~ Capitolo 2 ~

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Pov Emanuele

Sono passati due giorni dalla quasi lite tra me e Tancredi e ancora non ci parliamo.

L'aria in casa sembra sempre tesa ogni secondo di più e Gian e Diego sembrano poter esplodere da un momento all'altro.

Le cene e i pranzi passano tranquillamente nonostante io e il castano stiamo ai capitali del tavolo ogni volta, ma quello che fa esasperare tutti è l'orgoglio di Tancredi.

Non ce la fa a scusarsi e io di conseguenza non muovo un dito per fare lo stesso.

Sa che è nel torto e anche io, ma non lo vuole ammettere e mi sono stancato di corrergli dietro come un cagnolino bisognoso del suo padrone.

Vuole separarsi? Ok.

Vuole fare lo stronzo? Ok.

Vuole porre fine alla nostra amicizia? Ovviamente no.

Ed è per questo che mette, finalmente, da parte l'orgoglio e viene a chiedermi scusa.

Sono in camera mia quando sento la maniglia della porta abbassarsi lievemente e tornare su subito come se quello fuori fosse indeciso se entrare o meno.

So che è lui da questo comportamento e anche perché Diego è da Valerio a giocare alla play e Gian entrerebbe senza esitazioni.

"Senti hai rotto le palle" mi dice lui entrando finalmente in camera e sbattendosi la porta alle spalle.

Lo guardo, ho l'impressione e la voglia di farmi spuntare un sorriso, ma devo contenermi per fare lo stronzo.

Questa cosa però non mi riesce nemmeno due secondi perché in tempo zero sono saltato giù dal letto e sono accollato a lui con le braccia che stringono il suo busto e le sue mani sono sulla mia testa che mi accarezzano i capelli stringendosi sempre di più a me con il corpo.

Sento il calore della stanza alzarsi e così ci stacchiamo quel tanto da poter respirare.

Mi guarda sorridendo e io rispondo con un altro abbraccio stritola ossa che rischia di farlo morire

"Lè te adoro, ma staccati per favore" mi dice scatenando le risate di tutti e due

"Senti per colpa del tuo orgoglio non ti abbraccio da due giorni quindi zitto" rispondo a tono ridacchiando, ancorandomi però di nuovo a lui

"Senti è gia tanto che mi sia venuto a scusare quindi evita" mi dice duro, ma riporta le braccia attorno al mio collo

"E che scuse signori miei" dico io divertito

"Accontentati" risponde semplicemente lui rafforzando la presa sul mio collo e stringendosi di più a me.

Dopo una serata di coccole e film horror a casa tutti insieme mi accomodo sul letto con la schiena rivolta verso la porta e chiudo gli occhi con un grande sorriso addormentandomi piano piano sentendo Diego entrare in stanza e mettersi nel nostro letto dall'altro lato.

Buonanotte mondo.




Pov Chiara

Dopo aver passato martedì e mercoledì chiusa in camera a vedere e rivedere i costi delle case qui a Milano Noemi mi costringe, di giovedì mattina, ad andare a fare uno shopping intenso.

Mi sveglio all'alba con la mia solita voglia di vivere e maledicendo tutti gli esseri viventi della terra mi dirigo in bagno dandomi una ripulita e vestendomi per bene.

Dopo trucco, parrucco e tante maledizioni per mettersi l'eyeliner esco  trovandomi un esemplare di Salvatore appena sveglio che mi guarda come se mi fossero spuntate le corna.

"No tu ora mi spieghi che ci fai in piedi alle otto di mattina già vestita di tutto punto" mi dice con tono di chi sta parlando con una pazza

"Tua sorella vuole spendere i soldi facendo shopping e visto che non mi va non voglio perder tempo a sbrigarmi quindi eccomi qua" rispondo io semplice

"Te sei pazza amore mio" mi dice con tono di scherno

"Pazza di te" rispondo io flirtando in modo scherzoso

"Immaginavo" dice lui stando al gioco come nostro solito.

Ridacchio camminando via e lasciandogli il bagno mentre vado  a svegliare quella pazza della mia coinquilina per poi scendere a fare colazione.

Nel mentre che sono in ascensore decido di chiamare mia madre che sarà già a lavoro

"Hei amoreeeee" mi dice lei allungando la voce sulle ultime lettere come suo solito.

"Hei madre" le rispondi io chiamandola con il soprannome-non soprannome che le ho dato quando ero piccola

"Come va lì?" mi chiede lei

"Bene dai, oggi vado a fare shopping che Noemi si è impuntata e questo pomeriggio dovrei passare da Veronica" le comunico io accennandole che passerò da mia cugina che abita in città

"Mh va bene dai salutamela. Qua tutto bene io sto andando a lavoro e tu padre è già partito" mi dice lei precedendomi dalla domanda che le stavo per fare

"Va bene dai. Poi chiamo quell'essere di mia sorella tranquilla" le faccio io sorridendo dall'altro capo del telefono

"Ecco brava vedi tu come sta che è meglio" mi dice lei ridacchiando e salutandomi.

Stacco la chiamata ed entro subito nella sala da pranzo dirigendomi al tavolo dove ordino due cappuccini con un cornetto al cioccolato e un bomba alla crema sapendo che Noemi arriverà di lì a poco.

E così succede, infatti appena arrivano le ordinazioni lei entra dalla porta e si siede davanti a me prendendo subito il cornetto

"Dio a volte mi chiedo perché non sei un ragazzo" mi dice lei sorridendo complice

"Perché altrimenti non ti farei incazzare flirtando con tuo fratello" le dico io in tono di sfida

"Se non sapessi che ha la ragazza mi preoccuperei " risponde lei

"Fossi in te lo farei. Non si sa mai" dico io per poi scoppiare a ridere alla sua faccia sconvolta

"Stronza" sussurra lei finendo di bere il cappucino per poi alzarsi e insieme ci incamminiamo fuori.

Shopping intenso....sto arrivando

Angolo me
Ciao! La storia continua.
Spero vi piaccia.💖

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