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Le mie giornate continuano a scorrere tranquille dopo quella serata particolare con l'incontro dei due Pietri. Con Pietro le cose proseguono bene e stasera devo andare da lui a cena, per questo sto per buttarmi sotto la doccia bollente. E' proprio mentre sono sotto il getto d'acqua che ricomincio a pensare al Piotr sbagliato. Da quella sera non si è fatto più vedere, forse ha capito che è davvero inopportuno il modo in cui si è comportato. Lascio che l'acqua scorrendo porti via questi miei pensieri su di lui ed esco dalla doccia per poi asciugarmi e prepararmi.
Alle otto esco di casa e raggiungo Pietro che mi aspetta con già la cena pronta e la prospettiva di una bella serata romantica insieme. Domani abbiamo entrambi la mattinata libera così posso rimanere a dormire da lui senza avere fretta domani mattina.

Mangiamo la pasta con un sugo particolare preparato da lui e chianina per secondo, tutto buonissimo e accompagnato da un delizioso vino rosso. Alle dieci e mezza siamo già in camera da letto aggrovigliati sotto le coperte a vedere un film su Netflix. Film che non terminiamo di vedere perché ben presto iniziamo a fare altro. Ci ritroviamo nudi, sudati e sfiniti e ci addormentiamo abbracciati. Stare con lui davvero mi piace, è uno di quei ragazzi a cui non manca nulla: è gentile, simpatico e sempre attento, ma quando vuole sa essere anche abbastanza rude. Mi fa sentire davvero apprezzata e non manca giorno in cui mi faccia complimenti o mi dica che per lui sono essenziale. E' sempre positivo e stare con lui sta aiutando molto anche me e vedere la vita da un'altra angolazione, molto più matura e responsabile, visto che lui lo è.

La mattina facciamo colazione insieme e poi verso le undici me ne torno a casa visto che lui alla mezza deve andare a lavoro. Arrivo a casa e mi metto comoda, godendomi un altro paio d'ore di relax. Relax che viene bruscamente interrotto dal citofono che, ancora una volta, suona quando meno me lo aspetto. Salto giù dal divano e rispondo, trovandomi di nuovo Piotr fuori casa. Non riesco proprio a capire cosa vuole ancora da me...

«Piotr, che c'è?» Lo aspetto fuori l'uscio e lui mi sorride sprezzante.
«Sono passato ieri sera e non c'eri. Dove te ne vai camminando?» Mi domanda con ancora quel sorrisetto stampato in faccia che mi fa imbestialire.
«Devo darti conto dei miei spostamenti?» Allargo le braccia e lui ride annuendo.
«Eri da lui?» Chiede ancora, intrufolandosi in casa.
«Piotr che cosa vuoi?» Rispondo spazientita, mi sta davvero dando fastidio.
«Dai rilassati, non voglio nulla. Vieni.» Mi prende una mano e mi tira con lui sul divano. Mi fa sedere e poi si sdraia appoggiando la sua testa sulle mie gambe. «Toccami che ne ho bisogno.» Prende una mia mano e la mette tra i suoi capelli. Io sono come un automa, non riesco veramente a capire cosa diavolo sta succedendo e lo assecondo. Inizio ad accarezzargli i capelli e lo sento rilassarsi sempre di più. Dopo un po' inizio anche io a rilassarmi perché alla fine stare con lui mi è sempre piaciuto e non lo posso negare.
«Sono stressato e solo tu mi puoi aiutare.» Dice dopo qualche minuto in cui stiamo in silenzio. Annuisco senza dire niente e lui sembra apprezzarlo. Non diciamo niente per quasi dieci minuti, poi inizio io a parlare.
«Ancora problemi con Teresa?»
«Mhmh. Mi sta uccidendo giorno per giorno.» Annuisce e poi sospira.
«Hai provato a chiederle il motivo di questa gelosia?»
«Sì ma lei nega, dice che il suo comportamento è normale. Ma ti assicuro che non lo è proprio.»
«E a te sta bene questa situazione?» Domando ancora, non capisco perché se ci sta così male non la lascia e basta.
«No ma la amo Gà, non voglio stare senza di lei.»

La ama, certo. L'ha sempre amata ed era palese anche quando stava con me. E' disposto a stare male pur di stare con lei, chapeau.

«Capisco. Però non ti dovresti lamentare poi...»
«Lo so ma so anche che con te posso parlarne, siamo stati insieme quasi cinque mesi e sai come sono fatto. Solo con te riesco a parlarne.» Alza leggermente la testa e punta i suoi occhi nei miei.
«Non siamo stati insieme Piotr, era una farsa, una bugia.»
«No, non è vero. Siamo stati davvero insieme e lo sai anche tu.» Risponde e io distolgo lo sguardo dai suoi occhi. Non so davvero come comportarmi in questa situazione. Non aggiungo altro e ripiombiamo nel silenzio iniziale. Silenzio che poi, dopo qualche minuto, è lui a rompere.
«Eri da lui stanotte?»
«Sì.» Dico netta, senza dire altro.
«Ti piace davvero quello?» Si alza sui gomiti e mi guarda perplesso.
«Altrimenti non ci stavo insieme, non sono come te io.» Queste sue domande mi innervosiscono sempre di più e gli lancio anche una frecciatina non troppo velata.
Sembra offeso da quella mia frase e mi guarda scuotendo la testa.
«Tu mi sei sempre piaciuta, è possibile che stai ancora a mettere in discussione questa cosa? Starei qui ora se non mi piacessi e non ti volessi bene?» Mi domanda aggrottando le sopracciglia chiare.
«Magari è anche vero che mi vuoi bene ma avevi altre intenzioni Piotr, e non lo negare.»
«Ma sì, chi l'ha mai negato? Però non sono un robot, mi sono affezionato a te e ti voglio davvero bene. Poi ultimamente ti penso sempre e quando il mio cervello va in overload la prima persona a cui penso per avere pace sei tu. Non dirmi che questo non significa nulla perché saresti bugiarda.»
«Può significare tutto quello che vuoi, fatto sta che sei fidanzato e vieni qui a cazzi tuoi. Non va bene.»
«Non devo venire più?» Sbatte le palpebre velocemente, non si aspettava questa mia reazione.
«No, non dovresti.»
«Stai bene anche tu però quando stiamo insieme.»
«E tu ci giochi su questa cosa. Non sei una bella persona.» Sono seria quando glielo dico e lui in tutta risposta mi ride in faccia.
«E quando mai lo sono stato? Dai, finiamola qua, non mi va di litigare anche con te.» Si mette seduto sul divano.
«Non ti voglio cacciare ma te ne devi andare, è inutile che resti ancora qui.»
«Sicura?» Mi fissa per qualche secondo e si avvicina al mio viso col suo.
«Sono fidanzata e non me la sento di vederti ancora.»
«E mica ci sto provando con te?» Ride ancora scuotendo la testa. «Siamo amici, nient'altro. Dillo al tuo ragazzo se vuoi.»
«Non siamo amici, e tu sei pazzo.»
«Forse sì.» Si alza e lo faccio anche io.
«Tornatene a casa.»
«Solo perché ho gli allenamenti tra poco.» Mi bacia una guancia e va verso la porta. «Ci vediamo presto.»
«No Piotr, basta.»
«Buona giornata Gaia.» Sorride e mi saluta andando via con un sorriso soddisfatto.

Ma chi cazzo crede di essere? Venire qui a casa mia e scombussolarmi la vita così? No ma giuro che non ci sarà una prossima volta. Se torna lo lascio fuori la porta. Lo giuro.

No Regrets | Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora