Aveva il fiatone.
Da quando si era svegliata non si era fermata un attimo. Come ogni mattina, quando i bambini stavano con lei. Dal momento che vivevano in centro non poteva più usufruire del servizio di pulmino e doveva accompagnarli a scuola, a Parona, lei stessa. Poco più di dieci chilometri, che con il traffico dell'ora di punta richiedevano quasi mezz'ora di tempo! Quel giorno, lasciati Jacopo e Lavinia davanti alla Scuola Elementare, aveva accompagnato Massimiliano all'asilo e si era fermata a fare due chiacchiere con alcune mamme ferme lì davanti, che stavano organizzando una raccolta fondi per fare un regalo ad una delle maestre. - Uff! - pensò, - Quanto tempo sprecato a decidere per uno stupido regalo. Come se avessi tempo per queste cose! - Solitamente lasciava l'onere di questi fastidi ad Andrea che, ovviamente, col suo bel modo riusciva sempre a mettere d'accordo tutte! Quando poi alla sera lui le raccontava come era stato capace di risolvere l'intricata questione, lei rideva e lo prendeva in giro.
<<Ovvio che ti hanno dato ascolto: avrai fatto un uso spropositato del tuo sguardo ammaliatore e del tuo tono suadente e loro ci sono cascate come allocche!>>
Lui si immusoniva, permaloso che era. E si metteva a borbottare che la volta dopo avrebbe dovuto pensarci lei, e dimostrare che sapeva fare di meglio.
<<Tesoro, io non sono bella ed affascinane come te! Lo sai!>>
Lo abbracciava stretto e lo sbaciucchiava, pensando che suo marito mica usava quei mezzucci con lei! O forse sì?
Comunque, bando ai ricordi, era arrivata, finalmente. Erano passate da poco le nove di mattina. Verona viveva uno di quei pochi momenti di assoluta quiete: chi abitava o lavorava in centro era già in ufficio o in negozio, i turisti non avevano ancora iniziato ad affollare le strade della città. Il vicolo era completamente vuoto ed assolutamente silenzioso.
Il Ponte Pietra si trova in uno dei punti più incantevoli di Verona. Durante uno dei tanti rifacimenti in epoca medioevale, fu costruita una minacciosa torre difensiva, ornata da un arco in pietra sormontato dall'emblema degli Scaligeri.
Era quello lo scorcio più suggestivo! Attraverso quell'apertura l'occhio riusciva a cogliere la lunghezza del ponte sopra l'Adige per spaziare fino a Castel San Pietro.
Si perse un attimo di fronte a tanta bellezza.
"Così, tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare".
Quei pochi versi di Leopardi le attraversarono improvvisi la mente.
Si avvicinò al cancello arrugginito dell'atelier.
Era socchiuso. Ne dedusse che Andrea si fosse scordato di dare un giro di chiave la sera prima. - Così adesso ci troverò dentro un barbone che dorme o, peggio, un drogato! - Pensò che al massimo si sarebbe presa una botta in testa. Spavalda entrò. Per un attimo la differenza di luminosità fra l'esterno, era una bella mattinata di sole, e l'interno, buio e polveroso, la colpì.
C'era lui però, lì in piedi in mezzo alla stanza. Chino sul suo blocco, intento a disegnare con un vecchio lapis. Quel giorno era vestito casual: i jeans della Diesel con la camicia a righe blu, bianco e corallo. Le maniche rimboccate. Sembrava ancora più giovane e più bello!
Per quanto Andrea fosse super tecnologico ed amasse acquistare sempre l'ultimo modello di tablet o cellulare uscito sul mercato, quando si trattava di buttare giù le prime idee di un progetto, prendeva fuori un vecchio blocco di carta millimetrata ed una matita spuntata.
Sul momento fu indecisa sul da farsi: andarsene silenziosamente, lui era troppo assorto e non si sarebbe accorto di nulla, o parlargli? La seconda opzione era più allettante.
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Come, quando... (3)
ChickLitAndrea è deciso a divorziare mentre Michela vuole a tutti i costi riconquistarlo, arrivando addirittura a coinvolgerlo nei suoi strampalati progetti. Un sentimento può logorarsi negli anni? Gli errori del passato e quelli del presente li porteranno...