JOSH POV
Se c'è una cosa che ho sempre odiato sono le rimpatriate.
Perché ritrovarsi anni dopo e riempirsi di domande l'un l'altro?
Certo, non abbiamo perso i rapporti tra di noi ma siamo adulti, e ognuno ha le proprie faccende da sbrigare.
E sinceramente mi passa anche la voglia di stare in una stanza riuniti con tutta la compagnia adolescenziale, rispondere al loro interrogatorio e fare finta di nulla, considerando anche che c'è Ines.
Ines e Kayla per la precisione.
Fortunatamente saranno solo due giorni, ma saranno lunghi e pesanti.
E purtroppo conosco bene le persone che ci sono lì dentro e so che il tutto non passerebbe inosservato.
Inizieranno a fare domande anche a Kayla e so che il tutto potrà metterla in soggezione, un conto se sono io, ma so come si comportano quegli stronzetti.
E poi non so se l'ho già detto ma ci sarà Ines.
E anche Kayla.
Ines e Kayla.
Tutti e due. Nella stessa stanza.
Il passato e il presente.
La rossa e la bionda.
La mia attuale ragazza e la mia ex.
E mi preparo psicologicamente alle occhiate, alle battute e alle frecciatine di quella stronza di Ines.
A me non frega nulla di lei, non più almeno.
Mi fa effetto vederla perché nonostante tutto è stata una bella relazione, la seconda più importante della mia vita.
Ma non credo di riuscire a starmene zitto se dovesse tirare troppo la corda.
D'altronde sono un uomo, la mia ragazza devo difenderla e farla sentire protetta.
E non mi frega nemmeno di rovinare la giornata a tutti in caso gli animi si faranno più "caldi".
So che molto probabilmente mi pentirò se le cose si metteranno male, ma non credo che debba passare io per lo stupido in caso gli altri facciano stronzate.
Con tutte queste paranoie che mi sto facendo giuro che mi sta passando anche la voglia di farmi vedere.Sono sveglio dalle cinque e ho avuto il tempo per farmi una bella colazione abbondante oltre che una doccia con i fiocchi, ma ancora non ho sistemato la valigia.
Kayla, invece, ha deciso che per due giorni ne ha dovute addirittura portare tre perché secondo lei la prevenzione non è mai abbastanza.
In più dice che non ha portato nemmeno la roba necessaria, è fin troppo poco ciò che ha portato.
Infatti, ora lei è sotto la doccia mentre io, non ho voluto vestirmi proprio per nulla al contrario mi sono rimesso il pigiama e mi sono buttato sotto le lenzuola nuovamente nella speranza di poter dormire un'altra mezz'ora.
Ma il tutto è risultato vano perché l'unica cosa che ho fatto è stata contemplare il soffitto oltre che la rossa che dormiva beatamente al mio fianco mezza nuda.
Ormai è di rito che si fermi qui a dormire, di solito mangiamo insieme e poi alla sera si ferma qui, non che mi dispiaccia.
Anzi, abbiamo più tempo per noi, abbiamo la nostra intimità e siamo molto affiatati.
Mi trovo decisamente bene e come ho già detto mi mancava quella punta di perfezione e leggerezza nella mia vita.
Kayla è tutto questo.Inoltre essendo un adulto ho bisogno di restare con i piedi per terra.
Ricordo che quando ero un ragazzino in un modo o nell'altro mi trovavo sempre in mezzo a risse, a discussioni o comunque in problemi che riguardavano Chris.
Ero sempre pronto a dare una mano al mio migliore amico, a volte insultando le persone o perlomeno mettere fine alla battaglia.
Ora cerco di evitare il tutto, sono sempre rimasto quello che mette la pace su ogni cosa, ma cazzo, tornassi indietro altro che pace.
Mi butterei nella mischia e farei baldoria più di quanto già non lo facessi.
Ma queste cose non fanno più per me, non posso pensarle adesso.
Con questi pensieri vengo risvegliato dal suono del mio cellulare.
È Chris.
Rispondo molto tranquillamente alla chiamata mentre dall'armadio estraggo una valigia che metto subito sul mio letto.
Butto tutto alla rinfusa al suo interno pescando la prima cosa che trovo nelle ante degli armadi.
Poi passo ai comodini e butto tutto l'intimo di cui io ho bisogno insieme a calzini.
Faccio una fatica abnorme a chiudere la valigia in quanto non mi sono posto il problema di piegare ogni singolo indumento.
Mi ci seggo sopra e dopo interminabili minuti riesco a chiudere le cerniere.
"Testa di cazzo di una valigia di merda" impreco contro di essa.
"Cos'è una testa di cazzo?" Dall'altra parte del telefono sento una vocina che conosco alquanto bene.
"Merda." Sussurro.
"Cioè... ciao amore di zio come stai?" Mi mordo la mano ed impreco mentalmente questa volta.
Se solo Emily mi sentisse imprecare così davanti ai suoi figli non impiegherebbe molto a tirarmi le orecchie e staccarmele, ma io cosa ne sapevo che ci fosse Alex dall'altra parte del telefono.
"Dov'è la mamma o il papà?" Gli chiedo mentre mi dirigo nuovamente verso l'armadio e prendo al volo una tuta blu molto comoda e un maglione nero.
Direi che sono a posto per oggi.
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