Capitolo 16

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JOSH POV

Non gli rivolgo la parola e mi rifugio all'interno del mio ufficio.
Ma non credevo minimamente che potesse seguirmi fino al suo interno.
Alzo gli occhi al cielo e mi metto seduto al mio posto mentre traffico con il computer e altri documenti.
"Possiamo parlare un secondo soltanto?" Mi chiede esitando.
"Ho del lavoro da sbrigare" indico tutte le varie scartoffie sparse in giro per la scrivania.
"E di certo non voglio portarmi il tuo lavoro anche in ferie." Aggiungo distaccato.
Ma rimarco sul fatto che due settimane fa quando mi parlava di ferie ha accennato al fatto che se non avessimo finito tutte queste cose burocratiche avrei dovuto portarmele in vacanza.
E non ci penso proprio.
"Josh" mi richiama seccato.
Ha pure il coraggio di fare il seccato adesso.
Incredibile.
"Siamo sul posto di lavoro e  ci vuole professionalità, l'hai sempre detto tu, no?" Dico continuando a guardare il computer di fronte a me.
"Fanculo alla professionalità. Volevo soltanto sapere cosa hai fatto alle braccia"
"Sei qui per le mie braccia?" Dico distaccato.
Ma infondo mi fa piacere che se ne sia accorto.
"No, cioè... in realtà si" prende un sospiro.
"Sono qui anche per te, come stai?" Domanda titubante.
Christian titubante? Aspettate che me lo segno da qualche parte.
"Ah sei qui anche per me?" Dico saccente.
"Josh..." Sospira.
"Come cazzo pensi che stia? Sto come una persona ferita. Come una persona che sembra che ogni giorno debba combattere in mezzo ad un branco di leoni per sopravvivere.
Ogni giorno mi sveglio, mi guardo allo specchio e l'unica cosa che penso è: anche oggi mi sono svegliato, che rottura di coglioni.
Il giorno in cui non lo farò più forse sarò felice.
Ma fino alla fine dei miei giorni sarà una lotta continua per stare in questa vita di merda e avere a che fare con tutta questa gente che vale meno di zero, che non fa altro che fare del male e che si crede chissà chi. Non chiedermelo più."

"Sai cosa ti dico: ho sbagliato, va bene. Ne sono consapevole e dopo questa cazzata ho capito che ho perso tutto, ogni cosa, ma è giusto che io ti devo delle spiegazioni" alza le mani in segno di resa.
"È qui che ti sbagli Christian, tu ogni cosa che commetti la definisci una "cazzata" perché a te non tocca minimamente ma non sai cosa voglia dire per le altre persone.
E ti dico io una cosa e te la dico in nome della nostra amicizia: ti ho sempre difeso da tutti e tutto e la cosa è ben evidente.
Sono stato dalla tua parte anche quando eri nel torto più marcio di sempre.
Ti ho parato il culo tante di quelle volte altrimenti a quest'ora non so nemmeno dov'eri.
Ti ho trattato come un fratello più che migliore amico... Ti ho detto ogni cosa di me a partire da quella più banale a finire a  quella più sincera anche se questo non credo che ci sia bisogno di saperlo perché ne sei consapevole.
Ho condiviso con te ogni frammento della mia vita e sono venti anni che ci conosciamo.
Venti anni di amicizia che tu hai voluto buttare nel cesso, per te potrà sembrare una stronzata perché alla fine è questo che pensi sempre: fai le cose, fai stare male le persone, le tratti come tappetini e te ne esci fuori con un "mi dispiace" uno "scusa" ma non funziona più così Chris.
Se prima trovavo una motivazione per giustificare ogni tuo gesto, ora basta.
Perché questa volta l'hai fatto con me e sarò anche di parte ma non potrai essere perdonato per questo.
Sarà anche una stronzata ma tu con quale diritto ti tieni in contatto con Camille alle mie spalle? Camille? Christian fai sul serio? Cristo santo" mi sfogo.

"E la cosa peggiore sai qual è? Che non riesco ad odiarti perché è un sentimento che non provo questo. Non ti disprezzo nemmeno e me ne faccio una colpa perché la prima cosa che dovrei fare in questo istante è usarti come sacco da boxe. Ma una cosa si la provo: delusione.
Mi hai deluso tanto e da quanto vedo hai deluso anche gli altri." Sparo a raffica.
"Vorrei odiarti cazzo. Lo vorrei con tutto me stesso" dico passandomi una mano in faccia.
"Sono deluso marcio da come mi hai trattato e mi hai umiliato davanti ai nostri amici.
E ripeto cazzo, lo ripeto, non ti odio e non ti disprezzo nemmeno e dovrei farlo invece, ma la verità dei fatti è che sono stufo di starti dietro come un cane e dedicarmi a te facendoti la ramanzina ad ogni cazzata che commetti." Continuo in preda al nervoso.
"Per quanto mi riguarda, ora come ora, io e te potremmo girarci anche dall'altra parte quando ci incrociamo. Io lavoro nella tua azienda e sono il tuo contabile ma nulla più"
"Non puoi farmi questo Josh" dice quasi in una supplica.
"Non posso? Chi te lo dice? Tu non ti sei preoccupato di me" assumo un atteggiamento stronzo.
D'altronde mi ha insegnato lui ad esserlo,no?
"Qualunque cosa dica al momento è scontata e ne sono riconoscente, ma lasciami almeno che ti dica una cosa."

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