~ Prologo ~

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Pov Chiara

Che la vita facesse schifo lo sapevo,ma non è mai troppo tardi per ripeterselo.
Soprattutto se è lunedì mattina e stai facendo un ritardo assurdo.

"CHIARA MUOVERSI. SU! SU!" persino dalla cucina riuscii a sentire la voce della mia coinquilina chiamarmi.

"NOEMI STO ARRIVANDO. CALMA!" rispondendole mi accorsi che a quel punto calma non lo ero nemmeno io.

Divertente, lo ammetto.

Non so cosa si attanagliava fra noi in quel momento, ma sono convinta che anche se lo sapessi non riuscirei mai a spiegarlo.

Sospirai e con un occhiata all'orologio non rimaneva che pettinarsi.

Mi sentivo stranamente strana quella mattina.

Andai in bagno e mi sciacquai la faccia raccogliendo i capelli in una coda alta il più tirata possibile.

Mi guardai allo specchio, un metro e settanta per tanto voglia di piangere in quel momento.
Forse sbrigarmi avrebbe reso meglio l'idea.

Mi osservai bene e sorridendo appena raggiungi la mia coinquilina che sul divano mi aspettava inquieta.

"Piuttosto non dovresti pensare a Salvatore che ancora non esce dal bagno?" amavo parlare di lui. Un bambinetto troppo che cresciuto che si divertiva a farmi sentire vecchia.

Arrivai in cucina e prendendo qualcosa da sgranocchiare sul davanzale ascolta l'ennesima controrisposta della bionda che mi sedeva di fronte in salotto.

"Salvatore è bello che pronto. Si sta solo guardando allo specchio come fa sempre da narcisista quale è!" non ho mai creduto si volessero bene meno di quanto dimostravano, ma molte volte mi ritrovai a pensare a come due persone così diverse potessero in realtà avere lo stesso sangue.

Il destino a volte è il diavolo sotto mentite spoglie.

"Mica come te che ti vesti al buio" l'ironia era sempre stato il suo punto forse. Soprattutto se si trattasse di me.

Salvatore era semplicemente straordinario. Avevo conosciuto poche persone come lui in tutta la mia vita e ancora più poche che fossero state in grado di farsi volere bene da me.

Il piccoletto di casa ci era riuscito.

"Sono comoda. E mi espongo solo il week-end lo sai" nonostante i grandi significati che si potessero dare a questa frase decisi che in quell'istante parlare sarebbe stato ancora più inutile.

Lo guardai, e con un sospiro posso il mio bicchiere di latte nel lavandino incamminandomi per prendere le valigia.

"Certo certo avete ragione. Ora andiamo che ci voglio davvero andare a Milano." tuona noemi alzandosi dal divano.

Milano, capitale della moda.
Milano, città della mia vita.

⚠️⚠️⚠️

Io e Salvatore ci affrettiamo a prendere la nostra roba e ad uscire di casa prima che lei ci possa prendere per le orecchie.

Io e Noemi ci siamo conosciute alle medie, facevamo classi diverse ma tutte e due ci incontravamo spesso nei corridoi.
Quando poi ci siamo ritrovate a parlare di come fare l'abbonamento del treno per arrivare alla nuova scuola mi sono accorta che la nostra amicizia si era bella che evoluta.

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