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«Senti, senti come scalcia.» Sono seduto con Gaia sul divano e ho una mano sulla sua pancia. Richiamo l'attenzione di mio fratello che è alla Play a giocare ma mette subito stop e ci raggiunge, appoggiando anche lui una mano sul pancino. 
«E' proprio uno Zielinski, non ci sono dubbi.» Dice lui e io annuisco super felice.
«Mi dispiace distruggere questo idillio ma qui di dubbi ce ne sono tanti. Prima di tutto non sappiamo se sia uno Zielinski e poi non sappiamo se sia maschio, quindi finitela.» Fa roteare gli occhi e si sottrae dalle nostre carezze.
«Ma non puoi dire così, ci stai spezzando i sogni.» Pawel sembra affranto mentre io so che Gaia lo fa solo per smorzare i toni. «Preferisci che sia di quel tizio?» Chiede, quasi offeso.
«Non ho detto questo.» Dice scuotendo la testa.
«Amore, è uno Zielinski ed è maschio, non ci sono dubbi.» Le rispondo io e lei si alza dal divano coprendosi la pancia.
«Ti ho detto mille volte che non ti devi illudere, di nessuna delle due cose. Io sento che sia una femminuccia e anche mia madre l'ha detto.»
«Gli Zielinski sono tutti maschi. Se è maschio è uno Zielinski.» Pawel insiste, lo avrà detto un centinaio di volte in questi quattro mesi e passa.
«Domani lo scopriremo.» Gaia gli risponde e lui si illumina.
«Vengo anche io ovviamente, voglio avere la risposta in diretta.» Si alza in piedi e ci sorride.
«Non penso che sia il caso, Pawel.» Lo guardo male mentre Gaia se la ride.
«Perché no? Pensaci: sarai troppo emozionato per guidare e io sarò lì per aiutarti.» Spiega, e io guardo subito Gaia che annuisce e sorride.
«Va bene, ma aspetti fuori.»
«Sì!» Urla ed esulta come se avesse appena segnato un gol, poi continua. «Assolutamente, aspetto fuori.» 
Lo lasciamo lì e ci avviamo verso l'uscita perché Gaia deve andare via.
«Ci vediamo lì alle quattro allora.» La saluto sull'uscio della porta e lei mi bacia.
«Non vedo l'ora di sapere cosa sia.»
«Un maschietto.»
«Piotr.» Mi fulmina con lo sguardo e mi appoggia entrambe le mani sul petto, guardandomi negli occhi. «E se è una femmina?» Mi domanda. Solo ora penso seriamente alla possibilità che possa essere femmina e l'emozione mi fa subito scoppiare il cuore.
«La amerò con tutto il mio cuore.» Rispondo e un sorriso splendente le illumina il viso.
«A domani allora, ti amo.» Sussurra ancora prima di darmi un ultimo bacio.
«Vi amo.» Rispondo e lei sempre col sorriso va via.

