Capitolo 26

15 1 0
                                    

INES POV

La conversazione con Josh mi ha fatto capire tante cose, dico davvero.
Non posso sapere al cento per cento cosa stia passando e come si sente, ancora non sono in grado di sapere leggere nella mente delle persone, ma lui è sempre stata quella persona che con uno sguardo mi capiva.
Mi ha aiutato con qualunque cosa io avessi in passato e ha continuato a farlo nonostante gli anni e dopo tutto quello che è successo.
Ho sempre pensato che il mondo avesse bisogno di persone come lui, ma mi rendo conto che fa parte di una generazione sbagliata o perlopiù non idonea ai suoi campi di intelligenza e visione del mondo.

Mi dispiace che la sua relazione con Kayla non sia andata bene, fino all'ultimo credevo che potesse aiutarlo un minimo.
Che potesse essere il suo braccio destro e il suo mentore in quasi tutto, ma mi sbagliavo come sempre.
Kayla non mi ha raccontato le cose che mi ha detto Josh, la sua versione era un'altra.
Non voglio farle una colpa, l'ho conosciuta più a fondo non posso dire che sia una bugiarda.
Voglio darle il beneficio del dubbio e giustificarla dicendo che molto probabilmente se non ci ha raccontato le cose come stavano per filo e per segno è perché voleva tenersele per se.
Insomma è la loro verità, la loro relazione sanno benissimo quello che stanno facendo, sono adulti e grandi, me ne tiro fuori.

Non ho più sedici che quando c'era una guerra in atto ero sempre in prima fila a guardarmi lo spettacolo prendendo prima le difese di uno e poi dell'altro.
Queste cose non fanno più per me, sono adulta e matura, non posso soffermarmi a cercare di capire le persone se quest'ultime non vogliono essere capite.
E normalmente non posso permettermi di aiutare chi non vuole essere aiutato.
E Josh ha deciso così.

Non lo abbandonerò, voglio stargli vicino e molto probabilmente potrei risultare egoista per l'ennesima volta nei suoi confronti, ma quello che ha dimostrato è soltanto la figura di un ragazzo disperato che ha deciso di affondare e che a quanto pare sta bene nel suo dolore, ma io non possa fare molto perché non me lo permette e a questo punto non posso farmi carico di un problema non mio.
Non ha più la forza per combattere e si vede, non ha più la forza di rialzarsi e ricevere le mazzate e lo capisco.
Per questo dico che mi tiro fuori.
Chris è così preoccupato per lui, davvero tanto.
Non si parlano nemmeno più, ormai le loro conversazioni si riducono soltanto a documenti e prassi lavorative.
Non c'è più stata una bevuta tra di loro, niente feste organizzate, niente cene come ai vecchi tempi.
Nulla.

"Hai scoperto qualcosa?" Indaga Chris.
"Ma che cosa vuoi che abbia scoperto Chris? Le solite cose. Sta male, ha ripreso con le medicine e non sembra propenso a tornare con Kayla" gli spiego.
"Dice che non lo comprendiamo" aggiungo un po' delusa.
Chris ci rimane male da questa mia uscita ma non dice nulla, un tempo avrebbe alzato i tacchi, aperto quella porta e sarebbe andato a prenderlo a parole.
Si sarebbe fatto dire ogni cosa che passasse per il suo cervello e rimaneva lì fino a quando Josh non avesse finito di raccontare il tutto.
"Ci ho provato con tutto me stesso, dico davvero"
"Chris, non devi giustificarti, non con me" lo tranquillizzo prendendogli la mano.

"Mi sento impotente e un nullafacente.
È il mio cazzo di migliore amico, la parte migliore di me dopo i miei figli. È la prima persona che ci è stata, che mi ha dato una regolata e che mi ha sempre fatto volare basso.
Ha fatto ogni cosa per me, ha preso colpe che non aveva. Mi ha coperto in tutto ed io cosa ho fatto per lui? Cosa?" Si alza dalla sua postazione e si passa la mano tra i capelli.
Un vizio che non si è mai tolto, quando è nervoso fa così.
"Non sono stato un bravo migliore amico, almeno non tanto quanto lo sia stato lui per me.
Ho deluso lui e ho deluso me stesso"

"Chris non è colpa tua"
"Non è colpa mia? Ines l'ho abbandonato a se stesso. Si è lasciato con Kayla e non ho avuto nemmeno il tempo materiale per potermi confrontare o farlo sfogare.
Settimana scorsa era l'anniversario della morte di sua figlia, gli ho dato il giorno libero, ma siamo davvero sicuri che tutto ciò che gli serviva era soltanto una giornata per se stesso? Che amico sono? Chi cazzo si comporta così. Per non parlare allo chalet che gli ho presentato Camille davanti con quel troglodita di Luke come se io avessi dei diritti. Forse è proprio per questo che non mi parla più, ne è rimasto talmente scottato che questa cosa gli ha fatto perdere fiducia nei miei riguardi." Prende un respiro profondo.

RECOVERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora