Da quando mi ha lasciato non l'ho più cercata. Ho dovuto lottare con me stesso per non presentarmi fuori casa sua all'improvviso o magari nel negozio dove lavora. Ho dovuto davvero trattenermi perché ci sono stati, e tuttora ci sono, momenti in cui mi sento davvero vuoto e fragile senza di lei, senza le sue carezze, le sue rassicurazioni, i suoi baci e i suoi consigli. Sono passati dieci giorni dal nostro ultimo incontro, ormai è iniziato anche aprile e mi sono promesso di impegnarmi più che posso nella relazione con Teresa che per me è importantissima, ma lei me lo rende praticamente impossibile, ogni santo giorno.
«Si può sapere dove eri finito? Sono dieci minuti che ti aspetto, dovevi essere qui a meno dieci.» Mi accoglie con le solite ramanzine e fatico a mantenere la calma.
«Non iniziare Terè, veramente.»
«No, spiegami se non vuoi che inizi.» Incrocia le braccia sotto al seno e mi guarda con l'espressione innervosita. «Dove sei stato?»
«Nella mia fottuta casa, a telefono con la mia cazzo di madre. Posso parlare dieci minuti con mia madre a telefono o ti dà fastidio anche questo?» Allargo le braccia e alzo la voce ma lei non si smuove minimamente.
«Fammi vedere il cellulare.» Dice, seria.
«Vedi quello che vuoi.» Glielo do e me ne vado fuori al balcone. Questa storia mi sta opprimendo, mi sta distruggendo. Non è possibile andare avanti così, sono al limite.
«Senti Piotr, stanno per arrivare mia madre e mia sorella, mi raccomando.» Mi dice dopo qualche minuto raggiungendomi fuori e ridandomi il mio cellulare. Non ha trovato nulla di compromettente perché non c'è nulla. Ero davvero a telefono con mia madre e non ho nulla da nascondere. Non più, almeno.
«Le raccomandazioni le devi fare a loro non a me.»
«Le faccio a te invece. Ma ultimamente sei troppo nervoso, che ti sta succedendo?»
«Niente, sto bene.» Scuoto la testa e continuo. «Dì a tua sorella di non parlare dei miei soldi e di quanto guadagno al giorno all'ora e al minuto perché è da maleducati. Le raccomandazioni falle a lei.»
«Ma dai che lei scherza, lo sai.» Si mette di fronte a me e mi allaccia le braccia indietro al collo. «C'è un'altra cosa che devo dirti.» Fa gli occhi dolci, si morde le labbra come quando sa di essere colpevole e vuole farsi perdonare.
«Dimmi.»
«Ho detto loro che stiamo cercando casa per andare a vivere insieme.» Dice, e mi agito subito allontanandomi da lei.
«Non è la verità, lo sai. Ne abbiamo parlato e non è il momento. Litighiamo ogni tre minuti e andare a vivere insieme amplificherebbe i problemi, per il momento non siamo pronti.»
«Io lo so, ma loro no.» Fa un sorriso furbo e mi fissa.
«Perché devi dir loro delle bugie? Che gli cambia se viviamo insieme o no?»
«Stiamo insieme da un anno ormai e sarebbe ora di fare un passo in più e loro lo sanno.»
«Tu lo sai che non siamo pronti. Siamo più vicini al lasciarci che al convivere, lo sai meglio di me.»
«Se la pensi così perché non mi lasci allora?»
«Ci ho provato, lo sai.»
«Sì e dopo due ore sei tornato da me in lacrime.»
«Vero, è capitato. Ma è capitato anche a te. Non sappiamo lasciarci ma non credo sia nemmeno il caso di andare a convivere.»
«Lo so.» Ripete, fissandomi negli occhi. «Ma loro è meglio che non lo sappiano. Stiamo cercando casa insieme, ok?»
«Come vuoi.» Scuoto la testa e la lascio lì andandomi a sedere sul divano.Dopo un'ora arrivano la madre e la sorella e iniziamo la cena. Sembra andare tutto tranquillamente, la sorella stranamente non mi fa domande impiccione, la madre non mi chiede quando sposerò la figlia. Tutto stranamente troppo tranquillo, forse ha davvero fatto loro delle raccomandazioni perché altrimenti non me lo spiego. Di solito non fanno altro che chiedermi del mio lavoro, di quale vip conosco, di quanto costa la mia maglia, se la Porsche l'ho comprata in contanti o a rate e cose così. Sono persone veramente pettegole e impiccione e di solito mi infastidiscono molto. Stasera sembrano altre persone, almeno fino al dolce quando la sorella inizia a mostrare la sua vera indole.
