Da quella sera non l'ho più sentito. Ha provato a chiamarmi e richiamarmi, mi ha mandato messaggi su messaggi ma l'ho bloccato ovunque. Sono tornata a lavoro e non ho detto nulla a Teresa, ho semplicemente fatto finta di nulla. Ho trascorso il Natale a casa coi miei e quando mi hanno chiesto del ragazzo che gli avevo raccontato di star frequentando ho detto solo che non è andata. Mia madre ha provato a farmi altre domande ma le ho fatto capire che non mi andava e lei non ha più insistito. Ho passato tre giorni tranquilli e poi me ne sono tornata a casa per gli ultimi giorni dell'anno.
Oggi è trenta dicembre e sono a lavoro come sempre, in attesa delle ultime festività dell'anno. Non vedo l'ora che arrivi Capodanno per ubriacarmi come mai prima. Di solito non sono una che beve molto ma ora ne sento proprio la necessità, ho bisogno di smettere di pensare per qualche ora. Me ne torno a casa e dopo essermi fatta una doccia calda mi metto il mio pigiama di pile e mi rintano nelle mie coperte. Alle undici sono già bella che addormentata ma il suono del citofono, per altro molto insistente, mi fa saltare e mi sveglio. Ci metto qualche secondo per mettere a fuoco la situazione, poi scendo dal letto e rispondo al citofono.«Chi è?»
«Sono Piotr, mi apri?»
«No, vattene.» Mi agito non appena sento la sua voce, avrei voluto non sentirla mai più.
«O mi apri o scavalco. La scelta è tua.»
«Vaffanculo.» Riaggancio e me ne torno a letto ma maledico me stessa per avergli detto dove ho le chiavi di emergenze e senza il minimo sforzo entra e me lo ritrovo in casa. Entra nella mia camera da letto e mi fissa mentre sono sotto le coperte. Sbuffo ed esco dal letto, superandolo e tornando in soggiorno. «Si può sapere che vuoi da me?» Gli domando incrociando le braccia sotto al seno. Voglio che sia chiaro che averlo qui non mi fa piacere.
«Voglio parlare, voglio spiegarti.»
«Hai già spiegato benissimo l'altra volta, non voglio i dettagli. Vattene grazie.» Lo spingo con una mano verso l'uscita ma lui forse nemmeno se ne accorge.
«Stammi a sentire.» Si avvicina di scatto a me e mi prende per le braccia tirandomi a lui. «Mi dispiace veramente ma ti giuro che tu mi piaci davvero, ad un certo punto non l'ho fatto più solo per Teresa.»
«Non mi interessa e lasciami stare, non mi toccare.» Cerco di liberarmi dalla sua presa ma mi stringe forte e non ci riesco.
«Gaia...» Si lecca le labbra e attacca la sua fronte alla mia. Ha il respiro accelerato e gli occhi più limpidi e chiari che abbia mai visto in vita mia. Inizio a vederci appannato e non ragionare più. Come sempre i suoi occhi mi ipnotizzano e quando congiunge le nostre labbra non so tirarmi indietro e anzi, partecipo con trasporto al bacio. «Tu mi vuoi più di quanto vuoi farmi vedere e io lo so bene, mh. Te l'ho detto mille volte con me non puoi fingere, non puoi farlo.» Mi prende in braccio e continuando a baciarmi il collo mi porta in camera da letto dove mi spoglia per poi spogliarsi anche lui. Si mette su di me e senza perdere altro tempo mi entra dentro.
«Piotr!» Cerco di fermarlo perché non ha messo il preservativo ma lui mi zittisce rassicurandomi.
«Tranquilla, so quello che faccio.» Mormora al mio orecchio, facendomi eccitare ancora di più. Da quel momento in poi perdo completamente il controllo di me stessa: lui sembra assetato di piacere, del mio corpo, della mia pelle. Non si ferma mai, continua ad entrare ed uscire da me con una foga assurda, mi manca il respiro per quanto ci va pesante. Ma mi piace, mi fa godere come non ho mai goduto prima in vita mia. Alla fine esce da me e ancora in fibrillazione si libera sul mio ventre. Cade accanto a me sul letto stremato e completamente inzuppato di sudore. Non ci diciamo nient'altro e ci addormentiamo stanchi.La mattina dopo mi sveglio prestissimo, in preda ai sensi di colpa. Perché l'ho fatto succedere? Perché non l'ho cacciato? Mi odio e odio la mia debolezza.
Oggi non devo andare a lavoro visto che è il trentuno e non so che fare per tenermi impegnata. Inizio a pulire il bagno, la cucina, il salone e tutto ciò che mi capita a tiro finché non vedo Piotr in boxer di fronte a me.
«Buongiorno.» Mi dice col sorriso ma io nemmeno lo guardo.
«Buongiorno.» Rispondo fredda.
«Nervosa?» Mi raggiunge e mi prende da dietro appoggiando la testa sulla mia spalla.
«Non volevo far succedere quello che è successo ieri.» Spiego, sempre più delusa da me stessa e dal mio comportamento.
«Ah no? Da come urlavi di piacere non l'avrei mai detto.» Sorride sornione e mi viene voglia di prenderlo a schiaffi. Non riesce ad essere serio nemmeno in questi momenti.
«Smettila di fare il cretino, hai capito bene a che mi riferisco.»
«Dimmi perché no.»
«Perché no? Perché mi hai usata e stai continuando a farlo! E hai anche il coraggio di chiedermi perché no?» Alzo la voce sempre più innervosita.
«Sì ma ora sai come stanno le cose, ti ho chiesto scusa. Possiamo superarlo e avere un rapporto normale. Potresti continuare ad aiutarmi.» Me lo dice con calma, col sorriso. Come se non mi avesse usata per mesi e come se io non fossi ancora ferita dal suo comportamento.Aiutarlo, ma è serio?
«Ma sei pazzo? Dovrei fingere di avere una relazione con te per far ingelosire lei e fare un piacere a te?»
«Esatto.» Annuisce e mi guarda serio.
«Se credi che lo farò sei fuori di testa.» Lo spingo lontano da me e mi allontano.
«Non è male stare con me, no?» Dice alzando un po' il tono.
«Stare con te no, fingere invece fa male eccome.»
«Te lo chiedo per piacere, ancora un po' di tempo. Sto iniziando a vedere delle reazioni in lei, ti chiedo solo ancora qualche settimana.»
«No Piotr, no. Mi fa stare male questa cosa, lo capisci?»
«Lo capisco ma te lo chiedo da amico. Se mi vuoi bene come dici devi aiutarmi, per piacere.» Me lo dice prendendomi le mani e tornando a fissarmi con quei maledetti occhi. Maledetti, tremendi occhi che mi fanno tremare anche l'anima. Dopo qualche secondo ho già perso ogni mia sicurezza.
«Non lo so.» Mormoro.
«Ci pensi almeno?»
«Mhmh.» Annuisco e lo fa anche lui e poi prendendomi il viso tra le mani mi bacia con tutta la dolcezza che ha a disposizione. Si stacca dalle mie labbra e va a rivestirsi per poi andarsene e lasciarmi da sola coi miei pensieri.Che devo fare?
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No Regrets | Piotr Zieliński
Фанфик«Ho fatto tutto il possibile per stare con te, per farmi amare almeno la metà di quanto ti amo io, ma a volte tutto il possibile, per quanto impegno tu ci metta, non è abbastanza...» FanFiction su Piotr Zieliński pubblicata il 23/11/20