Capitolo 25

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JOSH POV

"Che bellissima riunione quella di oggi" commento sarcastico.
Tutte queste aziende che vogliono avere a che fare con noi, ma non portano mai nulla di concreto iniziano a starmi strette.
Ho cercato quanto meno di assumere un atteggiamento un po' più pacato, ma se si tratta del mio lavoro cerco sempre di difenderlo con le unghie e con i denti e mostrare a questi dirigenti quanto valgo.
Insomma, avrò anche ventisei anni ma so bene quello che faccio e come lo porto a termine.
"Sei il mio contabile Josh"
"E tu sei il capo di questa azienda, dimmi qualcosa che già non so" scrollo le spalle divertito, prendendo per il culo Chris, che come sempre digrigna i denti ogni volta che mi mostro in tutta la mia essenza.
Ed io mi diverto molto.
"Josh!"
"Niente sarcasmo sul posto del lavoro" ribattiamo all'unisono, però io camuffo la mia voce prendendolo palesemente in giro.
"Ormai sei così scontato amico" gli do un pacca sulla spalla e mi rinchiudo nel mio ufficio.

Mi richiudo la porta alle spalle ma noto che sulla sedia davanti a me c'è Ines.
Da quando è entrata a fare parte dell'azienda gira da uffici e uffici, si occupa della segreteria e di tutti i fascicoli che hanno poca importanza, anche se sul mondo del lavoro niente è di poca utilità.
"Joshino" alzo gli occhi al cielo: da quando il suo fidanzato ha deciso di darmi questo nomignolo ormai mi chiamano tutti così.
"I tuoi fascicoli"
"Oh wow, ogni giorno ce n'è sempre uno"
"Strano ma vero" ridacchia.
"Ti vedo abbastanza in forma" mi scruta attentamente.
"Lo sono"
Mi siedo alla scrivania e tiro fuori il mio cibo visto che è ora di pranzo, fortunatamente mi sono fatto mettere un microonde nel mio ufficio almeno posso scaldare tutta la roba che mi porto da casa.
Sentendomi osservato alzo gli occhi verso la figura di Ines che mi guarda ancora come se aspettasse un segno divino.
"Ti serve qualcosa? Perché avrei leggermente fame e non voglio mangiarti davanti sapendo che tu mi guardi in quel modo maniacale. Mi metti a disagio"

"Ci sarai alla festa di stasera?" Chiede speranzosa.
"Se c'è del cibo è molto probabile che ci sarò. Mi raccomando tieni ben custodite le pizzette e le sfogliatine. Ah e anche una bottiglia di vino, in caso le cose si mettano male ho bisogno di godermi lo spettacolo da brillo"
"Josh!"
"Anche tu fai come tuo fratello che mi riprende per ogni minima cosa che dico?" Il mio tono è di finta accusa.
"Oddio no, non paragonarmi minimamente a quell'ergumeno troglodita."
Scoppiamo a ridere entrambi e poi mi alzo dalla mia postazione per andare a scaldarmi la mia verdura nel microonde.
"Da quando mangi verdura?" Commenta Ines esterefatta.
"Da quando guardi così tanti dettagli?"
"Da quando ti preparavo da mangiare e ogni volta che c'era della verdura la scartavi come se fosse la peste"
"Non guardiamo queste cose di poco conto. Comunque se vuoi possiamo mangiare insieme." Le chiedo gentilmente.

"Sei sicuro?"
"Non te lo avrei chiesto altrimenti..."
È una piacevole compagnia dopotutto e di conseguenza bisogna andare avanti nella vita, ho ben capito che il rancore non porta da nessuna parte.
Rimarcare sulle cose passate non porta a niente di produttivo, ci si appende soltanto ad un ricordo già svanito dove non resta niente altro che polvere.
"Vado nel mio ufficio a prendere il cibo allora" il tono timido mi fa sorridere mentre gli sono girato di spalle.
"Non ti preoccupare, ti sto scaldando le verdure" mi giro dalla sua parte e le schiaccio l'occhio.
"Lo sapevo che non mangiavi verdure"
"Lo so. Ne mangio poche perché comunque le devo integrare, ma se posso evitare di mangiarle..."
"Quindi tu cosa mangi?"
Qualcuno bussa alla porta per poi entrare senza che io gli abbia dato il permesso, ma non importa.
"La sua pizza signor Turner" la segretaria che cerca sempre di avere degli atteggiamenti seducenti nei miei riguardi fa il suo ingresso nel mio ufficio.

Oggi la sua camicetta è più sbottonata rispetto al solito e la sua gonna è tirata leggermente più su, ma oltre a ciò non mi frega.
"Grazie mille" le prendo il cartone dalle mani e lo poggio sulla scrivania.
"Puoi dare questo a Christian cioè il signor Adams?" Le porgo la busta con tutto il mio cibo dentro lasciando fuori la fettina di torta salata che mangerà Ines e le bottigliette d'acqua.
"Qualunque cosa per lei signor Turner" ammicca con tono seducente.
Ines fa un verso come a trattenere una risata per poi camuffare il tutto con una tosse.
Io mi trattengo da non ridere a vedere gli atteggiamenti della bionda.
La ragazza non essendosi accorta che avessi già compagnia si gira verso Ines con fare altezzoso.
"Signorina Adams" la saluta.
"Siamo impegnati" Ines la pianta in asso così e la mia assistente mi guarda come se fosse alla ricerca di qualche aiuto.
"Puoi andare" con tutto il suo orgoglio fa la sua uscita, mentre io mi siedo sulla mia poltrona girevole mentre apro il cartone di pizza famelico.
"Non sapevo che ti facesse il filo."
"La vera domanda è; chi è che non me l'ha mai fatto?" Domando retorico.
"Ed è questo il tuo cibo?" Indica la pizza.
Scrollo le spalle come ad evidenziare l'ovvietà.

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