JOSH POV
"Può andare Signor Tuner" mi intima il medico.
Mi alzo dal lettino e raggiungo a grandi falcate la porta di uscita.
Mi hanno portato qui: perché Kayla, presa dal panico, ha chiamato un'ambulanza e ha fatto venire i soccorsi immediatamente.
Dal canto mio posso dire che ho perso soltanto i sensi per la fortuna della gente.
Sono ancora qui se vogliono divertirsi e giocare con le mie emozioni ancora un po'.
I miei polsi sono fasciati da bende bianche e cerco di coprirmi il più possibile in modo tale che non si veda nulla.
Alla guida si mette Kayla e non faccio obiezione.
"Io credo che parlarne ti faccia bene" mormora timida.
"Niente di cui preoccuparsi, sono soltanto crolli nervosi. Tutto nella norma" la rassicuro.
"Mi sono preoccupata tanto e pensavo di averti perso, quando ti ho visto inerme tra le mie braccia stavo per avere un mancamento"
"Che giornataccia" aggiunge.
"Kayla è per questo che non voglio che tu ti prenda responsabilità più grosse di te. Non ho la minima intenzione di farmi vedere ogni volta in questo stato." Farfuglio sincero.
"Sono il primo a dirti che se trovi di meglio di andartene via perché i miei problemi prenderanno sempre il sopravvento" aggiungo convinto."E non puoi pensare per una volta che c'è qualcuno che voglia aiutarti?" Mi guarda di sbieco.
"Non ho bisogno di aiuto, me la cavo benissimo da solo" dico come offeso.
"Capriccioso" si lascia sfuggire.
Nessuno mi ha mai dato del capriccioso e involontariamente sorrido.
"Quindi sarei uno che fai i capricci adesso" questa volta mi lascio andare in una piccola risata.
"Oh sì, lo sei" annuisce mentre svolta a destra imboccando il vialetto per andare a casa.
Scendiamo dall'auto e ci incamminiamo verso casa nostra mano nella mano.
"Il nostro percorso di accettazione inizierà domani, per stasera ci accontenteremo di una pizza, una serie TV e la camera da letto" spiega cauta Kayla.
"Direi che l'unica cosa positiva di questa giornata è la pizza"
"Ci credo, il cibo rende felici"
"Anche tu mi rendi felice" dico onesto.
Ci tiriamo via il giubbotto e poi chiamiamo subito il fattorino per ordinare due pizze d'asporto.
Per me ordino una pizza ai pomodorini, ho mai detto quanto sia innamorato dei pomodori?
Sistemiamo la tavola insieme e poi mi siedo sul divano mentre aspetto la mia ordinazione."Perché non ci prendiamo una pausa?" Mi chiede improvvisamente.
Che pausa? Quale pausa? Pausa da che cosa?
La guardo sbigottito non capendo e per qualche secondo mi manca il respiro.
"Come?" Chiedo strabuzzando gli occhi balbettando tra l'altro.
"Si, una pausa dalla vita, dal lavoro, dagli altri e da tutto" farfuglia.
"Che colpo" dico portandomi una mano al petto.
"Pensavo non volessi più avere niente a che fare con me."
"Ho intenso la parola 'pausa' come un lasciarsi temporaneo" continuo.
"Insomma come puoi lasciarmi visto che sono così fantastico, meraviglioso e pure sarcastico. È impossibile!" Esclamo.Ad un tratto suonano il campanello, impossibile che sia il fattorino, come ha fatto ad impiegarci così poco con le pizze, Kayla va ad aprire intimandomi di stare seduto e non sforzarmi.
"È soltanto un po' di sangue sulle braccia" esclamo alzando gli occhi al cielo.
"Non sono morto" sbuffo fuori.
Kayla apre la porta rivelando la figura di Emily davanti ad essa.
Ne rimango stupito, povera Parker.
"Potrei parlare con Josh?" le chiede e lo sento benissimo.
Kayla le fa segno di accomodarsi in casa ma lei decide comunque di stare sulla porta, ho capito devo andare fuori a morire di freddo.
Ma per la Parker direi che potrei fare un eccezione.
Sbuco fuori dietro alle spalle di Kayla e lo sguardo di Emily si sposta sul mio.
"È tutto okay" annuisco a Kayla come per dirle che deve stare tranquilla.
Kayla a questa punto se ne va lasciandomi da sola con Emily.
Tra l'altro dovrei anche raccontarle di Ines e lo farò stasera stesso.
Richiudo per l'ennesima volta la porta alle mie spalle e mi appoggio su di essa.Rivolgo tutta la mia attenzione alla ragazza davanti a me.
I suoi occhi si fanno lucidi improvvisamente e giuro che se lei scoppiasse a piangere proprio ora credo non ci impiegherei molto a seguirla a ruota.
"Oh Josh" dice abbracciandomi improvvisamente.
Scoppia in un pianto che solo lei sa.
"Parker che è successo, giuro di non averti mai visto frignare in questo modo" dico ironico.
Mentre piange le esce fuori una risata ma poi si stringe a me ancora più forte.
Ricambio senza esitazione mentre la coccolo tra le mie braccia.
Ripeterò all'infinito che voglio essere dotato di apatia.
Fare come quelle persone che ogni cosa che viene fatta contro di loro non li tocca minimamente.
"Mi dispiace da morire per ciò che ti ha fatto." Mi spiega singhiozzando.
"È tutto okay Parker" cerco di consolarla come meglio posso.
"È stato uno stronzo, un cretino, un egoista, deficiente e chi ne ha più ne metta"
"Concordo in pieno" appoggio il mio mento sulla sua testa mentre le accarezzo la schiena.
"Ti ho difeso Josh. Ti ho difeso da Camille e da Ines, ho detto loro che non possono tornare qui come se nulla fosse e pensare di passarla liscia" si sfoga.
Ne rimango sorpreso, ma so che Emily l'avrebbe fatto senza esitazione.
