CAPITOLO 32

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<<Salve!>>

Si era avvicinato al bancone della reception e con strafottenza aveva appoggiato i gomiti sulla superficie di vetro. La ragazza si era prontamente alzata.

<<Buona sera, come posso esserle utile?>>

<<Vorrei parlare con Andrea. Andrea Referri>>

<<Ha un appuntamento?>>

<<No>>

<<L'architetto in questo momento è impegnato in una riunione>>

Alfredo la guardò spudoratamente indugiando sul bel seno.

<<È sufficiente che lei lo avvisi che Alfredo De Berti è qui e ha urgenza di parlargli>>

Si era sporto verso di lei buttando l'occhio nella scollatura del golfino nero che indossava. Pensò che, chi aveva rifatto le tette a Miss Tette Rifatte, aveva decisamente compiuto un bel lavoro.

<<Pensa di poterlo fare?>>

Nel dire quella frase aveva usato un tono suadente ma incisivo, guardandola fissamente con i suoi bei occhi verdi. Non si sarebbe certo fatto fermare da una ragazzina!

Risultato ottenuto! Debora arrossì e telefonò. L'ascoltò parlucchiare a bassa voce nella cornetta.

<<L'architetto sarà libero fra una decina di minuti. Se vuole, può attenderlo nella saletta ospiti>>

<<Perfetto! Sono un uomo fortunato, come vede e lei... È stata bravissima!>>

Era meglio tenersela buona quella. Si accomodò pigramente sulla poltrona di pelle nera e cominciò a riflettere sull'incontro che avrebbe avuto di lì a pochi minuti. Non sarebbe stato facile...


<<Buona sera, Alfredo. Scusami per l'attesa>>

Andrea era arrivato. Impeccabile come sempre! Un po' pallido e sicuramente dimagrito. Decisamente stava passando un brutto periodo, pensò alzandosi.

<<Figurati! Sono venuto senza avvisare. Ma ho pensato fosse meglio così>>

Si strinsero forte la mano, guardandosi per qualche minuto negli occhi. Lo sguardo di Andrea era sicuramente incuriosito, mentre gli occhi limpidi e chiari dell'artista rivelavano una sorta di ansia.

<<Debora mi ha detto che devi parlarmi. Andiamo nel mio ufficio?>>

Percorsero il breve corridoio in silenzio. Ognuno immerso nei propri pensieri. Mille domande affollavano la mente di Andrea; Alfredo rimuginava ancora su che piega dare al discorso. Non erano amici, anzi l'antipatia reciproca era stata palese a tutti in passato. Adesso però dovevano riuscire entrambi a superare quello che era stato ed Alfredo sapeva che il primo passo toccava a lui.

<<Posso offrirti qualcosa da bere? Acqua, caffè?>>

<<Non hai qualcosa di più forte?>>

L'artista si era accomodato da sé sulla poltrona davanti alla scrivania. Notò il sorriso ironico sulla faccia dell'architetto alla sua richiesta, ma Andrea stava già tirando fuori dal piccolo mobile una bottiglia di scotch ed un bicchiere di cristallo.

<<Consiglio anche a te di servirtene. Ne avremo bisogno>>

Gli disse. Cercando di essere il meno insolente possibile.

I minuti passavano. Andrea si era accomodato dietro al largo tavolo di vetro. Alfredo fingeva di interessarsi all'etichetta della bottiglia.

<<Allora, Alfredo. Di cosa hai bisogno?>>

Come, quando... (3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora