CAPITOLO 2

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Si fermò davanti al vecchio portone di legno ad arco.

Bene, era arrivata. Guardò il piccolo Rolex che aveva al polso: mancavano cinque minuti alle diciotto. A quell'ora l'avrebbe trovato sicuramente in ufficio.

Sentiva il cuore battere forte, quasi a volerle uscire dal petto.

- Devo calmarmi! - Si disse. Entrò nel vecchio antro, cercando di fare lunghi respiri profondi, concentrando lo sguardo sulle scheggiature del legno delle vecchie cassette della posta appese alla parete vicina. Non sarebbe stato un incontro facile. Lui sicuramente non avrebbe voluto neanche ascoltarla ed avrebbe accampato mille scuse per mandarla via.

Non doveva farsi prendere dall'ansia. Era da tanto che aveva avuto quell'idea ed aveva previsto tutte le possibili difficoltà. Poteva farcela! Doveva solo restare calma, essere sicura di sé stessa e... Coinvolgerlo!

Era consapevole di essere molto carina quel giorno.

Aveva scelto con cura ogni dettaglio del look. Aveva scartato qualsiasi vestitino mini o aderente, lui avrebbe capito subito che voleva fare colpo; ma neanche i soliti jeans e t-shirt! Aveva scelto un pantalone in lino ampio a vita bassa blu scuro e come pezzo di sopra un gilettino lavorato a maglia con scollo a V, tinta unita bianco della Twin Set. Era un capo molto semplice e raffinato, impreziosito soltanto da una cintura, anch'essa di maglia, stretta alla vita, che metteva in risalto il suo bel seno. Ovviamente reggiseno a balconcino e sandalo bianco con tacco a zeppa che la slanciava. Niente gioielli, solo il piccolo Rolex al polso e la fede al dito; un filo di rimmel sulle ciglia. I capelli lunghi e lisci erano sciolti sulle spalle. Unico vezzo: la piccola Louis Vuitton, che a lui piaceva tanto, a tracolla.

Un ultimo respiro profondo e chiamò l'ascensore.

<<Buonasera, vorrei parlare con l'architetto Referri>>

<<Ha appuntamento?>>

Seduta dietro alla scrivania, all'ingresso dello studio, c'era una ragazza, piuttosto giovane. Lunghi capelli neri e ricci, grandi occhi celesti ricoperti da folte ciglia nere che conferivano allo sguardo un'aria da bambolina. Il rossetto fucsia sulle labbra ed il trucco pesante però smaccavano con quello sguardo, rendendolo quasi impudente. Dov'era finita Susy, la vecchia segretaria? Aveva quel tono gentile e quel sorriso caldo quando diceva "Buongiorno", che faceva sentire la persona appena entrata ben accolta.

<<No. Può avvisarlo che Michela Fassoni è qui?>>

Aveva risposto leggermente scocciata e fissando la ragazza negli occhi. Quella novità l'aveva sorpresa però e non in senso positivo. La segretaria aveva distolto subito lo sguardo e con fare annoiato le aveva detto di accomodarsi perché l'architetto era impegnato, indicandole una poltroncina lì, lungo il corridoio. Non era possibile! C'era una piccola stanza adibita a sala di attesa per i clienti, con poltrone comode e riviste di architettura e design. E poi mai nessuno avrebbe fatto aspettare lei!

Stava quasi per chiedere alla ragazzina se aveva idea di chi lei fosse, quando pensò che era meglio lasciar perdere e non sprecare energie. Si accomodò tranquilla guardandosi intorno. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che era stata lì? Un anno più o meno. L'ambiente non era cambiato molto: era un vecchio appartamento ristrutturato più volte ed adibito a studio. Appena entrati, alla sinistra c'era la reception, difronte una piccola sala di attesa. Sulla destra si apriva il lungo corridoio che portava ai vari uffici ed alla sala riunioni. Il pavimento era molto particolare: in marmo nero Portoro, con ampie venature bianche. L'arredamento era sobrio ed elegante: mobili in legno bianchi alternati ad elementi in vetro e acciaio.

Finalmente la segretaria aveva preso la cornetta del telefono in mano ed avrebbe avvisato Andrea che lei era lì.

- Chissà se si ricorda il nome o me lo richiede! - E sorrise a quel pensiero malevolo. Un giovanotto però uscì in quel momento dall'ufficio assieme ad una coppia di giovani, accompagnandoli verso la porta. Dopo essersi profuso in mille saluti, si fermò a chiacchierare con la tipa della reception che prontamente aveva riagganciato la cornetta e si era alzata avvicinandoglisi. Michela non poté non osservare il fisico da urlo: alta, magra e con due tette enormi che stavano su da sole, dal momento che il vestitino di pizzo bianco, cortissimo ed aderentissimo, non mostrava segni di reggiseno. I due si misero a chiacchierare e ridacchiare, ignorandola completamente. Sarebbe stata una lunga attesa. Prese fuori dalla borsetta lo Smartphone collegandosi a Facebook. Era inutile farsi il sangue amaro!

Come, quando... (3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora