~ Capitolo 10 ~

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Pov Emauele

Sento dei rumori in cucina e cerco di connettermi pian piano al mondo che mi circonda.

Sento una presenza sotto il mio braccio accanto a me e capisco di essere ancora attaccato a Tancredi.

Inconsapevolmente sorrido e questa reazione ne scatena altre nella mia testa che fanno a guerra una con l'altra. Il dubbio che mi ha scatenato quella frase detta da Chiara pochi giorni fa si insinua di nuovo in quella roccia dura che è la mia testa.

Vengo distratto da quei pensieri che di prima mattina fanno sempre male da una stretta alla spalla così apro gli occhi pian piano per ritrovarmi Tancredi che mi sorride mozzandomi il fiato per due secondi buoni.

"Bongiorno" dico io per poi alzarmi a sedere stiracchiandomi

"Buongiorno" fa lui ridacchiando probabilmente per la situazione

"Mi si è addormentato un braccio per colpa tu" lo accuso io massaggiandomi il braccio destro che durante la notte è rimasto intorpidiro sotto il peso del mio corpo.

"Ah si? È colpa mia eh? Non tua che ti sei attaccato stile koala?" fa lui e io scoppio a ridere

"Questo koala però ti tratta sempre bene al contrario di te che sei uno stronzo"

"Lele! Così arrossisco" mi dice lui e io alzandomi gli tiro un cuscino

"Dai che mi ami lo so" fa lui e io mi blocco un attimo

Mi giro a guardarlo facendo tre passi avanti, quello che mi basta per essere al bordo del divano così mi abbasso arrivandogli davanti al volto.

Ci sono 4 centimetri che ci separano all'incirca e mi bastarebbe poco per baciarlo invece di parlare, ma è quello che faccio.

"Ti piacerebbe" e detto questo mi giro e me ne vado in cucina.
Mi urla dal divano
"Potter del cazzo.... Doveva vince Voldemort"
E io mi trattengo dallo scoppiare a ridere.

In cucina trovo i miei due migliori amici che parlano animatamente su non so quale argomento che puntualmente interrompo con la mia voce.

"Buongiorno personcine" dico io per poi dare un bacio sulla guancia a tutti e due e sedermi per fare colazione

"Ciao dormiglione" mi dice Diego e io sorrido

"Dormito bene?" mi chiede Gian ridacchiando e le mie guance si tingono leggermente di rosa.

"Si. Tanche è comodo" faccio io cercando di sembrare disinvolto per non ridere,ma questa cosa è letteralmente palese e dopo esserci scambiati tutti e tre un' occhiata scoppiamo a ridere senza un senso.

"Ma che ve ridete de prima mattina?!" ci dice un esemplare di Tancredi scazzato entrando nella cucina.

"Uuuu Tancredino è incazzato. Dicci Lele non ti ha dato il bacio del buongiorno?" gli chiede Gian scherzando e lui annuisce facendo spalancare gli occhi di tutti nella stanza che piomba in un silenzio istantaneo.

Diego scoppia a ridere e mi guarda come se fossi pazzo.

"Cioè tu sai che questo si scazza facilmente soprattutto di mattina e tu non gli dai il bacetto del buongiorno? Ma sei scemo amore mio. Dillo che sei scemo" afferma tenendosi la pancia per le troppe risate.

"Già" gli risponde Gian e per tutta risposta alzo gli occhi al cielo balzando in piedi dalla sedia.

Arrivo davanti a Tancredi che sta prendendo il latte dal frigo che però gli rubo io dalle mani non attirando minimamente la sua attenzione.

Gli prendo il mento tra le mani per potergli baciare la guancia, ma sentendo il contatto della mano calda sul suo mento freddo gira la testa di scatto facendo scontrare per un secondo le nostre labbra.

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