ma pallida e squamosa.
Voldemort.
-Lascialo andare Clayre!- Iris si mette di fianco a lei, ma quasi le cade la bacchetta dalla mano a vedere cosa è diventata.
-Clayre?- una risata senza allegria. -Clayre è solo un Horcrux, mia cara. Solo un'inutile e insignificante pedina!-
Mi sento scaraventare contro il muro e tossisco mentre i miei polmoni si riempiono di nuovo d'aria. Cosa sta succedendo? Perché a noi? Perché adesso?
-Mia figlia mi tiene in vita da anni, non sono mai morto davvero grazie a lei. Ma ora ho bisogno di voi.-
Nelle mani di William immediatamente si crea del fuoco, è pronto ad attaccare se necessario.
-Non obbediremo mai a te!-
-Peccato. È chiaro che non tenete molto alla salute di Severus. Sapete, è qui che viene torturato perché si rifiuta di obbedirmi.- ghigna. -Ma non ha esitato ad uccidere Raquel per me.-
Mi alzo piano, guardandolo in silenzio e raggiungendo il fianco di Iris. Non posso credere che papà l'abbia fatto di sua volontà, ma con Voldemort non c'è da scherzare.
-Cosa vuoi che facciamo?-
-Ah, Deneb inizia a ragionare. Sapete, Raquel ha una piccola possibilità di essere recuperata per una degna sepoltura, ma... Al momento, sono troppo occupato per poter fare tutto io, capite?-
-Dov'è?- stavolta è la ragazza a parlare.
-Dal cristallo cinque falci ad Espero e ancora dieci falci ad Ostro. Entro domani!-
Una risata, poi il viso di mamma sembra quasi spegnersi e io e Will facciamo appena in tempo a prenderla prima che cada a terra svenuta.
C'è una possibilità per trovare Raquel e non possiamo tirarci indietro.

Mio angelo, finalmente oggi è il gran giorno. Non ti preoccupare, non durerà molto e non farà male. E poi, ci sono io con te.
Oggi sei molto bella, i tuoi capelli lisci come seta, la tua frangetta leggermente davanti ai tuoi occhi ora chiusi.
Sì, vorrei rivedere quel colore della tempesta.
Mi accontenterai, vero?
Te ne prego, mia regina, mio angelo, mia cara.
Prendo la tua compagna affilata e la poso su di te, ti senti più tranquilla? Spero di sì.
Abbottono il mio camice bianco e ti sistemo su un ripiano. Sono sicuro che tu non mi deluderai, vero, mio tesoro?
Iniziamo.
Prendo due flebo, che unisco ad entrambe le tue braccia forti. Ti carezzo il viso, oh mio angelo, non sono abbastanza per te. Voglio sapere tutto su di te, ciò che ti piace e ciò che odi, ciò che posso fare per farti sorridere. Mi dispiace, però mia cara, è facile morire.
Fammi vedere il tuo coraggio, se ciò che sto per fare avrà successo.
Mi avvicino al frigorifero per medicinali e prendo due fiale, contenenti del liquido viola. Mi avvicino nuovamente a te, e ti guardo. Guardami anche tu, dimmi qualcosa appena avrai quella sensazione. La sensazione di recuperare tutto ciò che hai perso, ma allo stesso tempo...
È come cadere in un abisso di disperazione.
Dai, mio angelo, fammi vedere quanto sei forte. Sopravvivi a quell'abisso. Fammi vedere che hai la forza di servire Dio.
Buona fortuna, confido in te.
Metto in entrambe le flebo il liquido, e aspetto cinque minuti.
Ancora dormi.
Però mi stai ascoltando vero?
Sto pregando per te, anche se sono sicuro che Dio non potrà mai rifiutarti. Ti perdonerà per tutto ciò che hai fatto.
È facile morire.
La tua spada non luccicava prima, quando sono andata a prenderla nella tua stanza sembrava triste per la tua partenza, ma adesso ha ricominciato a brillare come se tu la stessi tenendo in mano. Sei meravigliosa, brilli sempre e mantieni ciò che era tuo anche oltre la morte. Sei forte, mio angelo, sei coraggiosa.
Oh, eccolo, eccolo, ci siamo.
Le punte dei tuoi capelli, prima puri e morbidi, sulle punte diventano viola scuro.
Mi affaccio su di te, dai, mia cara, sbrigati a tornare. Dimmi tutto ciò che pensi e ciò che provi. Confidati, io ti aiuterò e cercherò in ogni modo di renderti felice. Raccontami ciò che stai provando. Dimmi, ti manca la tua famiglia? Sei sicura di voler rinunciare a quel posto vicino a Dio, tra le sue grazie, per tornare nell'Inferno? Il tuo coraggio mi disarma. La tua bellezza potrebbe splendere in eterno, ed io la metterò in una teca per proteggerla e preservarla. Oh, ma che dico! In realtà tu non desideri questo, me l'hai detto. La sento la tua volontà, mia cara.
Rendi viva la tua bellezza.
Oh, sì.
Era questo che volevo vedere.
Questi tuoi occhi tempestosi adesso hanno intorno alla pupilla del viola, che ingoia il grigio delle iridi, però qualcosa di quel grigio è rimasto. Adesso l'iride è divisa da uno strato di viola e uno di grigio.
Non mi hai deluso.
Adesso sei la maledizione. La maledizione dell'amore. Hai visto ciò che noi non abbiamo mai visto, mio angelo, ormai sei diventata ultraterrena e speciale. Sei l'eccezione. Mi sento perforato da quello sguardo, che ora luccica. Ti senti confusa? Non stai capendo? No, no, non devi preoccuparti, mia creatura. Ci sono io con te.
Mi devi credere.
La tua bellezza mi fa rimanere senza fiato, mio angelo.

La tempesta è tornata.

The queen burned by the flame of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora