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Gli avevo detto che non ci avrei pensato più ma ovviamente non ci sono riuscita e anzi, per i due giorni seguenti non ho fatto che pensare a quella cosa. Perché la sua situazione con Teresa dovrebbe essere diversa dalla mia con Pietro? Loro stanno insieme da più tempo ma io e Pietro siamo comunque una coppia stabile. Ci penso e ci ripenso, non trovando la soluzione a quel dilemma. Per due giorni non ci vediamo perché ha una partita infrasettimanale ma stasera dovrebbe venire da me. Ovviamente non mi scrive né mi chiama per non lasciare tracce, semplicemente quando può viene da me e se non vede l'auto di Pietro bussa. Stasera Pietro finisce alle dieci di lavorare e non ci vedremo, così ho campo libero con Piotr.

A lavoro per tutta la giornata continuo a pensare a quel dilemma e ad un certo punto ho come un'illuminazione. Certo, ovvio, come ho fatto a non arrivarci prima? Non appena metto a fuoco la situazione mi prendo cinque minuti di pausa e scappo in bagno a piangere. Il mio è un pianto disperato, di chi è arrivato al limite e non ha più speranza. Cerco di tirare fuori tutto ciò che ho dentro, poi mi sciacquo il viso e torno a lavoro. Lavoro altre due ore e alle cinque torno a casa. Mi faccio un altro pianto, poi mi butto sotto la doccia dove resto per quasi un'ora sotto il getto d'acqua bollente che quasi mi ustiona la pelle. Non sono nemmeno le otto quando mi preparo del riso con le zucchine e poi me ne vado a letto, attendendo l'orario in cui di solito arriva Piotr. Sono da poco passate le undici quando sento bussare al citofono e vado ad aprire. E' lui e inizia da subito a raccontarmi della partita della sera prima e degli allenamenti di quel giorno. Lo lascio parlare, voglio che sia tranquillo e rilassato quando gli dirò tutto.
E' come al solito sdraiato con la testa appoggiata alle mie gambe e le mie mani che gli accarezzano i capelli e parla ignaro di ciò che sto per dire. Ma lo sto per fare, lo giuro.

«Ci sto pensando da quando martedì mattina sei andato via e oggi ho avuto come un'illuminazione, ho capito.» Interrompo il suo discorso sulla nuova auto che vuole prendere e mi guarda confuso.
«Di che parli?»
«La situazione tra te e Teresa è diversa rispetto alla mia e di Pietro, sì, hai ragione.» Esordisco, facendolo sbuffare subito.
«Ancora?»
«Sì, ancora.» Annuisco, poi continuo. «Io sono innamorata di te e sai che per te farei di tutto. Tu invece non lo sei di me, anzi, tu ami Teresa. Quindi lei non può accorgersi che ami un'altra, perché non è così.» Spiego, con un magone in gola enorme. Lui abbassa lo sguardo e non dice nulla, colpito e affondato. Si mette seduto sul divano spostandosi dalle mie gambe e gli alzo la testa facendomi guardare negli occhi.
«Probabilmente tu hai ragione quando dici che io sono innamorata di te, che per te farei qualsiasi cosa perché sì, sono follemente innamorata di te Piotr. Ma invece dimmi, cosa sono io per te?» Gli domando alzando leggermente la voce. Non mi risponde e lo faccio io al suo posto. «Te lo dico io cosa sono per te, te lo dico subito. Sono uno stupido giocattolo che ti piace usare a tuo gradimento quando ti sta comodo, sono quella che ti aiuta a sfogarti quando litighi con la donna della tua vita, quando con lei le cose non vanno bene allora vieni da me. Uno sfogo, un rifugio, un porto sicuro. La cretina innamorata di te che sta rischiando la sua intera vita di merda a causa tua e di una storia che non sfocerà mai in nulla di vero. Questo sono.» Ormai la mia voce è interrotta da singhiozzi e ho il respiro così accelerato che quasi non sento cosa dico.
«No, non è così, smettila.» Scuote la testa, finalmente dice qualcosa. «Non è così.»
«E com'è Piotr?»
«E' vero che la amo, non te l'ho mai nascosto ma Gaia, io sono troppo legato anche a te. Ti sto conoscendo davvero, non ho doppi fini come all'inizio e ci tengo a te, lo sai.» Si avvicina e me lo dice guardandomi negli occhi, conscio del fatto che di solito quelle due gemme azzurre mi fregano sempre.
«Mi stai prendendo in giro, l'hai sempre fatto.» Dico, agitata. Lui fa di no con la testa e mi afferra le braccia stringendomele tra le mani.
«No, te lo giuro, ho bisogno di te.» Ha gli occhi tristi e sembra sincero ma non mi lascerò abbindolare.
«Hai bisogno di una psicologa che ti ascolti e ti dia pace dai tuoi problemi, non di me.»
«No, io ho bisogno di te. Io... ti amo, io amo anche te.» Dice, stringendomi le mani.