Torno dentro e vado chiudermi in camera per una decina di minuti, da solo. Ogni volta che va via ho bisogno di starmene da solo e ripetermi che non devo essere troppo sicuro che porti in grembo mio figlio, perché la sicurezza non c'è. Io ne sono sicurissimo, l'ho già detto, ma purtroppo non ne ho la prova e non l'avrò finché non nascerà, quindi fino a quel momento devo ripetermi che c'è la probabilità (bassa ma c'è) che sia figlio dell'altro. 
Me lo ripeto un centinaio di volte come se fosse un mantra, poi mi faccio una doccia e torno giù da mio fratello. 
Gioco con lui alla Play poi andiamo fuori a cena e alle undici sono già a letto. Non riesco ad addormentarmi subito, penso e ripenso alla visita che ci aspetta domani e vorrei che la notte volasse. Mi sveglio presto e la mezza giornata sembra non passare mai. Alle due e mezza sono già pronto e Pawel più di me. Mi mette più ansia di quanta già ne ho e alle tre scendiamo e andiamo dal dottore. Aspettiamo in sala d'attesa e alle quattro meno un quarto arriva anche Gaia. Ci baciamo e attendiamo il nostro turno.
«Zielinski.» L'infermiera ci chiama e tutti e tre ci alziamo di scatto. Io guardo subito Pawel e lo fermo con un gesto della mano.
«Resta qua, ci vediamo tra poco.»
«Sì vi aspetto.» Annuisce e si rimette seduto. 
Prendo Gaia per mano ed entriamo dal dottore che prima guarda le analisi che ha fatto un paio di giorni fa e ci dice che è tutto apposto, poi ci fa domande sulla gravidanza e poi, finalmente, la fa sdraiare sul lettino. Prende quell'aggeggio a forma di pistola e le sparge il fluido gelato sulla pancia, per poi spargerlo in tutte le direzioni. Nel monitor appare lo schermo nero con il bambino in bianco chiaramente visibile: la testa, il nasino, le mani, i piedi. Tutto non definito al massimo ma chiarissimo.
«Volete sapere il sesso?» Ci chiede il dottore ed entrambi annuiamo decisi. «Perfetto.» Sorride e si muove con l'aggeggio fino ad inquadrare una sorta di vermicello minuscolo tra le gambe del bambino.
«E' maschio!» Dico prima a bassa voce, per poi ripeterlo con più veemenza. «E' maschio!»
«Esatto, è assolutamente un bel maschione.»
«Oh mio Dio.» Gaia mi sorride e io la bacio, ho le lacrime agli occhi e anche lei.
«Hai visto amore?» Le bacio la fronte e lei annuisce.
«Sì ma passiamo alle cose che non vanno bene.» Il dottore ci fa sbiancare e posa la pistola dando dello scottex a Gaia per ripulirsi.
«Cosa dottore?»
«Il bambino è sano e forte. Il problema è un altro.» Continua mentre noi ci sediamo alla sua scrivania sollevati dal preludio ma comunque ancora preoccupati.
«Cosa c'è che non va?» Domanda Gaia, stringendomi forte una mano.
«Alla diciassettesima settimana un feto dovrebbe pesare al massimo centosessanta grammi. Il vostro bambino ne pesa già duecento ed è veramente troppo. Da domani dieta o rischia di terminare prima la gravidanza.»
«Dottore ma io seguo già una dieta, non esagero mai.» Gaia sembra preoccupata e si sente in colpa, la conosco bene e so che è così.
«Non basta, tra un paio di ore le mando via email una nuova dieta da seguire scrupolosamente, niente sgarri.» La avverte e lei subito annuisce.
«Certo, va bene.»
«Per il resto tutto bene, ancora auguri per il vostro bel bambino che secondo i miei calcoli dovrebbe nascere tra il dieci e il venti ottobre.» Dice e si alza tendendoci la mano.
«Grazie dottore.» Lo salutiamo ed usciamo. Fuori c'è ad attenderci Pawel che non appena ci vede si alza in piedi e ci fissa.
«Allora? Tutto bene?»
Io e Gaia ci guardiamo e poi gli rispondo.
«E' solo un po' obeso, il dottore l'ha messo a dieta. Per il resto tutto bene.»
«Menomale.» Fa un sospiro di sollievo ma non ha ancora finito con le domande. «E' maschio?» Chiede ancora. 
Mi prendo un attimo di pausa per creare suspance e lo vedo letteralmente soffrire.
«Un altro Zielinski da aggiungere alla famiglia!» Rispondo alzando la voce e lui corre verso di me abbracciandomi.
«Sì, lo sapevo, gli Zielinski non falliscono mai!» Risponde per poi stringermi il pacco tra le gambe con una sua mano.
Gaia se la ride e poi lo abbraccia anche lei. Saluta Pawel e scendo con lei accompagnandola alla sua auto. Ci abbracciamo e ci salutiamo. 

Il fatto di doverci separare ogni volta mi fa malissimo, ma al momento non abbiamo alternative. Mi accontento soprattutto perché non voglio darle altre preoccupazioni nello stato in cui è.
Me ne torno a casa e passo il resto della giornata a fissare il soffitto e a ripetermi che sì, tra meno di cinque mesi avrò un figlio! Sono emozionato al solo pensiero, figuriamoci quando lo avrò tra le mie braccia. Vorrei far volare questi mesi ed averlo ora qui con noi ma non si può, devo avere pazienza ma alla fine sarò ricompensato con un angioletto da amare e coccolare per tutta la vita.

No Regrets | Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora