JOSH POV
Sono in camera e sono super agitato, è l'effetto che mi fa.
Continuo a ripetermi di lasciare perdere e di non pensarci.
In più domani Chris mi sente, aveva detto che sarebbe venuta tra una settimana e invece è qui dopo un giorno.
Incredibile che siano passati sette lunghi anni e non ho mai smesso di pensarla per un minimo secondo.
Mi autoconvinco che non conti più niente per me, ma se solo la gente sapesse quanto in realtà mi importi non mi crederebbero.
Ho sofferto molto per lei, è arrivato il momento di prendermi la mia rivincita e la mia felicità.
Kayla è una donna perfetta e non merita questo.
Stavo cercando di andare oltre, accettare questa cosa e invece il tutto mi si ritorce contro, come sempre.
Mi spiace essermi comportato da stronzo, ma volevo che per una volta si sentisse come mi sono sentito io. È sbagliato, lo so.
Smetto di pensarci e mi ripeto nuovamente di lasciare perdere, che persone come lei è meglio non trovarle che averle accanto.
No questa è cattiveria pura, io non sono così.
Ho aspettato sette anni per avere una delle tante motivazioni valide da parte sua, ora potrei chiederle qualunque cosa.
Non posso vivere con il ripianto di non averlo mai fatto.
Ma ho atteso fin troppo questo momento e credo che mi sia passata la voglia di credere in quel qualcosa che ci legava.Kayla non si merita per niente un ragazzo che pensa ancora alla sua ex.
Kayla è una donna fantastica e piena di carisma, non posso farle questo.
"Ines è una stronza, Kayla è meravigliosa. Ripeti Josh" parlo da solo come un coglione.
"Ines è una stronza, Kayla è meravigliosa" continuo ancora e ancora.
E mentre lo dico mi alzo in piedi e cammino avanti e indietro per la stanza.
Se avessi la possibilità di uscire dal mio corpo e guardarmi, come minimo mi sarei riempito di schiaffi da solo.
Ma come sono ridotto?
Avrei dovuto imparare da Christian che senza troppi giri di parole se ha qualcosa che non va te lo spiattella in faccia.
Oppure essere più menefreghista come faceva di solito.
Ho tanto da imparare da lui.
E senza nemmeno accorgermene sono giù in cucina e cerco di non fare il minimo rumore.Sta dormendo e cerco di non svegliarla, però cazzo ho bisogno di risposte.
"No" dico più forte che posso per poi mettermi una mano davanti alla bocca controllando che non si sia mossa di un solo millimetro.
"Non serve più ormai" mi ripeto ancora e ancora.
Vado in cucina e mi preparo un the caldo, o una camomilla e come minimo direi di aggiungerci almeno cinquanta gocce di xanax affinché stia calmo.
Ho deciso, da domani voglio diventare uno zitello, voglio un allevamento di gatti da curare e fare come quelle donne che stanno con i boccoli in testa e la sigaretta in bocca.
Bhe, potrei farlo.
Ecco che passerò un'altra notte insonne a cui mi domando il tutto senza darmi una minima risposta.Bevo la mia tisana calda, dovrebbe farmi bene e farmi venire sonno ma al contrario non riesco a spegnere il cervello e a rimuginare.
Potrei sempre svegliarla e fammi dare delle spiegazioni.
No, è sbagliato.
Che spiegazioni voglio?
Sono diviso in due tra voler sentire le sue ragioni e invece fregarmene.
Appena farò pace con il cervello credo che ne saprò qualcosa.
È come se avessi due mini me sulle spalle, uno travestito da Angelo e l'altro da Diavolo.
Il Diavoletto ha la faccia da schiaffi e mi intima di lasciare perdere quella stronza.
L'angelo mi intima a svegliarla e farmi dire le ragioni per cui è qui dopo anni.
"Sono un coglione." Mi massaggio le tempie.
"Un coglione con le allucinazioni" ripeto.
Non ho nulla da perdere, niente, zero.
E mentre mi precipito per andare a svegliarla, la parte razionale mi manda a fanculo.Non ne uscirò vivo da questa situazione, lo so.
Ma ho bisogno di sapere davvero o devo lasciare perdere?
Me ne vado in camera con la mia tazza fumante mentre mi sdraio a letto.
Aspetterò che si raffreddi, guardo il soffitto mentre tengo le dita incrociate tra di loro e penso.
Ho passato l'intera adolescenza dentro questa casa, perlopiù dentro questa camera.
Me la immagino qui a poche millimetri dal mio volto e ricordo tutte le volte che l'ho fatta mia.
La prima volta solo ed esclusivamente con me.
Ricordo di come riuscivamo a trovare compromessi pur di farci felici a vicenda.
Ora queste cose non contano più.
Ti odio da morire Ines!
Sento le palpebre farsi pesanti e quindi mi addormento verso le quattro del mattino, per poi svegliarmi subito dopo perché la sveglia suona.
Dovrei essere in ufficio tra mezz'ora e non ne ho voglia.
Potrei chiamare Chris e dirgli che non sto molto bene e oltretutto non ho dormito manco bene.
Dal piano di sotto arriva un profumino niente male, decido di andare giù.
Non c'è ombra di Ines, e ringrazio davvero che non ci sia, ma al contrario c'è tutta la colazione preparata e messa sul tavolo.
Dovrei ringraziarla? No, non credo.
Faccio colazione molto tranquillamente, mi era proprio mancata la cucina di Ines.
Per un attimo metto da parte l'idea di starmene a casa e di presentarmi in un ufficio.
Oggi Christian mi sentirà.
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