«Tra poco ci saranno le vacanze, dove ve ne andrete?» Domanda curiosa. Io e Teresa ci guardiamo un attimo poi è lei a rispondere.
«Non ci siamo ancora organizzati, sai, con la ricerca della casa nuova siamo molto impegnati. Vero Piotr?» Mi smuove con un gomito puntato in un fianco e io annuisco.
«Sì vero, impegnatissimi. Magari più in là penseremo alla vacanza.» Dico per poi concludere con un sorriso.
«Ho un'idea migliore!» La sorella salta improvvisamente in piedi e tutti la guardiamo. Io impaurito per ciò che sta per dire, le altre due donne entusiaste di sentire la sua proposta.
«Quale?» Le chiede Teresa, mentre io sospiro e incrocio le braccia.
«Perché non ci andiamo insieme in vacanza, tutti e quattro?» Dice e sia la sorella che la madre urlano sì in coro, sempre più entusiaste. Io mi sento in trappola, poi Teresa finisce di peggiorare la situazione.
«Sì, è un'idea fantastica! E se mi permettete, vorrei farvi un regalo e offrirvela io. Anzi, io e Piotr...» Mi indica e io sgrano gli occhi per poi annuire e sorridere. Questa è pazza, completamente e appena le due donne vanno via glielo puntualizzo.«Tu sei fuori di testa se credi che me ne vengo in vacanza con voi tre, sei fuori di testa!»
«Ma perché odi la mia famiglia? Che ti hanno fatto?»
«Io non odio nessuno, ma ti rendi conto che vogliono farsi quindici giorni chissà in che paradiso a spese mie? Senza farsi il minimo problema?»
«Ma non è vero! E poi i soldi sono il problema? Davvero Piotr?»
«A me non me ne frega niente dei soldi, ma non sopporto le persone che vogliono approfittarsene. E la tua famiglie è così, da sempre.»
«Ma se ho proposto io di pagare noi! Loro che c'entrano?»
«Tu pensi che io sia stupido, vero?»
«Dai Piotr, per piacere. Non litighiamo anche stasera.»
«Io non voglio litigare ma mi sembra impossibile non farlo.»
«Dai senti, avevo pensato alla Polinesia francese, a giugno. Ho visto un resort a cinque stelle, ho fatto fare il preventivo per quattro persone e...»
«Tu sei pazza se credi che io venga lì con voi e spenda ventimila euro senza battere ciglio, non lo farò.»
«Sono diciottomila cinquecento, non ventimila.» Precisa, facendomi saltare ancora di più i nervi.
«Non me ne fotte un cazzo di quanto sono, non è quello il problema! Non vengo lì a fare il vostro bancomat, non vengo! Anzi sai che ti dico andate da sole e visto che fai tanto la magnifica da offrire vacanze senza nemmeno consultarmi, gliele offri tu. Lavori e sei indipendente, puoi permettertelo.»
«Ma che cazzo dici? Mi metto a spendere quindicimila euro secondo te?»
«Ah io però li posso spendere, giusto?»
«Tu hai altre entrate!»
«Ma non me l'hai nemmeno chiesto! Mi usi come la Mastercard e non mi sta bene. Me ne vado che è tardi, buonanotte.»
«No Piotr, dai scusami, mi dispiace, scusami.»
«Buonanotte ho detto.» Mi chiudo la porta alle spalle e me ne torno a casa.Ecco, questa sarebbe una di quelle sere in cui sarei corso da lei, una di quelle sere in cui solo lei saprebbe farmi stare calmo. E invece mi innervosisco ancora di più entrando su Instagram e vedendo che ha appena pubblicato delle foto con lui, in un posto con la neve che poi scopro essere Reykjavik, in Islanda. La osservo e lei sembra davvero felice e a suo agio con lui, come se avesse già completamente cancellato ogni mio ricordo dalla sua testa e dal suo cuore.
Mi addormento tardissimo e dormo male, quelle foto mi hanno turbato particolarmente e probabilmente non le dimenticherò più.
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No Regrets | Piotr Zieliński
Fanfiction«Ho fatto tutto il possibile per stare con te, per farmi amare almeno la metà di quanto ti amo io, ma a volte tutto il possibile, per quanto impegno tu ci metta, non è abbastanza...» FanFiction su Piotr Zieliński pubblicata il 23/11/20