~ Capitolo 13 ~

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Pov chiara

Emanuele esce dalla stanza e Zoe mi guarda colpita e afflitta per quello che è successo.

Vedo nel suo sguardo la corda della sua vita sgretolarsi pian piano e lei ferma lí aspettando che succeda.

Vedo i suoi occhi spenti,come se avessero perso vitalità quando il suo migliore amico è uscito dalla stanza.

Come se fosse passata un'ombra bianca nella notte e avesse spento in un solo soffio la fiamma della loro amicizia.

Può una frase rovinare tutto?

Cerca di raggiungerlo, ma la fermo appena fa un passo.

"Aspetta" le dico io con voce calcolata.

"No! Ho fatto un casino. Devo rimediare" mi risponde impanicata non sapendo cosa fare.

"Se andrai da lui non ti darà retta e peggiorerai la situazione" continuo di fretta cercando di convincerla e lei pare darmi ascolto.

Si siede sul letto guardando davanti a se con sguardo perso.

Non muove un muscolo mentre noto una lacrima scenderle lungo la guancia nonostante lei non abbia battuto ciglio.

Non piange.

Lo vedo.

Lo so, ma sta soffrendo e questo non lo posso sopportare.

"È arrabbiato. Si è sentito ferito. Dagli il tempo di capire e poi potrai parlargli , farlo ora comporterebbe una nuova litigata e aspettare che lui torni da te sarebbe uno spreco di tempo." cocludo io e lei annuendo si alza.

"Vado dai ragazzi. Gli spiegherò tutto escludendo la parte della sua omosessualità" mi dice per poi andarsene senza lasciarmi il tempo di controbattere.

Mi stendo sul letto chiudendo gli occhi con le mani dietro la nuca e sospiro.

Un sospiro lungo che viene subito seguito dall'ansia.

"Ti prego non fare cazzate" sussurro a nessuno in particolare alzandomi e uscendo di casa.

Devo pensare.

Pov Emanuele

Non appena sono uscito dall'hotel mi sono diretto in stazione con un unico pensiero.

Devo vedere mia madre.

Stavo piangendo.

Ho pianto tutto il tempo, ma non me ne vergogno.

Mi sono sentito offeso, ferito, umiliato dalla persona a me più cara dopo Diego e la mí mamma.

Ho preso un taxi pagandolo con i pochi soldi in contatti rimasti e mi sono diretto in stazione.

Tiravo su col naso continuamente e sentivo le occhiate della gente su di me,ma non me ne importava.

Appena messo piede in stazione mi squilla il telefono.

Lo prendo con mano tremante sperando con tutto il cuore che sia lui e per non so sa quale fortuna il mio sogno si avvera.

-Tanche😍- è il nome che registra il mio telefono.

Sorrido istantaneamente sentendomi subito prendere dai sensi di colpa e mentre la mia mano tremante si avvicina al tasto di accensione la chiamata si spegne facendo lo stesso con il mio piccolo sorriso.

La mano mi cade stanca lungo il fianco e chiudendo la schermata del telefono mi avvio verso l'interno della stazione per prendere i biglietti.

La ragazza alla biglietteria mi guarda comprensiva forse capendo come mi sento e quando mi da i biglietti indugia lentamente con il polpastrello del pollice sulla mia mano accarezzandola.

Le sorrido sincero ringraziandola subito dopo e avviandomi verso i treni in partenza.

Guardo l'orario del treno e noto che ho ancora tempo prima di salire, ma mi avvio comunque verso la fermata.

Mi siedo su una panchina e mi accendo una sigaretta mentre guardo le persone passare attorno a me.

Una signora mi si siede a fianco poggiando la borsa tra il suo corpo e il mio.

La guardo: capelli biondo cenere con un po' di grigio sulla cute, viso stanco e con un po' di pieghette che le segnano gli anni, ma con un sorriso grande ed affettuoso.

Mentre sposto lo sguardo dalla donna al mio fianco ai binari dei treni il mio telefono squilla di nuovo.

-Tanche😍- è di nuovo il nome che mi appare e questa volta non tardo a rispondere.

Premo il tasto per iniziare la chiamata così forte che penso si possa spaccare.

Balzo in piedi allontanandomi dalla signora e inizio a parlare.

"Mi dispiace. Mi dispiace non sai quanto. Non volevo accusarti, ma mi sono sentito tradito e non mi sono controllato. Poi con Gian e Diego che non mi hanno detto nulla e la consapevolezza di avervi portato a manterenere un segreto solo per la mia gelosia mi ha fatto esplodere. Poi sono andato da Chiara che non vi ha chiamato perché sicuramente ha capito tutto, ovviamente lei capisce sempre tutto! Però mi sono addormentato e la mattina quando mi sono svegliato ha provato a farmi capire, ma non ho voluto sapere nulla e poi Zoe-mi fermo sapendo di non poter continuare perciò concludo- Mi dispiace."

Silenzio.

Un grande, unico e orribile silenzio.

"Scusami tantissimo se ho sentito tutto questo ma non sono riuscita a fermarti. Comunque Tancredi è in doccia se vuoi ti faccio richiamare" mi dice una voce femminile e io mi sento gelare il sangue nelle vene.

"Martina cosa fai?" dice la voce di Tancredi in sottofondo e i miei occhi si riempiono di lacrime ancora una volta.

"Stavo chiamando Diego per chiedergli l'ora di stasera, ma ho sbagliato. Comunque ti cercano" dice lei sicuramente passandogli il telefono.

Silenzio.

Di nuovo silenzio e questa volta so anche il motivo.

Me.

"Lel-" cerca di dire ma lo interrompo subito prendendo coscienza di me stesso e vedendo arrivare il treno in lontananza.

"Tranquillo Tancredi. Non voglio disturbarti. Ci si becca" rispondo io gelido attaccandogli in faccia il telefono per poi asciugarmi gli occhi con il dorso della mano riandandomi a sedere.

"Ragazzo stai bene?" mi sento dire e un uomo sulla quarantina mi entra nel campo visivo.

"Problemi di cuore sá com'è!?" gli dico io accenando un sorriso

"Penso di saperlo. Fidati che starete insieme" mi dice comprensivo e stringendomi la spalla con fare paterno.

"Oh,ma non è quello il motivo" gli rispondo io sorprendendomi per il suo pensiero.

"Tutto può succedere" mi dice strappandomi un sorriso mentre se ne va.

Il treno arriva distogliendomi dai miei pensieri e mentre mi siedo al mio posto guardo fuori.

Le cuffie messe prima di salire trasmettono "14" di Jayred mentre il treno si allontana portandomi pian piano nella mia città natale.

Quando una frase della canzone mi colpisce particolarmente apro Instagram per fare una storia.

Inquadro il finestrino del treno dove fuori si stanno allontanando i binari e in basso a destra metto quella frase che caratterizza tutta questa situazione, come se fatta apposta.

"Me ne torno a Roma con problemi più grandi"

Angolo me
Ciao! Un po' di ritardo, ma ho iniziato la scuola capitemi.
Capitolo di passaggio come del resto i prossimi a venire.
Lele ha capito che ha agito di istinto, ma capirà che anche Zoe ha fatto così?
O servirà qualcuno a farglielo capire?
Magari qualcuno di molto piccolo...
Al prossimo capitolo💖
(700 letture e 120 stelle. Wow)

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