~ Capitolo 26 ~

247 12 1
                                    

Pov Chiara

"Cos'è successo?" mi chiede Salvatore non appena varco la soglia della camera incazzata

"Cos'è successo? È successo che quella stronza di tua sorella è sempre stata una figlia di puttana ingrata!" rispondo io urlando buttando poi la borsa a terra e dirigendomi verso il bagno.

Il cuore mi batte a mille ed è un suono così forte che quasi non sento la voce del mio migliore amico.

"Ferma ferma ferma, che cosa c'entra Noemi ora?" mi domanda ancora scioccato dai pochi minuti precedendi mentre, in piedi sulla soglia della porta, si sistema la maglia messa al volo.

Era senza maglia?

Bha, neanche l'ho notato!

"Dopo che te sei andato a dormire ieri, sono andata da Lele e lei mi ha scritto un messaggio dove mi chiedeva se ci volevamo incontrare" espongo agitata cercando di non perdere il controllo mentre continuo

"Io ho accettato ovviamente e ci siamo viste al Duomo oggi alle 5" continuo improvvisamente debole e le mie mani si stringono attorno al bordo del lavandino.

Devo uscire da qui!

"E che ti ha detto?" domanda lui sbattendo più volte le palpebre e passandosi una mano fra i capelli

"Mi ha detto che ha fatto una cazza! Che hanno litigato dopo due settimane e che era tornata a Roma!" urlo ancora riprendendo possesso del mio corpo e uscendo dalla stanzetta

"Cosa?" fa lui con uno sguardo misto rabbia e sorpresa.

Lui non sapeva nulla. Cazzo!

"E sai perché non è voluta venire da me?" chiedo retorica facendo avanti e indietro per la stanza mentre lui scuote il capo

"Perché si è incazzata visto che io non l'ho cercata!
Perché sono io quella che se né andata senza darmi una una cazzo di spiegazione no?!"  strillo con tutte le mie forze per poi poggiarmi con le spalle al muro.

Scivolo giù mentre il respiro mi si mozza in gola.

I capelli vengono spostati di lato dalla mia mano e il calore del mio corpo sale.

Mi sembra di essere sul tornado di Gardaland quando alla fine del giro non senti il cuore battere.

Che palle!

Salvatore mi guarda impassibile mentre i singhiozzi prendono possesso del mio corpo.

Odio questa parte di me.

Per evitare attacchi di panico piango.

Non per sfogo, ma per necessita.

E lo odio.

Salvo si avvicina lentamente mentre il mio respiro è ancora affannoso e poggia la schiena sul muro rimanendo al mio fianco.

Rimane così per un po' di secondi e quando volto il capo per guardarlo lui scivola giù sedendosi accuratamente.

Siamo uno accanto all'altro e nessuno parla.

I miei occhi si spannano e scuoto la testa per far tornare il mio corpo alla temperatura standart.

Poggio le mani sulle ginocchia e con un respiro profondo mi calmo.

Succede sempre così, prima è il panico e dopo è la quiete.

E in tutti e due i casi Salvatore c'è sempre.

Guardo il vuoto davanti a me mentre lui poggia la testa sulla mia spalla.

Due corpi....

Mi giro a guardarlo e annuendo mi fa un piccolo sorriso.

Due persone....

Problemi a MilanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora