Capitolo 7

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INES POV

Mi cambio radicalmente, non so se optare per mettermi qualcosa di sobrio oppure provocarlo con quale vestitino corto.
Ma che mi salta in mente?
Una minigonna di jeans e un maglioncino sono più che ottimi, se aggiungiamo anche delle parigine direi che dò quel tocco di classe in più all'outfit.
Quando sono abbastanza pronta e tirata al lucido sospiro.
Sono a casa completamente da sola, i bambini sono dai genitori di Emily, che durante la settimana si prendono l'impegno di curarli, siano lodate quelle due persone meravigliose, dovranno fargli una statua a riguardo.
Per fare passare il tempo ne approfitto per mettere in ordine e ritirare i piatti, almeno, quando torneranno, i due piccioncini potranno rilassarsi con i loro bambini.
Rimarrò zitella e sarò quella zia ricca che farà i regali ai nipotini.
Ma che dico? Io sono fidanzata.
Quando si fa un determinato orario mi precipito verso la macchina, arrivo all'azienda di famiglia in tempi record.
Incredibile come abbia schiacciato quell' acceleratore, neanche stessi andando a combattere una guerra in Vietnam.

Scendo dalla macchina e ancora prima che possa attraversare la strada il mio telefono squilla.
È Scott.
Non capisco perché ultimamente mi dia così fastidio la sua presenza.
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo ripetutamente, ma poi decido di rispondere.
"Ciao Scott" rispondo con finta felicità.
Il saluto più finto sulla faccia della terra.
"Stasera ci vediamo?" Chiede di nuovo conferma.
Non posso sempre lasciarlo in sospeso o perlomeno dargli buca quindi acconsento forzatamente.
Dovrò parlargli prima o poi.
Dovrò farlo eccome, non posso continuare a prenderlo in giro in questa maniera.
Prima devo essere sincera con me stessa e poi con tutti gli altri.
Attraverso la strada velocemente prima che una macchina mi metta sotto e quando arrivo in azienda le segreterie e le dipendenti mi guardano in modo strano.
Certo, in confronto a loro sono meno fiscale ma non mi sembra che sia conciata malissimo.
"Signorina Adams" mi saluta una con un cenno di mano.
L'azienda è anche mia a dir la verità, mio padre ha lasciato il tutto nelle mani di Chris, ma buonaparte di queste mura sono anche mie.
Posso venire qui tutte le volte che voglio e quando voglio.
Ma non mi permetto di comandare perché non mi è mai interessato più di tanto.
Prendo un ascensore e mi intrufolo al suo interno insieme ad altre persone che sono vestite tutte in giacca e cravatta.

Attendo di arrivare all'ultimo piano di questo enorme attico, non capisco come mai Chris abbia voluto fare gli uffici così in cima, poteva accontentarsi di qualcosa al secondo o massimo terzo piano.
Invece no, sempre a strafare il mio fratellone.
Le porte si aprono rivelando Emily in tutta la sua bellezza.
Il suo tubino grigio stretto risalta ogni forma del suo corpo e dopo tre gravidanze è più in forma di prima.
Incredibile come in quattro mesi abbia già ripreso il fisico che aveva al liceo.
Sta prendendo un caffè e quando mi vede mi guarda accigliata.
Da quando le nostre strade si sono divise abbiamo fatto si di rimanere in contatto, ma lei ormai è una mamma, ha altri impegni nella vita.
Io preferisco vivermi la vita alla leggera ancora per molto molto tempo.
Ma devo ammettere che mi manca tutto ciò che eravamo.

Ogni weekend eravamo ad una festa ad ubriacarci, oppure al bar per un caffè.
Insomma tutte piccolezze che non torneranno più indietro.
"Ines, che ci fai qui?" Domanda mentre sorseggia il suo caffè.
Resta comunque mia amica prima che cognata, quindi glielo dico.
"Josh mi ha detto di passare di qui" dico energica e già piena di entusiasmo.
Giuro che non sto nella pelle.
"Josh?" Quasi si strozza con il caffè.
"Proprio lui" sorrido di rimando.
Fa una faccia stranita e me ne preoccupo subito.
Cosa c'è che non va ora?
La fisso insistentemente affinché dica mezza parola ho tutto il diritto di sapere.
"Non è di buono umore stamattina" mi dice secca.
"Bhe ci penso io a tirarlo su di morale" ammicco divertita.
"Sei una scema" ridiamo insieme.
"Emily tieni impegnato Chris, non deve sapere che sono qui."
"Perché no?" Domanda confusa.
"Perché poi mi fa il terzo grado"
"Tuo fratello tiene molto a te e anche a Josh. Quando tu sei partita per andare in un'altra città Josh ci è rimasto male, ma tuo fratello anche peggio. Si è preso cura di te sin da sempre e non averti avuto più al suo fianco diciamo che gli ha un po' cambiato la vita" mi rivela.

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