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«Ciao Gà, tutto bene qui?» Teresa entra nel negozio quasi correndo e appena mette piede dentro fa un respiro profondo come se non respirasse da ore. E' legatissima a questo negozio e starci lontano si vede che le pesa.
«Tutto bene, lì ti ho fatto la lista di accessori e cellulari venduti. Non è successo niente di che.»
«Okay, va benissimo. Vado a parcheggiare bene l'auto che l'ho fermata quasi in mezzo alla strada, torno subito.» Posa una busta su una sedia in sala d'attesa e va via, lasciando di nuovo me da sola al bancone. Resto qualche minuto da sola al computer ad organizzare la vetrina per poterla cambiare domani quando un cliente entra e mi interrompe.

«Ciao...»
Alzo la testa e mi ritrovo il biondo di stamattina di nuovo qui, ancora più imbarazzato di quanto lo fosse qualche ora fa.
«Ciao.» Gli rispondo e lui continua a grattarsi la testa e a non dire nulla.
«Senti lo so che sono un rompi cazzo, ma per caso c'è Teresa?»
«Teresa...» Mi sporgo guardando fuori ma non la vedo. «Non è ancora arrivata.» Concludo, guardandolo.
«Sono venuto anche un quarto d'ora dopo, ero sicuro di trovarla.»
«Se la conosce sa che...»
«E' sempre in ritardo, lo so.»
«Esatto.» Sorrido e lui con me, ha degli occhi stupendi che non riesco a smettere di guardare. «Comunque sta parcheggiando, dovrebbe essere qui a momenti.»
«Parcheggiando? Vabbè allora mi siedo, con l'auto è negata.» Dice ridendo ancora e scuotendo la testa.
«Ah la conosce bene, vedo.»
«Sì, ci conosciamo da diversi anni. Comunque dammi il tu, io sono Piotr.»
«Va bene Piotr.» Annuisco ripetendo il suo nome, mi piace. «Mettiti comodo allora, prima o poi la vedrai entrare da quella porta.»
«Correndo e imprecando contro qualcuno sicuramente.» Dice e ride di gusto facendo ridere anche me.
«Eccomi qua scusa ma c'era un cretino che mi ha fatto cambiare tre parcheggi, lo volevo picchiare.» Teresa entra nel negozio di corsa e innervosita, proprio come avevamo prospettato noi. Poi si ferma e quando mi vede ridere guarda nella mia stessa direzione vedendo Piotr alle sue spalle. «Piotr!» Urla e poi va ad abbracciarlo. E' una ragazza molto affettuosa ed espansiva, praticamente il mio contrario che sono molto più timida su quest'aspetto.
«Ciao Teresa. Tutto bene? E' da luglio che non ci vediamo, dovevamo rimediare.»
«Sì infatti, a me bene, a te?»
«Bene, bene. Solo che come al solito...»
«Hai rotto il cellulare?!»
«Esatto.» Risponde lui facendo un'espressione colpevole.
«Gà, questo ragazzo è incredibile, rompe un cellulare al mese e ne acquista uno ogni due mesi. A volte penso che lo faccia apposta...» Mi spiega Teresa, voltandosi verso di me per poi tornare al suo amico che improvvisamente avvampa.
«Ma no, sono solo distratto.»
«E perché il tuo primo cellulare non lo rompi mai, rompi solo questo, ogni dannata volta?» Gli punta il dito contro e lui se la ride.
«Perché di questo non me ne frega tanto e non lo preservo come dovrei. Ma io ti pago eh, sembra che ti dia fastidio.» La guarda quasi offeso e Teresa si affretta a smentirlo.
«No, assolutamente, che dici. Lo dico per te, ne distruggi troppi è un peccato.»
«Ma io sono proprio così, anche l'Apple Watch ho distrutto un paio di volte. Che devo fare?»
«Mammamia, non ti darei mai nulla di mio, sei pericoloso.» Non so perché ma mi misi in mezzo alla conversazione dicendo la mia.
«No davvero Gaia, non ti conviene.»
«Me ne devo andare, mi sento umiliato qui. Te lo lascio il cellulare o porto i miei soldi altrove?»
«Dai Piotr non fare il permaloso e resta, lo sai che mi piace prenderti in giro. Però dico anche le cose belle, tipo che la mattina ti ritroverai spesso con la colazione offerta, la pizzetta a metà mattina, lo spuntino al pomeriggio...» L'ultima cosa la dice guardando me e io annuisco seguendo il suo discorso. «E' un ragazzo generoso ed un ottimo amico.» Sorride a lui e poi viene dietro al bancone con me.
«Quando posso mi fa piacere lo sai. A proposito... aperitivo?» Propone dopo aver constatato che si sono fatte quasi le sei.
«No, Piotr, ho troppo lavoro da fare, la prossima volta. Ora mi dai quel maledetto cellulare?» Sbuffa e lui glielo dà, per poi fargli un occhiolino e dargli un bacio sulla guancia.
«Quando passo a prenderlo?»
«Uffa, ora non mi mettere l'ansia. Dopodomani alle cinque, va bene?»
«Perfetto. A presto allora, buona serata.» Bacio nel vento a lei poi occhiolino a me. «Ciao Gaia.»
«Ciao.» Dico solo, perché non so che altro aggiungere.

Il biondo va via e subito Teresa mi dà una gomitata come ad insinuare qualcosa.
«Carino eh?»
«Eh?»
«Piotr, è carino!»
«Sì lo è, e allora?» Alzo le spalle cercando di farla smettere, ogni volta è così, vuole per forza farmi fidanzare con chiunque entri qui dentro.
«Ho visto un certo feeling tra di voi, secondo me dovresti fare qualcosa.» Altra gomitata e altro mio sospiro.
«Ma se a stento abbiamo parlato e quando l'abbiamo fatto abbiamo parlato di te! Anzi, guarda che ti dico, sta sempre qua perché gli interessi tu!» Di solito non alzo la voce ma stavolta mi ha costretta. Lei spalanca gli occhi e scuote la testa, come se avessi detto un'eresia.
«Ma che dici? Siamo amici da quattro anni e non ci ha mai provato con me e onestamente va bene così. Non lo vedo come nient'altro che un amico.»
«Ma sono affari tuoi eh, dico solo che ho visto un certo interesse dal suo lato.» Puntualizzo.
«No, davvero, lui è così con tutti.»
«Va bene. Però smettila di volermi far fidanzare per forza, non è divertente.»
«Ma lui sarebbe davvero perfetto! E' bello, è un bravo ragazzo ed è ricco visto che gioca nel Napoli.»
«Ah ecco perché aveva una faccia conosciuta... l'avrò visto in tv qualche volta. Vabbè comunque seriamente, non mi ha nemmeno mai guardata e non mi interessa.»
«E va bene, come vuoi. Passami quel cellulare che vado a sistemarlo...»

Prende il cellulare e va nel laboratorio nel retro negozio lasciandomi di nuovo da sola col mio bancone e la mia vetrina da organizzare.

No Regrets | Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora