Capitolo 24

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JOSH POV

"Signorina Kayla Hamilton" la ginecologa chiama sulla soglia della sua porta.
Abbiamo atteso per dieci minuti il momento in cui la dottoressa chiamasse il suo nome, ma è come se fosse passata tutta la giornata.
D'altro canto sono così agitato che ho iniziato a sudare freddo, non riuscivo a tenere ferme le gambe talmente le muovevo nervosamente e ho sbuffato più di quanto non lo faccia sul posto di lavoro.
Chris mi ha concesso la giornata libera, quindi va bene così, ho avuto l'opportunità di accompagnare Kayla dal ginecologo e poter assistere al tutto.
Non riesco a credere di essere l'esperimento sociale per la sfiga.
Chiunque ci sia nell'alto dei cieli o nel basso degli inferi a dominare questa sfiga vorrei fare appello e dire che nel mondo esistono altre persone, e che la situazione per quanto riguarda me sta diventando insostenibile, non reggo più.
È tutta un enorme sfiga che mi porto appresso da quando mi hanno messo in braccio a mia madre che ha avuto la brillante idea di farmi crescere con una zia.

Mi alzo dalla sedia e accompagno Kayla dentro, è tutto bianco e sterilizzato, sul lettino è già steso il "lenzuolo" di carta e la dottoressa fa accomodare Kayla lassù.
Resto immobile in un angolo di questa stanza con le braccia conserte, cerco di non far trasparire la mia agitazione e una parte dentro di me spera vivamente che non sia reale.
Kayla si alza la maglietta come se sapesse già quello che deve fare, scambia qualche parola con la ginecologa di cui non presto attenzione e poi quando la rassicura, stende un velo di gel trasparente sulla pancia e poi passa il monitor collegato ad una specie di computer.
So già come funzionano queste cose, come dimenticare quando accompagnavo Camille.
Però trovo impensabile che per una volta che ci siamo lasciati andare senza un metodo contraccettivo, io abbia fatto centro al primo colpo.
Guardo la dottoressa che traffica con il "telecomando" sulla pancia di Kayla, e forse le mie preghiere sono servite a qualcosa.
"Non vorrei darle false speranze prima di subito, ma è sicura che il test diceva che fosse incinta?" Domanda la dottoressa fissando ancora il monitor.
"Si di qualche settimana"
"Purtroppo non sempre le cose vanno come noi crediamo. Vede, la pillola è efficace al novantanove per cento dei casi, ma c'è sempre quell'uno percento che bisogna prendere in considerazione. Stessa cosa vale per i test di gravidanza.
I test di gravidanza non sempre sono corretti. Il suo ritardo sarà dovuto al fatto che sarà troppo stressata o nervosa." La dottoressa asciuga la pancia di Kayla con un tovagliolino di carta e poi la fa alzare in piedi.
"Mi dispiace molto, ma non è in stato interessante." la dottoressa dice il tutto senza mezzi termini.

Ho sempre invidiato il loro modo di dire le cose in faccia ai pazienti, cercano di essere più amorevoli possibili ma alla fine non ne azzeccano mezza.
Kayla sembra sconsolata dalla notizia appena ricevuta, ma infondo me lo sentivo un po', trovo impossibile che la mia sfiga si spinga fino a qui.
La vita non può prendermi in giro di nuovo per quanto riguarda questo fattore, mi sono già portato avanti psicologicamente per una seconda batosta. La mia fidanzata esce dalla stanza senza nemmeno salutare, molto probabilmente non si aspettava una notizia del genere, dal canto mio sono sollevato ma cercherò di non darlo a vedere.
La dottoressa si alza dalla sua postazione da dietro la scrivania e sistema le ultime cose.

"Allora me ne vado e arrivederci." Effettivamente non capisco perché sia stato ad aspettare più del dovuto quando molto sicuramente Kayla è già in macchina che mia sta aspettando.
Percorro il lungo corridoio fino all'uscita e mi guardo attorno non ricordandomi dove abbia parcheggiato, ma quando noto i fanali anteriori che lampeggiano, attraverso la strada e salgo in auto.
"Cosa vuoi per pranzo oggi? Ci facciamo una pasta, o vuoi dell'altro?" Il suo tono di voce è apatico, cosa non da lei, e  soprattutto ne rimango esterefatto.
Pensavo che ci potessimo mettere a parlare di quanto è accaduto poco prima, ma mi rendo conto che forse non vuole nemmeno sentirlo nominare questo discorso.
Cosa devo fare? Cercare di capire come sta?
"Io pensavo che potevo inventarmi una nuova ricetta, sai? Voglio farti assaggiare una delizia che ha progettato la mia mente" fa una risatina isterica.
"Kayla..."
"No, aspetta mancano degli ingredienti, possiamo fermarci al supermercato se facciamo in tempo"
"Kayla..." Sospiro. E capisco che è il suo modo per affrontare la cosa.
Camille aveva passato un momento simile e so che è sbagliato paragonare le due cose, ma mi sembrano tanto simili in questo momento.

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