Capitolo 8

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JOSH POV

Mi passo una mano in faccia nervoso dopo questa cosa.
Vorrei urlare come un pazzo e fare uscire tutta la frustrazione che mi accompagna da anni e anni.
Dovrò farmi un esame di coscienza e capire se è un bene o un male comportarmi in questo modo.
E soprattutto pensare se perderla è molto meglio che averla vicino.
Qualcuno bussa alla porta, mi ricompongo subito e con tutta la naturalezza di questo mondo rispondo di entrare.
La rossa mi è davanti in tutta la sua bellezza ed io perdo un battito.
Non ho parole per descriverla, stupenda, meravigliosa, mozzafiato.
"Kayla" chiamo imbambolato mentre rimango a fissarla.
Arrossisce, forse per come la sto guardando perché risulto un maniaco.
Mi risveglio dal mio stato di trance e mi dò un tono.
"Cosa ci fai qui?" Mi avvicino cautamente a lei.
"È l'ora del pranzo e ho pensato di passare la pausa con te" mormora già imbarazzata.
"Oh certo volentieri" prendo tutta la mia roba e l'accompagno fuori.
Poggio delicatamente una mia mano al centro della sua schiena e le faccio strada verso la porta.
"Ho visto una ragazza uscire dal tuo ufficio. Si insomma quella dell'altra volta, com'è che si chiama?"
"Ines" rispondo prontamente.
"Ecco, si... Quella Ines. Come mai ti gira sempre attorno?"
"È la sorella del mio migliore amico, in un modo o nell'altro la vedo spesso" il che è anche vero.

"Mi è venuta addosso senza farlo appositamente, quando mi ha visto mi ha guardata in un certo modo.
Stava anche piangendo."
Uno schiaffo in faccia avrebbe fatto meno male, non mi piaceva vederla piangere in passato, e non mi piacerebbe vederla piangere nemmeno ora.
"Non mi frega" mento spudoratamente.
"Non scorre buon sangue tra di voi, vero?" Mi dice mentre preme il pulsante dell'ascensore.
Butta i suoi capelli rossi all'indietro, è così delicata nei movimenti.
Credo che la delicatezza e la dolcezza sono le cose che più mi mancano nella vita, e penso che Kayla sotto questo punto di vista faccia per me.
"Non più" le rispondo cauto mentre mi infilo dentro all'ascensore.
"Meglio così" ribatte decisa.
Ma poi ci ripenso un attimo e mi rendo conto che questa è proprio una scenata.
"Aspetta... Ma non sarai mica gelosa?" Dico sarcastico mentre la derido.
"Io non sono gelosa, sto soltanto cercando di capire quante donne riesci a fare cadere ai tuoi piedi senza cedere." Dice concisa.
"Sei gelosa" dico ridacchiando.

Mi mancava questa dose di leggerezza.
"Può anche darsi" si imbarazza mentre lo dice.
"Kayla, io ho rispetto per chi mi sta attorno. E se le altre ci provano avranno un due di picche che si ricorderanno per il resto della vita" la consolo.
Sembra essere sollevata da questa mia confessione e lo sono anche io.
Usciamo dall'azienda e andiamo a mangiare in una tavola calda qualcosa di sbrigativo e veloce.
Non ho tanti minuti a disposizione, ma cercherò di farmeli bastare.
"Cosa c'è stato tra te e la tua ex?" Quasi mi strozzo con l'acqua che il cameriere mi ha versato gentilmente nel bicchiere.
"Come scusa?" Sbatto le palpebre di continuo.
Cerco di capire ciò che ho appena sentito.
È così evidente?
"Pensi che non me ne sia accorta?" Scrolla le spalle.
Devo dirle la verità, per forza.
Non voglio prendere in giro nessuno e tanto meno lei, ha tutto il diritto di sapere ciò che eravamo.
"Kayla ascolta: tutto quello che legava me ed Ines è morto sette anni fa. Per me non è nient'altro che la sorella del mio migliore amico.
Nulla di più e nulla di meno." Sospiro.
La situazione sta prendendo una brutta piega e non è questo che avevo previsto per noi due.

Voglio passare una pausa pranzo tranquilla senza aver Ines nei miei pensieri.
"Io se decido di chiudere con una persona non la vorrei più vedere per il resto dei miei giorni"
"Hai ragione" sussurro mentre mangio la mia pietanza.
"Io mi fido di te" dice sincera.
"Ed io mi fido di te" ricambio.
"Senti, parliamo di altro. Ho una notizia." Dico già felice.
Smette di mangiare e mi dedica la sua attenzione.
Quanto è bella quando mi guarda con quegli occhioni azzurri.
"Dalla prossima settimana ho le ferie. Stavo pensando di andare in vacanza e volevo portare te con me. Volevo prendermi una pausa da tutti i problemi e soprattutto vivermi la settimana in pace. No telefono, no interazioni umane. Niente di niente, solo io e te. Che ne pensi?" Chiedo speranzoso.
"Sarebbe fantastico" quasi urla.
"Penso che una vacanza mi faccia bene. Anche io vorrei staccare la mia mente e pensare a me stessa per una attimo.
Sai sono stata per tanto tempo con Erik e l'unica vacanza che ci siamo permessi di fare, per suo volere, era fuori città in una casa in campagna.
Ha sempre messo il lavoro al primo posto ma questa cosa non mi dispiaceva affatto.
Anzi, sono quella tipica ragazza che non ti sta con il fiato sul collo, non so come spiegarti Josh. Se hai qualche problema me ne puoi parlare tranquillamente, ma se non vuoi non ti faccio pressioni.
Erik questa cosa l'ha così colta alla lettera che quasi mancava tutta la complicità nella nostra relazione.
Certe volte mi sentivo così trascurata ma non gliel'ho mai detto o fatto capire, avevo paura di risultare troppo pesante.
Se si trattava di me cercavo sempre di sminuirmi per paura di risultare troppo esagerata nei gesti o nelle cose che dicevo.
Per questo, l'altro giorno in quel bar ti ho chiesto sin da subito ciò che volessi da me, senza che poi mi prenda bene e ci sbatto la testa contro al muro e prendimi una vera batosta in faccia. Capisci Josh cosa intendo? Non voglio essere esagerata e ti darò tutti i tuoi spazi che ti servono, ma questa volta chiedo di essere almeno notata o perlomeno di aver qualche attenzione in più.
Mi sono sentita trascurata per molto tempo. E quel tempo non tornerà più indietro, per questo sto imparando ad amarmi e ad accettarmi.
Oddio, non so nemmeno perché te lo stia dicendo Josh, sto zitta che è meglio"

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