Sbatto le palpebre velocemente più volte e resto senza parole. Sta sfociando nella cattiveria ora e non mi sta più bene.

«Non ti permettere, non mi lascerò convincere dalle tue parole, non stavolta.»
«Gaia, sono serio, io... sono confuso. Amo Teresa e ne sono sicuro ma tu, tu sei speciale. Tu mi fai stare bene, non riesco a starti lontano.»
«Dovrai riuscirci perché io non voglio più vederti.»
«La lascio, ti giuro che lo faccio. Okay?» Spalanca gli occhi e annuisce cercando di convincermi ma non mi faccio abbindolare.
«Smettila Piotr.»
«Dammi un mese, dammi un mese e la lascio. Ora non posso perché vuole andare a vivere insieme ma dammi un mese e la lascio.» Continua con la sua farsa ma ora ne ho davvero abbastanza.
«Non la lascerai mai e lo sai bene, e nemmeno te l'ho chiesto, tra l'altro. Io voglio che lasci stare me. Devi lasciarmi stare.»
«La lascio, davvero.»
«Non ti voglio più vedere, mai più. Non farti più vedere o giuro su quello che ho di più caro, sulla mia famiglia, su Dio, e su tutto quello che vuoi che ti denuncio. Giuro sul tuo lavoro che ti denuncio.» A quelle parole fa un passo indietro e sembra intimorito.
«Non lo farai.»
«Al negozio dove lavoro ti hanno visto tutti che mi cerchi in continuazione, sanno che sei sempre lì per me. Anche dagli altri negozi ti hanno visto e possono testimoniare. Non avrò messaggi e chiamate da parte tua, ma ho le telecamere esterne di casa mia e ho tutto registrato. Volevi le prove? Ora le prove ce le ho eccome. E ti prego, ti scongiuro di non farmele usare perché non voglio.» Mi trema la voce ma sono orgogliosa di me stessa per come mi sto comportando.
«Ti prego Gaia, non mi fare questo, io ho bisogno di te.» E' in panico ma mi faccio forza e continuo il mio discorso.
«Piotr, io nella mia vita non voglio avere rimpianti ed è per questo che ci ho voluto provare con te, perché ti amo e volevo capire se prima o poi sarei stata ricambiata. Ho fatto tutto il possibile per stare con te, per farmi amare almeno la metà di quanto ti amo io, ma a volte tutto il possibile, per quanto impegno tu ci metta, non è abbastanza... E' chiaro che non succederà mai, quindi questa è la cosa giusta da fare. Nessun rimpianto.»
«Per me non è così, sei e sarai sempre il mio più grande rimpianto e mi mancherai ogni giorno, ogni dannato giorno.»
«E' solo colpa tua Piotr, e lo sai bene. Ora per piacere, vai via.» Glielo dico col cuore a pezzi e la voce ridotta ad un filo.
Si alza, annuisce e senza aggiungere altro va via.

Voglio solo essere felice. Chiedo troppo?

No Regrets | Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora