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«Ogni volta che vengo qui questa città mi piace sempre di più, è stupenda.» Dice mio fratello mentre siamo affacciati sul terrazzo di Posillipo che dà proprio sul golfo.
«Bella eh?» Gli sorrido e annuisco, non posso dargli torto. E poi Napoli in primavera è veramente fantastica.
«Sì bellissima.» Siamo appena stati agli allenamenti e ora stiamo tornando a casa di Teresa che ci ha invitati per cena. Pawel ha insistito per comprare dei dolci da portare da lei e io ho preso del vino in una cantina di altissimo livello qui a Posillipo. Rientriamo in auto e arriviamo a casa di Teresa che ci aspetta. Si salutano e poi la saluto anche io, ci sediamo a tavola e iniziamo a mangiare.
«Amir e Stani ti hanno riempito la testa con i giochi della Playstation immagino...» La mia ragazza si rivolge a mio fratello che annuisce e ride.
«Sì, io li ho conosciuti proprio giocando alla Play. Sono due ragazzi eccezionali, simpaticissimi.»
«Concordo.» I miei due compagni di squadra sono stati spesso da me a cena e Teresa li conosce bene perciò parla così.
«Infatti quando andremo via da qui stasera ci aspetta una battaglia all'ultimo sangue a CoD.»
«Sì ma domani ho gli allenamenti non possiamo fare troppo tardi.»
«Vero, mi accontenterò.»
Continuiamo a parlare del più e del meno, poi verso le dieci e mezza ci prepariamo per andare via ma prima di farlo prendo Teresa in disparte per dirle una cosa.
«Che succede?» Mi chiede, sembrandomi quasi spaventata.
«Prenota quella vacanza.» Le dico solo, dandole un bacio a stampo.
«Sul serio Piotr? Per quattro?» Le brillano gli occhi quando annuisco.
«Grazie, grazie, grazie! Ti amo tanto, tantissimo.» Dice lasciandomi baci a ripetizione sulla bocca, facendomi sorridere.
«Anche io. Buonanotte, a domani.»
«Buonanotte.» Salutiamo e andiamo via, tornando a casa mia e iniziando a giocare coi ragazzi alla play.
Ho deciso di accettare perché voglio che Teresa sia felice e se questo significa sorbirmi per quindici giorni quelle due oche che hanno il suo stesso sangue, beh, è un sacrificio che posso affrontare.

«All'inizio non capivo bene che tipo fosse Teresa, ti dico la verità. Ma ora mi piace, mi sembra sincera.»
«Prima non ti piaceva?»
«Non è che non mi piaceva, è che ti ha fatto penare anni prima di mettersi con te e l'ho quasi odiata per questo. Ora però la sto conoscendo meglio e capisco perché ti piace tanto.»
«E' stata l'unica in grado di farmi perdere davvero la testa, l'unica.» Dico.
Sto cercando in ogni modo di avvicinarmi a lei il più possibile, sia fisicamente che coi sentimenti. Non faccio che ripetere a me stesso che lei è l'unica che amo, l'unica con cui voglio stare e che mi fa stare bene. Non che non ne sia convinto, ma ho passato delle settimane in cui ero in dubbio su tutto, quindi ripetermi le nozioni basilari può solo farmi bene.
«Lo vedo da come la guardi, sei innamorato perso.» Mi dice dandomi una spinta con la spalla facendomi quasi cadere dal pouf su cui sono seduto per giocare alla Playstation.
«Non lo posso negare.» Rispondo e gli sorrido.
Ovviamente lui non sa nulla di Gaia, non la conosce nemmeno. Non sa chi sia e non sa cosa c'è stato tra di noi, ma il fatto che mi veda innamorato perso di Teresa mi fa ben sperare. Forse sono davvero sulla buona strada per eliminare Gaia completamente dalla mia testa.
«E quando andrete a vivere insieme?» Mi domanda e io faccio roteare gli occhi per poi sbuffare.
«Litighiamo ancora troppo, non è il momento. Magari tra qualche mese, non lo so.» Alzo le spalle e lui fa di sì con la testa.
«Fai bene a non affrettare le cose, pensateci bene che poi non si torna indietro.»
«Sono d'accordo.»
Continuiamo fino all'una a giocare poi ce ne andiamo a dormire.

Dormo profondamente fino alle otto quando mi suona la sveglia. Vado in bagno e poi sveglio anche mio fratello che deve venire con me a Castelvolturno. Ci vestiamo, ci prepariamo e alle nove meno un quarto siamo pronti per uscire.
«Non è presto? Devi stare alle dieci agli allenamenti, giusto?»
«Sì ma voglio passare prima al bar per fare colazione e volevo portare un cornetto a Teresa.» Spiego e lui annuisce.
«Ah ok, andiamo allora.»
Passiamo in un bar famoso di Licola, facciamo colazione e prendo un cornetto a marmellata d'asporto per la mia fidanzata.
«La vuoi avvertire che stiamo arrivando?»
«No, lei ama le sorprese.» Gli faccio l'occhiolino e lui ride prendendomi in giro.
Guido fino a casa sua e parcheggio fuori casa.
«Vengo anche io che devo andare un attimo in bagno.» Dice mio fratello e scendiamo entrambi dall'auto.
Prendo le chiavi che mi ha dato e apro senza bussare, non voglio svegliarla col citofono ma con il profumo del cornetto caldo. Apro anche la porta e vedo che in cucina è rimasto tutto come ieri, strano.
«E' lì il bagno?» Mio fratello indica una porta poco distante da noi e io annuisco.
«Sisi.» Gli rispondo guardandomi ancora intorno. Forse era stanca e ha pensato di sistemare stamattina, boh. Mi volto e faccio per andare verso la camera da letto quando sento mio fratello urlare.
«Andiamocene Piotr.» Mi prende per un braccio e mi tira con lui verso l'uscita.
«Ma che hai? Oh?»
«Andiamo via e basta, poi ti spiego.»
«Ma che problema hai?» Tiro via il mio braccio dalle sue mani e lo fisso. E' agitato e prima di entrare qui non lo era. Anzi, prima di entrare nel bagno non lo era. Guardo alle sue spalle verso quella porta da cui è appena uscito e lui chiude gli occhi abbassando la testa.
«Cosa hai visto?»
«Piotr per piacere andiamo via, per piacere.»
«Cosa hai visto che ti ha fatto agitare tanto?» Lo lascio lì e superandolo vado verso il bagno. Appoggio la mano sulla maniglia e ho qualche secondo di esitazione prima di abbassare la maniglia ed aprire la porta.

Le ginocchia iniziano a tremarmi e la busta col cornetto che ho tra le mani mi cade sbattendo sul pavimento. I miei occhi sono come ipnotizzati da quella scena che mi resterà impressa per sempre nel cervello come col fuoco. Faccio un passo indietro, poi un altro e poi un altro ancora. Voglio andare via, lontano dal mondo di bugie che mi circonda. Via, lontano da tutto e tutti, lontano.

No Regrets | Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora