La giornata inizia come tutte le altre, un normale mercoledì di fine gennaio, freddo e grigio. Mi sveglio alle otto, faccio la doccia, mi vesto e vado a lavoro. Oggi ho l'apertura, faccio dalle dieci alle quattro e poi domani avrò il giorno libero. Le persone iniziano ad arrivare già dopo pochi minuti dall'apertura e non sto mai ferma. Sono con un cliente quando un collega mi raggiunge e mi dice qualcosa all'orecchio: Piotr Zielinski è appena entrato e ha chiesto esplicitamente di me. Fatico a mantenere la calma, annuisco e lascio il cliente a lui raggiungendo Piotr.
«Cazzo, Piotr. Ti ho detto che qui non devi venire più! Sei venuto anche ieri, ti ho detto basta.»
«Devo fare degli acquisti.»
«Ancora Piotr? Ancora?» Lo guardo male e lui fa uno dei suoi sorrisetti irritanti.
«Sì ancora. Posso venire ogni giorno e comprare l'intero negozio se solo volessi.»
«Sei un cretino, te ne devi andare da qui.»
«Mi serve un Mac.»
«L'hai preso ieri.»
«Me ne serve un altro, fisso. Mi fai vedere che modelli avete?»
Mi fissa e sorride, facendomi imbestialire. Dalle mie orecchie sono sicura che stia uscendo del fumo per quanto mi sta facendo innervosire, ma devo fingere che vada tutto bene, non posso fare scenate al negozio.
«Eccoli.» Glieli mostro. «Mi spieghi perché cazzo vieni qui? Capisco a casa, ok, ma qui? Perché?»
«Perché mi va.» Alza le spalle e non dà altre spiegazioni.
«Stammi a sentire Piotr.» Gli punto l'indice sul petto giusto per un attimo, poi mi ricordo dove siamo e riprendo le distanze. «Nel negozio di fronte lavora il mio ragazzo e non deve vederti qui continuamente, hai capito?»
«Il tuo ragazzo.» Ripete e poi scoppia a ridere scuotendo la testa. «Ma quando lo lasci quel coglione?» Chiede, tornando serio.
«Perché dovrei lasciarlo?» Domando a mia volta, spazientita.
«Perché sei innamorata di un'altra persona.» Dice, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Vado un attimo nel panico e mi agito ancora di più, poi gli rispondo.
«Non è vero.»
«No?»
«No.»
«Allora facciamo così: guardami negli occhi e dimmi che non mi ami.» Si avvicina pericolosamente a me e lascia che i suoi occhi vaghino nei miei, ben consapevole dell'effetto che ha su di me.
«Facciamo che sia così, ok.» Inizio a parlare ma lui mi interrompe subito.
«E' così.»
«Se fosse così, tu stai approfittando dei miei sentimenti. Stai facendo lo stronzo, mi spieghi il perché?»
«Perché mi fa stare bene stare con te.»
«E Teresa? Non ci pensi a lei?»
«Certo che ci penso, infatti non la tradisco con te. Io e Teresa ci amiamo e questo non cambierà se qualche volta vedo te in amicizia.»
«Ma io non voglio più vederti! Come te lo devo spiegare?»
«Sì che vuoi vedermi. Me ne accorgo che quando siamo sul divano e ti sfioro la pancia o le braccia, rabbrividisci. So che mi vorresti e so cosa provi per me. E' inutile che neghi.»
«Dici di volermi bene, di tenerci per me e allora te lo chiedo per piacere: lasciami stare.»
«Non posso.» Scuote la testa, quasi infastidito dalle mie parole.
«Allora mi costringi a fare cose che non avrei voluto fare.» Dico, con non so quale coraggio.
Spalanca gli occhi e poi fa un'espressione confusa.
«Mi stai minacciando, bellezza?» Fa una mezza risatina scuotendo di nuovo la testa.
«Non vorrei ma mi costringi.»
«E fammi capire, cosa mi faresti?»
«Sei una persona famosa, potrei fare tante cose. Oppure potrei parlare con Teresa.» Sto tremendo mentre dico quelle cose e lui sa che non sono il tipo di persona che fa queste minacce. Mi fissa per qualche istante e poi scoppia a ridere, di nuovo.
«A parte che non hai un messaggio né una telefonata da parte mia da almeno un anno. Ma poi secondo te Teresa ti crederebbe? Mi ama talmente tanto che non crederebbe nemmeno ad una sola tua parole, soprattutto sapendo che sei da sempre innamorata di me.» Sospira appoggiandosi ad uno scaffale del negozio.
«Paga questo computer e vattene.» Gli ripeto e vado alla cassa lasciandolo con un mio collega.Me ne vado sul retro e cerco di calmarmi. Lo vedo andare via e rientro finendo la mia giornata lavorativa. Alle quattro vado via e giusto il tempo di farmi una doccia calda che mi raggiunge Pietro. Mi porta dei cioccolatini e poi inizia a cucinare. Più lo guardo, più passo il tempo con lui più capisco che è una persona speciale. Una di quelle persone che ti capitano raramente nella vita, e quando incontri persone così non devi fartele scappare.
«Ti ho preparato il purè di patate come piace a te, con le costolette. Vieni?»
«Sì eccomi.» Gli sorrido e lo raggiungo baciandolo prima di sedermi a tavola con lui.Passiamo una serata tranquilla e resta da me a dormire. La mattina dopo quando mi sveglio lui è già andato via e mi ha lasciato la colazione sul comodino con un bigliettino. E' davvero perfetto, forse anche troppo.
Resto a letto fino alle dieci, poi bevo la premuta d'arancia. Sistemo la camera da letto, mi faccio la doccia e mi preparo per uscire a fare la spesa. E' quasi mezzogiorno quando esco e il negozio di alimentari in cui devo andare è proprio a pochi metri dal negozio di Teresa. Parcheggio in un vicoletto laterale e scendo a piedi. Mi incammino verso il discount ma passando accanto al negozio di Teresa vedo una scena che mai avrei voluto vedere: Teresa che bacia un ragazzo moro e alto, ragazzo che non è assolutamente Piotr.
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No Regrets | Piotr Zieliński
Fanfiction«Ho fatto tutto il possibile per stare con te, per farmi amare almeno la metà di quanto ti amo io, ma a volte tutto il possibile, per quanto impegno tu ci metta, non è abbastanza...» FanFiction su Piotr Zieliński pubblicata il 23/11/20