~ Capitolo 18 ~

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Pov Emanuele

Sono davanti allo specchio del bagno quando arriva l'ora di andare.

Percorro leggermente con il polpastrello dell'indice il contorno della felpa mentre i miei occhi saettano da una parte all'altra del mio corpo.

Mi guardo.

Mi osservo.

Mi studio.

I capelli sono della solita pettinatura, la felpa leggera che copre la canottiera aderente sul mio corpo, nel caso avessi caldo, è uguale a tutte le altre volte che me la sono messa.

I jeans neri fasciano le cosce perfettamente per poi chiudersi alle caviglie con dei risvoltini.

Le Nike che non mancano mai.

E allora cosa c'è che non va?

Cosa manca?

Sono sempre lo stesso. O no?

"Lele noi siamo pronti. Ci sei?" mi chiede Gian entrando in stanza e affacciandosi alla porta del bagno

"Si si Bro ci sono. Voi andate,chiudo io"
Gli rispondo mentre il mio sguardo si sposta lungo tutta la sua figura.

"Tutto bene?" mi chiede accigliandosi.

Lo guardo spensierato con un sorriso
"Si"

Annuisce e ancora un po' titubante esce dal bagno.

Mi guardo.

Lo specchio fa vedere Lele.

Quel Lele dolce.

Quello che sorride.

Quello spensierato.

Quello vecchio.

Quello che non c'è più.

Mi faccio un'ultima passata di lacca e quando poggio il barattolo sul bordo del lavandino questo cade.

Ci impiego un po' di secondi per rendermi conto di quello che è successo e quando capisco mi piego immediatamente per prenderlo.

Sento la porta aprirsi e le voci dei miei amici farsi più ovatte.

Mi guardo.

Una lacrima.

Una lacrima soltanto scivola dai miei occhi senza che io batta ciglio.

Senza che il mio viso muova un muscolo.

Non l'asciugo, non lo voglio fare, esco solo dalla stanza chiudendo poi la porta d'ingresso.

23:30
Le giornate NO sono conosciute per cominciare dalla mattina fino ad arrivare alla sera.

Ma cosa succede se iniziano dalla sera?

Forse nulla, ma sperare di sparire ora è l'ultima cosa che mi è rimasta da fare

Mi guardo in torno mentre la mia anima pian piano si sgretola.

Perché non mi diverto?

Cosa mi blocca?

Perché fa così male!?

Mi incammino lentamente verso la porta a vetro che si affaccia sul mare, passando in mezzo alla gente.

"Lelo amore come stai?" mi sento dire da dietro le spalle e in tempo due secondi Giulia è accanto a me.

Le sorrido, da quando ha fatto pace con Tancredi la vedo molto più rilassata e con l'arrivo di Chiara il suo sorriso è sempre presente.

"Bene dai. Te?" le chiedo e noto i suoi occhi illuminati di una luce nuova che le sta bene.

Problemi a MilanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora