44

560 29 9
                                    

Sono al negozio e c'è poca gente perché sta giocando il Napoli in Europa League. Sento l'audio della partita che stanno trasmettendo dalla piazza principale del centro commerciale e sono riuscita a capire che stiamo vincendo 2-1. Piotr è titolare e so che, come ogni volta che gioca, sta dando il meglio di sé in campo. Sono quasi le nove quando la partita finisce e io devo restare qui fino alle dieci che è l'orario di chiusura. Aspetto una mezz'ora e appena vedo che Piotr e i suoi compagni di squadra iniziano a mettere storie su Instagram decido di chiamarlo. Mi faccio prestare il cellulare da una mia collega dicendole che non ho credito e vado sul retro. Piotr risponde dopo un paio di squilli e ha la voce di chi non sa cosa aspettarsi.

«Chi è?» Chiede.
«Piotr, sono io, Gaia.» Bisbiglio per non farmi sentire da nessuno. «Puoi parlare un attimo?»
«Sì sono uscito ora dalla doccia, dimmi.»
«Dopo vengo da te.»
«Dopo?»
«Sì, a che ora torni a casa?»
«Per le dieci e mezza - undici meno un quarto.»
«Va bene se vengo?»
«Ti aspetto.»
«A dopo allora, ora devo andare.»
«Ciao e preparati che stasera sono carico.»
«Non vedo l'ora, a dopo.» Sorrido e sento anche la sua risata.
«A dopo.»

Riaggancio e torno al negozio restituendo il cellulare alla mia collega. Mi manca così tanto Piotr che davvero vorrei volare da lui ora, non so più aspettare. Passa un'altra mezz'ora che mi è sembrata un'eternità e finalmente chiudiamo per poi andarcene. Pietro è già a casa sua a letto ed è il momento giusto per andare da Piotr, non ho scusanti. Mi infilo nella mia auto e sfreccio verso casa del polacco. Parcheggio e corro dentro la sua villa, dove lui mi sta aspettando a braccia aperte. Faccio un salto e mi avvinghio addosso a lui stringendolo fortissimo, lui mi fa volteggiare e poi mi bacia. Mi appoggia a terra dopo parecchio tempo e abbiamo entrambi gli occhi che ci brillano.
«Ti amo Piotr, ti amo.»
«Ti amo.» Mi sussurra lui, baciandomi poi la punta del naso. Mi stacco un attimo da lui e mi guardo intorno: sul divano c'è una maglia azzurra da gara, un pantaloncino e una felpa sempre del Napoli.
«Le vendi?» Indico quelle cose col mento e lui sorride scuotendo la testa.
«È il completo con cui ho giocato stasera e per sbaglio me lo sono portato a casa.» Spiega e io mi avvicino per guardarlo meglio.
«È ancora sudato.» Lo prendo e me lo porto sul petto, stringendolo. «Bello.»
«Mettitela.» Me lo chiede seriamente e lo capisco dai suoi occhi che improvvisamente sono più scuri del solito.
«Mhmh.» Annuisco e me la infilo non staccando mai il nostro contatto visivo. Lui continua a fissarmi, poi si avvicina e mi sposta i capelli dietro alla schiena.
«Tuo marito non voleva una mia maglia?» Mi domanda improvvisamente e io sgrano gli occhi. Come fa ad avere sempre queste idee?
«Non mi sembra il caso Piotr...»
«No? A me sembra un'idea magnifica invece.» Abbassa il viso e mi bacia, dando inizio a qualcosa di molto più profondo. Io non mi tiro indietro e mi lascio trascinare nella camera da letto dove mi fa sdraiare e si spoglia per poi tirarmi via il pantalone e il tanga. Accende le luci e si mette su di me. Mi bacia ma poi si ferma e scende con la testa in mezzo alle mie gambe, dandomi un piacere enorme con la sua lingua esperta. Quando mi vede pronta mi allarga le gambe e si posiziona in mezzo, entrandomi dentro. Stringe forte i lembi della sua maglia che sto indossando e non fa che entrare ed uscire da me con tutta la forza che ha. Resta sempre con gli occhi nei miei e mi chiede di guardarlo, di guardare quello che mi sta facendo. Lo amo, amo ogni suo movimento, ogni sua richiesta, ogni suo desiderio. E faccio come mi dice, lo guardo mentre mi scopa con la maglia che fino a poco fa aveva lui addosso in campo.
«Ora girati.» Mi sussurra ad un orecchio e so già che tra poco mi farà impazzire. Mi giro e lui mi prende da dietro con sempre più veemenza fino a farmi sobbalzare tutte le viscere. Dà ancora qualche spinta poi si libera dentro di me e mi tira con lui facendoci sdraiare. Resto tra le sue braccia con la sua maglia ancora più impregnata di sudore e i nostri respiri ancora non regolari.
«Ti amo Piotr.» Glielo ripeto e lui mi bacia per poi dirmelo a sua volta.
«Kocham cię.» Sussurra per poi chiudere gli occhi e addormentarsi profondamente.

Dormo profondamente anche io fino alle otto della mattina dopo quando la mia sveglia suona e mi alzo. Mi sfilo la maglia e la lascio sul suo letto rivestendomi.
«Non te la porti la maglia?» Mi chiede qualche istante dopo.
«Meglio di no.» Rispondo dandogli un bacio.
«Sicura?»
«Sicura.»
«Come vuoi.» Mi sorride e io annuisco.
Lo amo e ho amato sentirmi così sua stanotte ma non sono così pazza da portare a casa con me quella maglia, Pietro non merita questo trattamento.
«Ci sentiamo dopo, okay?»
«Non fai colazione con me?»
«Non posso, devo passare da casa a fare una doccia che alle dieci attacco a lavoro. Ti scrivo appena posso.»
«Va bene.» Sospira e annuisce, chiaramente stanco anche lui di questa situazione.
Lo bacio un'ultima volta e me ne vado a casa mia.

Sarà sbagliato, sarà sbagliatissimo, ma stare con Piotr è la cosa che mi fa stare meglio al mondo e io non voglio rinunciarci, non ancora almeno.

No Regrets | Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora