CAPITOLO 39

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<<Ehi! Tutto a posto?>>

Era tutta la sera che non la perdeva di vista, da quando era arrivata. In ritardo, come sempre!

Era bellissima con quell'abito lungo, di seta blu metallizzato, aderente, senza maniche e legato al collo con un fiocco. La scollatura davanti esaltava il suo bel seno e la gonna plissettata semi trasparente lasciava intravedere la linea delle gambe quando camminava. Il tacco a spillo infine la rendeva sinuosa e longilinea. I capelli erano stati raccolti per dare massimo risalto al vestito. Solo qualche ciocca riccia e ribelle era stata lasciata libera di scappare. Dal primo momento in cui l'aveva vista non era più riuscito a toglierle gli occhi di dosso.

Lei era sola! Si era meravigliato che non si fosse fatta accompagnare da quello psicologo con cui usciva così spesso insieme. Sarebbe stata l'occasione giusta per conoscerlo e scambiarci due chiacchiere. La gelosia si era nuovamente impossessata di lui in quelle ultime settimane e, sebbene gli amici di lei gli avessero detto che non c'era una relazione amorosa fra i due, lui si era ritrovato a chiedersi continuamente di che natura fosse quel rapporto e se qualcosa di mentale poteva essere più forte di una semplice attrazione fisica. Ma lei era arrivata da sola!

Appena entrata nella grande sala, l'aveva osservata avvicinarsi a Carlo ed alla moglie per ringraziarli dell'invito. Era la festa che, prima delle vacanze natalizie, i coniugi De Milis erano soliti dare ogni anno. Venivano invitati solo gli amici più stretti, una cinquantina di persone in tutto. Lui era entrato nella lista degli invitati in quanto socio dello studio, ma si era notevolmente stupito quando Michela gli aveva detto che anche lei aveva ricevuto la partecipazione.

Si erano frequentati molto in quelle ultime settimane. Praticamente si erano visti ogni giorno a causa di tutti i problemi che i figli avevano creato. Corrugò inconsapevolmente la fronte ricordando quello che i due fratelli più grandi avevano combinato solo un paio di giorni prima: erano scappati dalla casa della nonna.

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Sua madre gli aveva telefonato disperata nel tardo pomeriggio.

<<Andrea! Non trovo più Jacopo e Lavinia!>>

<<Come non trovi più Jacopo e Lavinia?>>

Aveva chiesto lui sorpreso, ma senza rendersi subito conto della gravità della situazione. Solo dopo che Amina gli aveva spiegato che aveva perso di vista i due bambini per aiutare Massimiliano e che li aveva già cercati ovunque, sia a casa sua sia nella casa di lui, aveva capito che era successo qualcosa. Aveva chiamato subito la moglie e si erano ritrovati tutti a Parona. Dopo le poche spiegazioni della madre, che ovviamente era disperata, lui e Michela si erano messi a cercarli per tutto il paese. Era chiaro che si trattava di una bravata e lui era convinto di ritrovarli al parco giochi o a casa di qualche amico. Dopo quasi un'ora di ricerche ed una sacco di telefonate ad amici e conoscenti, dei piccoli non c'era ancora traccia. Michela era sconvolta e lui aveva cominciato a sentire il panico crescergli dentro.

<<E se fossero scesi in centro?>>

Gli aveva detto lei con la voce tremante.

<<Non è possibile! Come avrebbero fatto?>>

<<Hanno preso l'autobus! O Dio, Andrea! Sono soli e fa già buio!>>

L'aveva afferrata e trascinata in macchina. Aveva guidato come un pazzo e parcheggiato l'auto nel primo buco libero trovato. Di traverso, che gliela portassero pure via la macchina! Michela aveva ragione: i bambini erano andati in città, erano soli e camminavano per le vie del centro. Forse si erano persi, forse avevano seguito uno sconosciuto... Dalla fermata del bus in Piazza delle Erbe provarono a percorrere le vie principali; a chiedere se qualcuno avesse visto un bambino ed una bambina di nove e dieci anni passeggiare da soli; a guardarsi disperati intorno. La moglie era bianca in viso e lui cercava di confortarla dicendole che li avrebbero sicuramente trovati, e che gliele avrebbe date con la cintura dei pantaloni quella sera. Mentre riattraversavano la via Mazzini con l'intenzione di fare un altro giro intorno all'Arena, sentì il cellullare vibrare. Era lo studio. Ignorò la chiamata. Sapevano tutti che era corso via dal lavoro perché i figli erano spariti dalla casa della nonna. Dopo la quinta telefonata, decise di rispondere.

Come, quando... (3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora